Da quel momento, tutto cambiò nella vita di Spencer.
Andare al lavoro e non trovare Derek era strano, gli mancava sempre di più, ma i suoi colleghi non lo capivano, non avevano perso un punto di riferimento come era per Spencer. Ogni giorno era sempre più triste, sperava di vederlo seduto accanto a lui, ma sapeva che non sarebbe successo. Qualche mese dopo il suo addio, Spencer iniziò a riprendersi, anche grazie a Kaitlyn. La ragazza gli era sempre stata vicino, lo ascoltava quando si voleva sfogare, e cercava sempre un modo per non farlo sentire solo anche al lavoro. Uscivano sempre più spesso per svagarsi, e passavano le ore a giocare a carte o a leggere. Qualsiasi cosa facesse distrarre Spencer, andava bene. Purtroppo, però, la sua ripresa fu bruscamente interrotta.
Quando Spencer entrò in sala riunioni, trovò il suo capo, l'agente Hotchner, in piedi, di fronte al tavolo, e Garcia seduta, mentre di solito i ruoli erano al contrario. Aveva capito che qualcosa non andava, ma non pensava ad una notizia così grave. Tutti e tre rimasero in silenzio, mentre aspettavano JJ e Rossi. L'agente Lewis aveva lasciato la BAU per riprendere il suo posto di psicologa forense: era una perdita importante perchè era un'ottima agente, ma quel lavoro era faticoso e ti faceva convivere con dei mostri che difficilmente se ne sarebbero andati via. Quando gli ultimi due colleghi arrivarono, Hotch iniziò a parlare, con voce tremante. Era la prima volta, in tutta la sua vita, che non sapeva cosa dire.
"Lo sapete che i membri devono cambiare spesso, dai piani alti ci hanno concesso anche troppo tempo tutti insieme."- tutti lo guardarono con gli occhi sgranati.-"Purtroppo, la squadra è sciolta."-Hotch chiuse gli occhi, per non far vedere le lacrime che li offuscavano. Per lui, il più freddo e razionale, era dura dire addio alla sua squadra, alle persone con cui aveva condiviso gli ultimi 12 anni, le persone che lo avevano aiutato a superare la perdita della moglie, che lo avevano visto rinascere. Se non fosse stato per loro, probabilmente, avrebbe lasciato l'unità dopo la morte di Hailey, ma invece era lì, a salvare vite. Doveva rimanere razionale anche in quella situazione, tutti avrebbero vissuto dei momenti duri, e lui sarebbe stato il collante ad aiutarli.-"Ci sono delle offerte di lavoro per tutti voi, domani troverete le informazioni sulle vostre scrivanie."
Quando aprì gli occhi, vide quello che aveva immaginato. Penelope piangeva disperatamente, era la più sensibile, considerava i membri della squadra come la sua famiglia, e si sarebbe dovuta separare da loro. La sua mente non riusciva a produrre nessun pensiero, le lacrime scendevano da sole e non si fermavano. Anche JJ piangeva, senza singhiozzi, senza rumori. Le lacrime le solcavano il viso, ma lei, prontamente, le asciugava. Era una donna forte, non piangeva mai, ma in quel momento le forze la abbandonarono, avrebbe dovuto salutare la sua squadra, i suoi amici, forse per sempre. Spencer era rimasto in silenzio, ancora doveva capire cosa stava succedendo intorno a lui. Era tutto confuso, non gli sembrava vero. Cosa sarebbe successo a lui? Cosa sarebbe successo ai suoi compagni? Quella squadra era la sua forza, la sua corazza, senza di loro si sentiva indifeso, non protetto. L'agente Rossi fu l'unico ad alzarsi, l'unico a proferire parola.
"Ho un tumore allo stomaco."-affermò, sconvolgendo tutti.-"L'ho scoperto un mese fa, tra poco inizierò le cure."-Nonostante la gravità della notizia, sorrise. Non sapeva cosa gli sarebbe successo, ma sperava di guarire presto. I suoi colleghi lo abbracciarono, non si aspettavano una cosa del genere.
Dopo quella notizia, l'agente Hotchner mandò tutti a casa a riposarsi. Spencer era solo, Kaitlyn era al lavoro, così decise di andare al parco vicino il loro appartamento per pensare. Andava spesso lì, quel luogo così familiare era utile per raccogliere i pensieri. Ancora non gli sembrava vero quello che era accaduto quella mattina. La squadra sciolta, separata, ognuno per conto proprio, e chissà dove. Era completamente solo: Derek se ne era andato, e lui ci stava male, ma aveva gli altri membri della squadra su cui contare. Ora avrebbe dovuto ricominciare da zero, come quando aveva 23 anni. Solo, senza nessuno in grado di capirlo, senza nessuno a difenderlo. Era spaesato, si sentiva perso. Dove sarebbe andato a lavorare? E i suoi colleghi? Mille domande gli passavano per la testa, e non sapeva trovare le risposte. si diceva che ormai era un adulto, e non doveva pensare a queste cose, doveva semplicemente andare avanti e vivere la sua vita come faceva la maggior parte della gente. Nessuno lo poteva più difendere, si doveva difendere da solo, doveva andare avanti da solo, senza colleghi o amici ad aiutarlo sul posto di lavoro. Pensava solo a questo, quasi come fosse un rimprovero nei suoi confronti, ma era meglio rimproverarsi che piangersi addosso.
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The ones that got away.
FanfictionEntrò nella clinica in silenzio, osservando tutto quello che aveva accanto a lei. Si avvicinò alla scrivania, dove era seduto un uomo abbastanza anziano. "Salve. Chi è venuta a trovare?" "Spencer Reid."- disse, a bassa voce. ... "Lo sapete che i mem...