Leo

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Appena mi immersi persi subito la bussola e andai a sbattere in continuazione contro le pareti, senza neanche guardare dove stessi andando. In superficie non sembrava che la corrente fosse così forte,ma la sotto non si riusciva nemmeno a mantenere una rotta. Presi una botta talmente forte al fianco che finii sul lato opposto e atterrai su un getto d'acqua. Ero accecato dal dolore e inizialmente non capii che cosa avevo trovato,così quasi mi abbandonai all'idea di morire annegato. Ma quando abbassai lo sguardo mi resi conto che potevo portare a termine la missione, mettendo in salvo i miei amici. Posizionai il disco di metallo che avevo costruito sopra il getto e sperai che quello riuscisse a funzionare da tappo.
L'acqua continuava a passare,così spinsi un po' di più,finché l'acqua smise di affluire.
Avevo perso quasi tutto il fiato e cercai di tornare a galla senza finire in balia della corrente. Per la prima volta provai la sensazione di quando ci manca completamente l'aria e si cerca disperatamente una fonte di ossigeno,così arrancai con tutte le mie forze fino alla superficie. È stata l'esperienza più brutta della mia vita e credo di essere vivo per miracolo.
Quando riaffiorai non vidi i miei amici e pregai che fossero riusciti a scappare. Mi guardai un po' intorno e quando vidi  una scala che portava all'esterno sorrisi, sollevato di essere salvo e di poter riabbracciare i miei amici. Salire sulla scala non fu facile,dato che avevo perso tutte le mie forze e il dolore all'anca era lancinante. Ogni volta che salivo un gradino vedevo le stelle dal dolore, dovetti stringere i denti e prendere tutta la mia forza di volontà per arrivare all'esterno.
Mi lasciai cadere a terra come un sacco di patate e mi si era annebbiata la vista,così mi accasciai su un prato, ingoiando della schifosa erba. Vedevo delle figure sfocate in lontananza e non mi ci volle molto a fare due più due. Raccolsi tutta la forza che avevo in corpo per urlare il nome della mia amata,che sempre coronava i miei pensieri "Calipso! Calipso" dopo poco vidi i miei compagni venirmi  in soccorso.
"Leo" Calipso mi aveva preso tra le braccia e piangeva,piangeva per la gioia,felice di potermi ancora abbracciare.
"Santo cielo Leo,è stato terribile" Annabeth aveva gli occhi lucidi mi abbracciò fortissimo, tanto da farmi male alle costole. Clarissa e Percy ebbero la stessa reazione e dovetti sopravvivere ad altre due strette mortali.
"Come stai? Vuoi un po' di ambrosia?! Clarissa passami dell'ambrosia per favore" Calipso mi diede un bel pezzo della nostra scorta ed io esitai a mangiarla,preoccupato che non potesse bastare per gli altri. Purtroppo la mia ragazza non mi diede troppo tempo per pensare, visto che me la infilò in bocca. Cominciai subito a sentirmi meglio e la fitta lancinante all'anca era diventata sopportabile. Clarissa mi guardava come se fossi un cucciolo ferito e questa cosa mi irritò un pochino, ero stufo di essere visto come il bambino che ha bisogno di essere curato del gruppo. Mi rimisi in piedi,forse affrettai un po' i tempi, ma non volevo essere un peso per la missione.
"Sei sicuro di farcela?" Annebeth mi poggiò una mano sulla spalla e io annuii, cercando di essere il più convincente possibile.

Eravamo stati troppo distratti fino a quel punto che non ci eravamo neanche guardati intorno. Eravamo in un prato sconfinato,talmente esteso che non si vedevano neanche i confini. Era colorato da numerosi fiorellini di vari colori e lo spettacolo poteva anche essere carino se non fossimo stati in luogo in cui ci sottoponevano a prove mortali.
"E adesso che facciamo?" Sussurrò Clarissa,come se avesse paura di farsi sentire.
"Camminiamo e andiamo avanti,finché non incontreremo qualcosa di sospetto" Annabeth si mise davanti a tutti noi e ci fece strada,tastando piano
piano il terreno prima di calpestarlo perché temeva che vi potessero essere sabbie mobili o altre trappole in agguato. Io camminavo con l'aiuto di Percy e duravo il doppio della fatica data la conformazione morbida e pastosa della terra.
Camminavamo da almeno un quarto d'ora ma il paesaggio non era cambiato,sempre un gigantesco prato che occupava tutto il territorio circostante. Quella situazione era veramente frustrante ed eravamo come dei cani che cercavano di mordersi la coda.
Dopo qualche minuto comparve un grande,solitario albero. La vista di quella grande distesa di erba con la presenza di un solo albero era alquanto strana e ci guardammo tutti disorientati.
"Credo che dovremmo avvicinarci" dissi
"Si,ma cautamente. Potremmo trovare delle trappole" disse Clarissa bloccandomi il passaggio con un braccio e prendendo il comando. Pensai che quel salice doveva pur significare qualcosa,era da ore che vagavamo e tutto ciò che avevamo incontrato era erba e fiorellini.
Quando ci trovammo a nemmeno tre metri dal suo tronco sentii la terra cedere sotto i miei piedi e in neanche un secondo mi ritrovai in uno scivolo sotterraneo,con le chiappe doloranti per la botta "Bella l'idea di avvicinarsi all'albero, sei proprio un genio Leo"
La velocità era tale che mi schiacciava allo scivolo di metallo ed ero incapace di fare altri movimenti. Feci un grande Splash in una vasca d'acqua,che mi arrivava fino al petto. Giano doveva adorare torturare i semidei cercando di affogarli,Sisi dovevo proprio prendere nota di questa geniale trovata!
Mi resi conto di essere in una sala circolare,con quattro vasche lungo la circonferenza. Spalancai gli occhi quando realizzai che gli altri miei compagni erano all'interno degli altri cubi di vetro,meno che uno...Percy.
Assaggiai l'acqua,era salata.
"Adesso sta a te,Poseidone. Dimostraci quanto sei capace a domare le acque. Distruggi ciò che devi e avrai in cambio i tuoi amici,fallisci e farò di loro i miei servi. AHAHAHAHAH"

Spazio autrice: ciao a tutti spero che il nuova capitolo vi piaccia! Volevo comunicarvi che siamo circa a metà della storia,quindi ne dovranno ancora succedere delle belle.
Fatemi sapere cosa ne pensate e come sempre vi invito a leggere l'altra mia storia "The adventures of Maya Cruz: La chiamata"
P.s potete trovarmi su Twitter, mi chiamo "pupazz_"

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