Annabeth

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Tolsi la terra che copriva il foglio di carta e lo presi tra le mani come se fosse la cosa più preziosa che il mondo potesse darci. Non mi posi nemmeno il problema di alzarmi e quasi non facevo caso alla disidratazione,provocata dall'umidità asfissiante della foresta. Sentii qualche sospiro di sollievo e delle risate,ma non mi girai neanche verso i miei compagni.
Il foglio era poco spesso e sottile,di uno strano colore giallognolo. Mi tremavano le mani e avevo paura di spezzarlo. I disegni erano sporchi e confusi ma riuscii comunque a orientarmi e cercai di leggere quella terribile calligrafia.
La foresta dove ci trovavamo era di forma circolare e aveva un centro,con dodici strade diverse che partivano da esso. Segnalava diversi ingressi e grotte,contrassegnati da un nome scritto in greco antico.
"Dove ci troviamo?" Solo quando Leo parlò mi resi conto che erano tutti chinati vicino a me,intenti a osservare la mappa.
"Allora,noi siamo partiti da qui" dissi indicando il centro
"Solo dobbiamo capire dove ci siamo infilati" proseguì fissando la cartina tanto intensamente da sperare che parlasse,ma questo non accadde.
"Allora,nel primo sentiero abbiamo foresta di...che scrittura terribile ehm,credo sia conifere e un gigantesco arco di pietra del quale non riesco a leggere il nome...qualcuno si ricorda di aver visto qualcosa del genere?" Domandò Clarissa facendo scorrere le dita sul sottile foglio di carta.
"Secondo sentiero, foresta di abeti e..."interruppi Percy "no,il clima nostro non è certo quello di una foresta di abeti,andiamo avanti" dissi con fare autoritario e mi dispiacque anche un po' visto che non mi piaceva fare la dura con il mio ragazzo,però avevamo poco tempo.
"Terzo sentiero...mi sembra che raffiguri una giungla,con un grosso spiazzo più o meno ai tre quarti del sentiero con una lapide grigia" Leo mi guardò.
Io lo guardai.
Capii.
Noi eravamo nel terzo sentiero.
Con la vegetazione impenetrabile e il clima asfissiante della giungla.
La lapide grigia non era una semplice lapide grigia.
Ma l'ingresso a ciò che da tempo cercavamo.
"Ci sono" dissi dando per scontato di aver recuperato le forze,ma le ginocchia mi cedettero e io caddi a terra come un sacco di patate. Sentii male in tutto il corpo e mi maledissi per essermi ridotta così,anche se non era colpa mia.
"Mangia questa" Calipso mi diede dell'ambrosia e quando mandai giù quel quadratino di gioia concentrata iniziai subito a sentirmi meglio. Il dolore alla schiena e all'anca sinistra era alleviato e mi sentivo meno stanca,con un po' più di energie.
"Vorrei tanto che tu risposassi Annabeth, ma non  abbiamo tempo" Percy mi tirò su e mi tenne stretta,credendo che sarei potuta cadere  a momenti.
Dopo qualche passo incerto riuscii a trovare un equilibrio e calarmi nella ripida scala a chiocciola situata sotto la lapide non fu poi così difficile.
Arrivammo in una stanza buia e umida,tanto che non riuscivo a vedere le pareti. Mi accorsi di avere l'acqua che arrivava al calcagno e provai freddo in tutto il corpo;l'escursione termica di qui alla superficie doveva essere di almeno sette gradi.
"Bene bene bene ah ah ah ah" al tuono di questa voce sobbalzai e quasi andai a sbattere contro la roccia. Vidi i visi confusi dei miei compagni e pregai gli dei che Giano non portasse brutte notizie.
"Avete superato le prime due prove in davvero poco tempo,non credevo che le due ragazza fossero così abili!" Si interruppe e io non capii,le prime due prove? Che cosa intendeva quel pazzo?
"Adesso tocca ad altri due di voi...ah,questa qui è la più divertente ah ah ah" Giano smise di parlare e noi ci ritrovammo in questa grotta circolare umida e puzzolente.
Nessuno di noi capiva che cosa intendesse il dio,meno chiaro non poteva essere.
"Le prove! Come ha detto l'albero" disse Calipso arrancando nell'acqua e dirigendosi verso di me.
"...ognuno ha il suo ruolo" Clarissa ripeté le parole fra se e se.
Pensa Annabeh,pensa. Forse intendeva che ognuno doveva contributore con la sua abilità più sviluppata. Per esempio,Calipso ci ha fatto strada e io...io ho trovato la mappa e l'ho saputa leggere!
"Ragazzi,ci sono" esclamai e catturai la loro attenzione. Li dissi che cosa avevo capito e spiegai che ognuno di noi doveva affrontare una prova,io e Calipso l'avevano già superata.
