Leo

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Guardai confuso Clarissa e mi resi conto che quelle parole mi avevano confuso le idee più delle spiegazioni di matematica. Ero certo di aver amato quelle ragazze e mi parve strano che lei mi distruggesse una convinzione che nel tempo si è solidificata sempre di più,in un attimo.
-Tu la pensi davvero così?- la guardai esasperato,come se lei mi conoscesse meglio di me stesso.
Clarissa annuì mentre sussurrava qualcosa nell'orecchio del pegaso.
-Adesso dobbiamo prendere le provviste per Steve. Ha consumato molte energie andando così veloce-disse mentre ci lascivano alle spalle il porto.
-Ma non siamo vicini alla nave?il viaggio é durato pochissimo-domandai
-Ho bloccato il tempo Leo,altrimenti saremmo arrivati domani mattina- disse continuando a camminare a passo svelto.
-Sono le 22:30 e dobbiamo far ritorno per le 7 del mattino per non rallentare l'impresa-
-Tanto ormai siamo abituati alle scadenze- dissi ridacchiando.
-Non se felice di tornare da Calipso?- l'aria era calda,però la dolce brezza serale mitigava il clima. Man mano che ci avvicinavamo al centro abitato notavo quanto fosse bello il contrasto tra nuovo e antico,la meraviglia della architettura dei computer contro la tecnologia e l'ingegno manuale dei tempi passati. Pensai alla domanda che mi era stata posta e cercai di trovare una risposta sensata; ero felicissimo,anzi entusiasta di vedere Calipso,la volevo baciare e stringerla forte a me. Però ero combattuto,perché avrebbe perso i suoi poteri portandola via dalla sua isola e per un mago,che è sempre vissuto con la magia a sua disposizione,esserne privato è un colpo veramente duro.
-Significherebbe realizzare il mio sogno- scossi la testa e diedi un calcio a una lattina di Dr pepper abbandonata per strada.
-Ma la porterei via dal suo luogo,dove è abituata a vivere e conduce una esistenza  tranquilla. Poi la priverei dei suoi poteri...-
-Ciò non significa che lei ami la sua vita,tutt'altro:tutti sanno che la maledizione di Calipso è quella di innamorarsi di un giovane e poi vederlo andar via per sempre sotto i suoi occhi. Sarebbe una pazza ad amare tutto questo. So che lei ti ama,non ha mai amato nessuno come te,neanche Ulisse;per una maga è difficile vivere senza i suoi poteri,ma con l'aiuto della persona a cui si tiene di più è possibile tutto.- disse sorridendomi dolcemente,mentre la brezza serale le carezzava il viso.
-Grazie Clarissa,lo spero anche io...-
Giungemmo davanti a minimarket che faceva orario continuato e comprammo ciò che Steve aveva chiesto a Clarissa:mele,acqua e bevande energetiche(cavallo viziato).
-Non sapevo che i pegasi bevessero questa roba- sorrisi scioccato all'idea di quali potessero essere gli effetti su quei raffinati animali.
Dopo pochi minuti abbandonammo la Valletta e proseguimmo il volo verso l'isola di Gozo. Malta dall'alto aveva un aspetto magnifico; casine basse color ocra,mura possenti e enormi cattedrali. Di notte era illuminata da calde luci accoglienti e gioiose;il mare si infrangeva sulle alte falesie e si insinuava nelle grotte. Scorsi un braccio di mare e poi un altro isola,doveva essere Gozo. Era rocciosa,con coste gremite di grotte. Il paesaggio era brullo e montuoso,con piccoli paesini arrampicati. Sono talmente vicine che Steve non ebbe quasi il tempo di decollare che iniziò la discesa.
Eravamo sempre più vicini a terra,ma dubitai che quella potesse essere la residenza di Calipso;Ogigia non era abitata e il paesaggio non era di certo questo.
-Ogigia non è questa- dissi deluso
-Aspetta Leo- disse Clarissa scrutando l'orizzonte
-Percepisco magia in questo luogo,anche se sembra...nascosta- proseguì con aria misteriosa e anche leggermente affascinata.
-Non siamo nel punto giusto- insistetti malinconico
-Diamo un occhiata alla spiaggia di Ulisse- disse mentre il Pegaso stava virando verso ovest
-È solo tempo sprecato,Percy e Annabeth potrebbero essersi accorti della nostra mancanza o peggio...attaccati!- dissi irritato
-Non hanno subito nessuno attacco- rispose dura,come se il mio pessimismo la facesse arrabbiare. Risparmia il "Come fai a saperlo?" Perché avrebbe risposto dicendo che era una maga e blablabla.
Avevo sperato con tutto me stesso di poter rivedere Calipso,ma sembrava un sogno impossibile,che nemmeno il genio della lampada potesse realizzare.
-La speranza è l'ultima a morire Leo- disse con un tono più dolce
-Finiscila di leggermi nella mente- sbuffai
-Ecco,adesso inizia la discesa,la spiaggia è subito sotto di noi- ignorò il mio comando e indirizzò Steve verso la meta.
Vidi un enorme distesa di sabbia e una statua,anche se era notte,supposi che fosse di marmo bianco. La spiaggia era circondata da alte falesie il mare mosso si infrangeva sulle scogliere,creando uno spettacolare spargimento di schizzi.
-Non mi ricordo neanche questa spiaggia- dissi annoiato e triste.
-Atterra-mi ignorò di nuovo.
Il terreno era morbido e a testa bassa mi sgranchii un po' le gambe. Solo gli dei sanno quanto volevo rivederla; quel maledettissimo sorriso che aveva coronato i miei sogni per mesi.
