Sbrigata la faccenda della casa, Kaitlyn potè partire per Atlantic City prima del previsto. Rimase lì una settimana, per sbrigare varie commissioni e salutare la sua famiglia. Quella settimana, Spencer la chiamò tutti i giorni, per sapere come stava e che cosa avesse fatto. Anche lui era fuori, a New Orleans. Una sera, poco prima di andare a dormire, la chiamò, ele disse delle cose inaspettate.
"Sono davvero felice che tu venga a vivere a Washington, ci potremmo vedere più spesso."-Spencer prese una pausa, mentre Kaitlyn dall'altra parte del telefono, sorrideva.-"Mi manchi."
"Anche tu."-rispose la ragazza. Non immaginava di sentire quelle parole, non faceva Spencer una persona romantica, ma forse aveva semplicemente detto la verità, come aveva fatto lei. Le mancava davvero, anche se era passata solo una settimana, ma le mancava stare con lui, ridere e parlare con lui. Aveva pensato molto a lui in quei giorni. Non si erano visti poi tante volte, ma lo conosceva da alcuni anni. Era piombato nella sua vita per puro caso, e ora non voleva che lui ne uscisse. Aveva imparato a conoscerlo, Spencer si era rivelato a lei: il suo attaccamento alla squadra, la sua dipendenza, la madre, tutte queste cose, di cui Spencer parlava solo con i colleghi, e non spesso, le aveva rivelate a Kaitlyn. Lei aveva capito come era fatto, la sua timidezza, la sua simpatia inusuale e particolare, a lei piacevano. La faceva ridere, e le aveva fatto riavere fiducia nell'amore. Dopo quell'incidente, Kaitlyn era stata con ragazzi solo per pochi mesi, nulla di stabile. Non credeva più all'affezionarsi ad una persona, non credeva più all'amore, ma con Spencer era diverso. Si era affezionata subito a lui, e ogni volta che lo vedeva, i suoi sentimenti per lui cambiavano e diventavano sempre più forti. Ci aveva messo un po' a capire che Spencer le piaceva, ma ora che l'aveva capito, non voleva stare più un momento lontana da lui.
Anche Spencer pensava a lei, passava più tempo a fantsticare su Kaitlyn che a leggere libri, e questo era bizzarro da parte sua. Quando la vedeva provava delle emozioni forti, ma anche contrastanti. Aveva paura che le cose potessero andare male, che lei non fosse interessata, o che con il suo fare impacciato avrebbe rovinato tutto, ma pensava anche a quello che era successo ad Hailey, la moglie di Hotch, e aveva paura potesse succedere anche a lei. Spencer, in Kaitlyn, aveva trovato una complice, una ragazza che lo capisse veramente nonostante fosse molto diversa da lui, una ragazza che rideva alle sue battute e che non si vergognava del suo modo di vestire, o dei suoi aneddoti nei momenti meno opportuni. Spencer sapeva che non potevano rimanere in quella condizione per sempre, perchè lui non lo voleva, ma non sapeva cosa fare.
Kaitlyn tornò a Washington con la sua macchina, piena di scatoloni. Emily la aiutò a salirli, ma poi andò acena con la madre, una diplomatica, e la ragazza rimase sola a sistemare tutto, fin quando non suonò il campanello. Era Spencer.
"Emily mi ha detto che eri sola, quindi ho pensato di venirti ad aiutare."-Kaitlyn sorrise e lo ringraziò, aveva davvero molte cose da sistemare. Si era tagliato i capelli, e Kaitlyn pensava che fosse bellissimo. Lo accopagnò nella sua camera, completamente disordinata.
"Cosa hai portato?"-chiese, curioso, il ragazzo.
"Non troppo, sto a poche ore da casa, quindi quando avrò bisogno di vestiti più pesanti, tornerò lì. Oltre ai vestiti ho portato il computer, dei libri, la mia tazza, il mio cuscino, e molte altre piccole cose."-rispose Kaitlyn, ridendo. Aveva portato molte cose, forse troppe.
"Da dove inizio?"-la ragaza diede a Spencer il suo compito preferito: sistemare i libri. Mentre lei aveva sistemato tutto l'armadio e aveva messo in ordine, Spencer doveva ancora finire di mettere al loro posto i libri, per ognuno di loro trovava un aneddoto da raccontare.
"Le notti bianche."-disse Spencer, prendendo in mano un libro molto piccolo.
"Fu creato forse allo scopo di rimanere vicino al tuo cuore sia pure per un attimo?"- fu Kaitlyn, questa volta, a parlare per prima. Dopo aver detto questa frase il suo sguardo e quello di Spencer si incontrarono, e ci fu un lungo momento di silenzio, in cui i due non fecero altro che guardarsi. Era una frase romantica, ma soprattutto, che descriveva quello che lei provava per Spencer.
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The ones that got away.
Hayran KurguEntrò nella clinica in silenzio, osservando tutto quello che aveva accanto a lei. Si avvicinò alla scrivania, dove era seduto un uomo abbastanza anziano. "Salve. Chi è venuta a trovare?" "Spencer Reid."- disse, a bassa voce. ... "Lo sapete che i mem...