Cercammo una via di uscita ma non trovammo nient'altro oltre che alle pareti. Perché eravamo chiusi la sotto senza via di uscita? Forse la prova era proprio trovare una via di fuga.
"Ragazzi" Leo ci chiamò,ma nessuno badò troppo a lui,eravamo troppo impegnanti a trovare un'uscita. Io non mi girai neanche a guardare il mio amico.
"Ragazzi!" Leo urlò talmente forte da farmi male ai timpani e a quel punto fummo costretti a guardarlo. Indicava verso il basso e lì per lì non capivo.
Solo quando abbassai lo sguardo mi resi conto di avere l'acqua fino a metà polpaccio.
Era aumentata.
E stava aumentando in maniera sempre più forte.
"Presto! Muoviamoci a trovare un uscita" Clarissa si mise in ginocchio e tra l'acqua setacciò il pavimento.
Avevamo perquisito tutta la caverna invano,non c'era modo di uscire.
L'acqua ormai ci arrivava quasi alla vita e non sapevo che cosa fare.
Percy e Clarissa non riuscivano a respirarci e neanche a controllarla.
Questa era sicuramente la loro prova ma non avevamo idea di come poterla superare.
Nuotavamo invano per la grotta circolare provando a cercare qualcosa che poteva esserci sfuggito.
"Ragazzi,mi dispiace" Percy aveva le lacrime agli occhi.
"Tranquillo amico,troveremo una soluzione" Leo gli mise una mano sulla spalla e si immerse sotto l'acqua,con l'ausilio di una cannella fatta da lui.
A quel punto capii.
Questa non era la prova dei figli di Poseidone,ma di Leo.
L'acqua aveva raggiunto il petto e faticavo a muovermi in essa,non sono mai stata una brava nuotatrice.
"Leo,questa è la tua prova" dissi mentre lo ripescavo come se fosse una pesce. Lui mi guardò confuso ma,senza che nessuno gli dovette dire niente,iniziò a armeggiare con i pochi attrezzi che aveva.
"Leo sai cosa fare?" Calipso faticava a stare a galla,l'acqua aveva raggiunto il mento della ragazza.
Il figlio di Efesto lavorava senza sosta,non badando all'ostacolo dell'acqua. Era frustrante,io avevo bisogno di fare,di collaborare e di rendermi utile,così stare lì a guardarlo senza fare niente mi faceva sentire fin troppo impotente.
"L'acqua entrerà pur da qualche parte" disse Leo tenendo in mano un grosso disco di metallo coperto di cavi e di altro materiale che non riconoscevo.
"Si,giusto! Come ho fatto a non pensarci prima" mi guardai intorno,setacciando il soffitto e le pareti che emergevano dall'acqua,ma non trovai nulla.
Questo significava che la sorgente era senz'altro sommersa.
"È sott'acqua" ormai dovevo tenermi a galla con le braccia e dal soffitto ci separava poco meno di un metro.
"Se non mi vedete tornare ma il livello d'acqua smette di aumentare e si apre un'uscita,non esitate a aspettarmi..scappate e basta" noi non fummo in tempo a replicare perché Leo era già partito all'avanscoperta.
Dio,eravamo tutti così preoccupati.
Percy andò ad aiutare Calipso che stava decisamente per affogare e Clarissa stava vicino a me,in caso mi stancassi improvvisamente di tenermi a galla.
Pregavo tutti gli dei che Leo potesse tornare,ma il livello dell'acqua continuava ad aumentare.
La ninfa era completamente bianca in faccia e se non ci fosse stato Percy,lei sarebbe sicuramente affogata.
Io cominciai ad avvertire dolore ai muscoli delle braccia,ma non mi piaceva mostrare debolezza,quindi non mi aggrappai a Clarissa.
Ormai Leo era sotto da quasi un minuto e sperai che non fosse annegato,ma i cadaveri tornarono a galla,giusto?
Eravamo tutti sfiniti e anche Percy iniziava a mostrare debolezza,doveva arrendersi alla parete per sorreggere lui e Calipso.
Ma improvvisamente il livello d'acqua smise di salire.
Mi trovavo con il naso appiccicato al soffitto della grotta,ma almeno non ero sommersa del tutto.
Leo non tornò a galla e Percy disse che l'avrebbe ripescato,ma si aprì un uscita buco sul soffitto,dove vi era un scala che conduceva all'esterno.
"No,Leo" Calipso non voleva venire via e noi dovemmo spingerla sulla scala.
Nessuno di noi voleva andarsene,ma Leo avrebbe voluto questo.
Quando montai sulla scala stavo piangendo,come mai avevo fatto.

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