Ero io che avevo accettato,perlopiù senza il consenso degli altri,quindi dovevo assumermi le mie responsabilità e fare in modo che tornassero tutti sani e salvi. Strinsi forte la mano di Calipso e mi persi nei suoi occhi,che ho amato(e che amo) così tanto e per i quali ho rischiato la mia stessa vita;non mi sarei mai perdonato di vederla ferita oppure...morta.
La stanza tremò improvvisamente e Clarissa perse l'equilibrio,cadendo addosso a Percy. Iniziò a ruotare tutto e tenni Calipso per la vita,temendo che potesse cadere. La testa mi girava da morire e rischiavo di rimettere da un momento all'altro. Ci fermammo improvvisamente e traballai prima di assestarmi. Ci volle qualche secondo prima che potessi realizzare quale fosse la nostra posizione: ci trovavamo in una valle,bella e rigogliosa,colma di vegetazione e di succosi frutti. Era veramente un bel paesaggio e per qualche istante mi scordai il motivo per cui mi trovavo lì. Ascoltai gli uccellini cantare e il rumore di un torrente che scorreva,così riuscii a rilassarmi.
-É trucco ragazzi,rimanete concentrati- disse Clarissa scrollandomi per le spalle. Quando mi voltai vidi che non ero stato l'unico a rimanere colpito dalla vegetazione,tutti la stavano ammirando in modo assente.
-Giusto,hai ragione- rispose Percy sempre un po' distante.
-Se fossi una chiave divina in quale posto starei?- si chiese Annabeth
-Quanto sarà grande questo posto?- chiese Percy guardandosi intorno.
-Il problema non sta nella grandezza,ma nella posizione. Qui,è tutta questione di logica- disse Calipso avvicinandosi alla corteccia di un albero;iniziò a toccarla delicatamente e poi poggiò le sue dolci labbra sopra di essa e sussurrò qualcosa.
-Dobbiamo capire-disse Annabeth
-Non abbiamo nessuna informazione,giusto?- domandò Clarissa
-Giusto- risposi mentre giocavo con il filo di ferro,abitudine di quando sono nervoso.
-Dividiamoci in due gruppi- propose Percy
-Non mi piace l'idea di separarci- rispose Annabeth
Alla fine avevamo optato per fare un giro di perlustrazione,quando Calipso ci fece cenno di seguirla.
-Ho parlato con quell'albero e ha detto che ognuno ha un ruolo preciso... Giano sapeva che io avrei parlato con la natura- fece la mia ragazza mentre ringraziava la quercia. Noi ci guardammo confusi,non capendo il senso della frase di Calipso. Ognuno aveva un preciso ruolo,ma era alquanto generica come informazione.
Così vagammo invano per quelle che sembrarono ore,facendoci largo tra quell'umida e impenetrabile foresta .
La vegetazione diventava sempre più fitta man mano che ci addentravamo dentro di essa;sentivo il sudore colarmi dalle tempie e avevo davvero molto caldo. Il canto degli uccellini,ripetitivo e sempre più intenso,stava diventando davvero inquietante e quasi faticavo a vedere la luce del sole.
"Okay,Okay. Siamo completamente fuori strada" disse Annabeth sedendosi su un tronco d'albero
"Sarà da almeno mezz'ora che vaghiamo alla cieca"dissi guardando il mio orologio
"Io non capisco il senso delle parole" disse Percy pensieroso.
"Calipso,perché ci hai portati qui?" Chiese Annabeth. Era completamente senza forze e notai che cercava invano di rimettersi in piedi.
"Io non ho idea,ho soltanto seguito il mio istinto" Fece Calipso scrollando le spalle
Sentimmo un forte tonfo e dopo qualche secondo vidi Annabeth a terra tra i cespugli,gemente e dolorante.
Era pallida e imperlata di sudore,a mala pena riconoscevo il suo viso...non l'avevo mai vista in condizioni così critiche.
Percy accorse da lei per aiutarla,ma lei fece un cenno,come se volesse fermarlo. Notai che iniziò spostare delle foglie sulla terra e sembrava esattamente un gatto che scava la buca per...beh,lo sapete.
"Ragazzi!" Urlò continuando la sua opera di pulizia
Corsi da lei e,dopo aver preso una bella spina della caviglia,mi accovacciai vicino ad Annebeth. Lei dovette scavare ancora un altro po' perché io capissi.
"Eccola" sorrise mentre toglieva la terra da un pezzo di carta.
Ci misi un po' a realizzare l'importanza di quel gesto.
Annabeth aveva trovato la mappa.
La mappa per arrivare alle chiavi.