Clarissa iniziò a camminare velocemente,inciampando regolarmente sui sassi. Esaminava ogni centimetro della spiaggia,alzava ogni sasso e poi si diresse verso le scogliere;si insinuava in tutte le fenditure e perlustrava con una attenzione inimmaginabile.
Borbottava qualcosa del tipo -Sento che è vicina- oppure - La presenza di magia è sempre più forte-
Era già passata una mezz'ora e lei non aveva trovato niente. Io mi ero seduto sulla spiaggia,con la testa tra le mani e le gambe incrociate. Sapevo che non sarebbe accaduto nulla e,visto la tenacità della figlia di Poseidone,attesi pazientemente il culmine dei suoi scleri.
Imprecò in portoghese e ci fu in esplosione in mare. Dalla frustrazione diede un calcio a un sasso,che rotolò dritto nel Mediterraneo.
-Io so che é qui,sento la magia- dalla rabbia le tremavano le labbra,ma nonostante l'irritazione aveva ancora tutto sotto controllo.
-È così frustrante sapere di essere vicini a una cosa ma non riuscire a trovarla- disse mentre si sedeva accanto a me e faceva respiri profondi per calmarsi.
-Oppure avere la consapevolezza di non trovarla- aggiunsi
-Sono sicura che sia qui!- disse in tono di sfida,come se pensasse che ci fosse qualche misteriosa forza che gli impediva di trovare Calipso.
-A me va bene così- dissi piano,ma non riuscii a convincere nemmeno me stesso.
-No,Leo!- mi urlò contro
-Adesso mi dici quale è il tuo interesse- mi arrabbiai,perché sapevo che lei aveva un interesse personale a venire qui,sembrava che trovare Calipso fosse una questione di vita o di morte.
-Forse non ti ho detto tutto...ho avuto una visione- si interruppe un attimo e io feci per parlare,ma lei fu più veloce -Ho visto la nostra s-sorte- le tremavano le labbra e una lacrima le rigò il viso -abbiamo una sola possibilità per sopravvivere...orientarci nel labirinto- decretò con un espressione indecifrabile.
-La nostra sorte?- sapevo già la risposta ma le parole uscirono da sole dalla bocca.
-Morivamo Leo- disse scuotendo la testa e mordicchiandosi le labbra
-Calipso sa come ci si orienta nel Labirinto- disse guardando l'orizzonte
-Anche tu lo sai! Nella miniera ci hai guidati tu-
-No,non lo so. Qui nelle antiche terre è diverso,abbiamo bisogno di lei.-disse tracciando circonferenze nella sabbia.
Eravamo seduti accanto alla statua di Ulisse e ci appoggia la testa,quella si spostò e io barcollai all'indietro.
Clarissa alzò improvvisamente la testa e sorrise raggiante.
-Come ho fatto a non pensarci prima- disse alzandosi velocemente.
Spinse la statua e sotto di quella vi erano delle scale a chiocciola.
Lei mi guardò e emise un cinguettio. Visto che ero rimasto paralizzato lei mi spinse in avanti e caddi come un pesce lesso sullo scorri mano  della scala. Dopo due rampe ci trovammo in una grotta enorme e umida,posta davanti a una grande spiaggia di sabbia cristallina. Lí percepii la presenza della mia amata Calipso,era il posto giusto.
Uscii barcollando e mi ritrovai nell'isola tanto sognata,dove avevo desiderato tornare un milione di volte. Rimasi paralizzato a guardare il mare,ero talmente felice che non riuscivo a muovermi.
In lontananza vidi un tavolo sulla spiaggia che si apparecchiava da solo e poi in piccola figura umana che emerse dalla verde vegetazione. Clarissa disse qualcosa che io non capii,ero abbagliato dalla gioia. Mi spinse nuovamente e ci avvicinammo. Sorridevo come un ebete e mi tremavano le mani;adesso riuscivo a cogliere ogni minimo particolare di tutto ciò che formava la sua immane bellezza. Aveva una canotta bianca e dei jeans(come le consigliai)e i capelli erano intrecciati con fili d'oro.
Si girò e per contemplai quel viso statuario del quale mi ero follemente innamorato. Si lasciò cadere un piatto e si portò le mani agli occhi,come se non credesse davvero di avermi visto. Ora eravamo vicini e le mi corse incontro.
Il suo odore speziato mi prosciugò la saliva e quando ci abbracciammo la strinsi forte a me. Era troppo bello per essere vero,ogni giorno speravo che accadesse e adesso era tra le mie braccia.
Lei si scostò per guardarmi,ma non smisi di tenerla forte,come se avessi paura di perderla ancora. Dopo aver ammirato quei magnifici occhi magnetici a cerbiatto,le scostai una ciocca dal viso e la baciai. Le sue rosee labbra carnose si fusero con le mie e pensai che fosse il bacio più bello della storia. Spostai dolcemente le mie mani sui suoi fianchi e gli occhi mi si riempirono di lacrime - Smetto di baciarti solo per poterti guardare per un istante di più- dissi carezzandole i capelli.
-Ti amo Leo,solo gli dei sanno quanto-

Spazio autrice: spero che il capitolo vi piaccia! Forse il ritmo della storia è lento,però adoro la Caleo e ho voluto dedicargli un ampio spazio nella storia...spero condividiate la mia decisione. Vi ricordo di commentare per esprimere la vostra opinione e di votare se vi piace la storia. Nel caso qualcuna/o di voi volesse parlare con me in privato potete contattarmi su Twitter:_Franzz__ 😘

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