Supplicai a Maddalena di fare l'impossibile per tirarmi fuori da quella storia. I miei piani andavano a rotoli. Volevo semplicemente uscire con la mia amica per fare shopping e organizzare il necessario per una festa.
"Non se ne parla, non posso fare sempre tutto io. Mi dispiace ma questa volta devi parlargli faccia a faccia e dirgli tutto, che non sopporti suo atteggiamento, il suo carattere, il suo modo di fare e tutto il resto"
"E va bene: se non vuoi aiutarmi significa che faró da sola"
Perchè io posso farcela. Devo sbattergli in faccia la nuda e cruda veritá.
Rientrai quindi in casa ma ciò che vidi mi fece perdere le staffe. Christian aveva tra le mani una fotografia, un vecchio ricordo. Ben distante da oggi, custodito e sepolto. Nascosto dal mio cuore ma non dai miei occhi. Invisibile al dolore che affievolava nel cuore poco a poco. Come se lui non fosse mai esistito. Avevo riflettuto a lungo a proposito, avrei provato a trattarlo come un uomo comunque. Come se lui per me non contasse affatto. Ma era tutto inutile.
"Ehi,ehi,ehi" strillai mentre mi avvicinavo a lui strappandogli di mano la cornice d'oro.
"Sai, vi assomigliate molto"
"Io non abbandono le persone che amo" ribattei offesa.
"Allora perché cerchi di abbandonare tua mamma ?"
Non osai rispondere, non osai pensare. Semplicemente tremai come se d'improvviso mi avesse scosso la vita e io avessi tentato invano di prenderne il controllo.
Tutto mi scivolava dalle mani come sabbia. Se prima io e mia mamma volevamo abbandonarci, lasciarci l'un l'altra per respirare la nostra essenza ognuna per conto proprio, adesso sentivo la necessità di chiudere gli occhi e scivolare con lei ovunque ci avesse portato il destino. Avevo imparato a sentirla vicino poco a poco scoprendo una nuova novità, ignara di me fino ad allora. La mamma, quella minuta donna così particolare e piena di dolcezza che faticava a prevalere sulla prepotenza, mi aveva salvata. Mi aveva impedito di vivere con un padre assente. Mi avevo offerto il suo incondizionato amore ed io in questi anni l'avevo semplicemente rifiutato fregandomene di come potesse sentirsi lei. Fin quando ero una ragazzina, fin quando non capivo come girasse il mondo e in quale modo i nostri stupidi sentimenti avessero in pugno il nostro cuore, era stato accettabile il mio comportamento. Ma ora che mi preparavo a essere una donna, ad affrontare tutto e tutti a partire da me stessa, adesso, avrei dovuto capire, prima di perderla definitivamente e in effetti così era accaduto. Avevo capito. Tutto. Avremmo combattuto e dagli altri avremmo cercato di prendere il lato migliore. A incominciare da chi ci stava intorno."Christian perché sei qui?" esordii dopo una lunga riflessione tralasciando la domanda precedente.
Chris fece un passo indietro ed inciampò nel tavolino grattandosi la nuca con lo sguardo basso.
"Io ehm.. Cioè.. "
Dov'era finita quella padronanza del mondo dinanzi a tutti? Quella sua spavalderia che lo distingueva da tutto il resto? Mi sembrava diverso. Diverso da quando si nascondeva dietro il cappuccio della felpa come un cattivo ragazzo, diverso da quando aveva cercato di baciarmi, totalmente diverso da quando lo avevo visto per la prima volta.
"Niente" rispose sicuro avviandosi verso la porta d'ingresso.
"Devo andare" disse scoraggiato mentre strascinava il passo andando via
"Aspetta"
Si voltò di scatto come se gli avesse sussultato il cuore.
Erano carichi di emozione e sentimento i suoi occhi. Così profondi. Quegli occhi grigiastri e blu allo stesso tempo. Un po' come il cielo e il mare in tempesta. Un po' come il mio cuore che accellerava il battito vitale.
"Allora ciao" dissi confusa e malinconica.
Deluso si mise il cappuccio della felpa e mi salutò con un gesto di mano.Mi voltaii e vidi mia madre triste e sconsolata come il resto del mondo. A vedere la Terra dall'alto il nostro pianeta sarebbe sembrato una cupola, come una palla di vetro di quelle che si regalano a Natale in cui la vita va presa in mano e scossa per essere tale.
"Sai mi manca tuo padre"
"Mamma.. Lui ha fatto la sua scelta"
Era la prima volta che me ne parlava e la vedevo accasciata sul divano. Malinconica. Che rimpiangeva il passato. Un po' come me che avrei voluto aggiustare le cose, con il rimpianto di aver sbagliato tutto.
"Sai a volte non devi lasciar scappare le persone a cui tieni veramente. Non sarebbe giusto altrimenti. Non ci si può negare la felicità. Io avrei dovuto trattenerlo ma ormai è troppo tardi. Lui si è fatto un'altra vita e io ho soltanto te"
Non ci si può negare la felicitá. Quella frase rimbombava nella mia mente. Carica di significato riempiva il vuoto nel mio cuore lasciato da Christian.
Senza preavviso mi precipitai fuori di casa. Corsi in una direzione a me estranea dettata dal caso ma anche dal sesto senso. Quello che accomuna due anime gemelle.
Raggiunsi Christian, lo vidi poco distante da me. Mi precipitai verso di lui senza rendermene conto e poi poggiai una mano sulla sua spalla.
"Puoi anche restare"
Lui si voltò lentamente, mi guardò negli occhi e cercò di comprenderne il significato che andava oltre tutto le sue aspettative.
Poi mi abbracciò di scatto, mi strinse con tutto il suo cuore, con tutta la sua dolcezza.
Poteva restare.
Nella mia vita.
Per sempre.
Era tutto quello che avrei voluto. Non lo conoscevo affatto ma oltre il semplice senso di analizzare dati anagrafici a me bastava tutto il resto. Scrutare i suoi occhi da lontano. Quel suo sorriso così sincero mi bastava. E tutto. Tutto il nostro esserci l'un per l'altro si riduceva a quell'istante. Cosí profondo e inteso. L'uno nelle braccia dell'altra. Uniti. Pronti per combattere assieme. Avremmo potuto resistere se solo fossimo rimasti assieme.
"Possiamo resistere se solo rimaniamo uniti" sussurrò all'orecchio. Rimasi sbaloridta e perplessa. Era sincero così come lo erano i miei pensieri.
"Si"
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Storm
Teen FictionDesy, originaria dell' Estonia, all'età di cinque anni si trasferisce in Canada con i genitori e il fratello maggiore Diego. Da quel maledetto trasferimento non ce'è niente la possa rendesse felice perché forse proprio sotto quella corazza, quell'od...