Afraid (Cap. 4)

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《Lottie?》 Mi sento chiamare, ma sono troppo stanca e gli occhi non si vogliono aprire.

《Prima che esca dalla stanza svegliati.》 Sussurra, come se qualcun'altro nella stanza potesse ascoltarla.

Agito una mano facendole cenno di andarsene, così la sento sospirare e uscire dalla stanza. Sorrido trionfante. Ma subito spalanco gli occhi, quando sento una risata.

Che non è della mia amica.

《Buongiorno, Charlotte.》La voce calma, nè dolce nè fredda. Ha una pronuncia particolare ma con un suo certo fascino.

《Cosa ci fai qui?》 Mi affretto ad alzarmi, senza sembrare troppo turbata dalla sua presenza.

Lo guardo meglio e mi soffermo maggiormente sulla maglietta. Una maglietta che io ho giá visto. L'ho vista molte volte, ma non era lui ad indossarla.

Così provo a non guardarla, ma sono come una falena anche ora, e quella maglia e' la luce a neon nel buio che mi attira. So che sto girando intorno alla mia scottatura, mi ci sto avvicinando sempre di più. Sentendo il bisogno di guardarla, ma consapevole del fatto che mi brucerá.

《Sono venuto a svegliarti. Mi sembra ovvio.》 Sorride smagliante. Le fossette compaiono, ma in un qualche secondo sono giá scomparse.

《Cos'ha la mia maglia?》

《Cosa?》Alzo leggermente lo sguardo, socchiudendo le labbra. Ho fatto cadere la camicetta che avrei dovuto mettere ma non ho ancora raccolto abbastanza forze per voltarmi.

《La stai guardando in modo strano. Che ha che non va?》 Sorride ancora, ma lo fa in un modo strano. In un modo quasi malefico. Che mi fa solo arrivare a conclusioni irrazionali, eppure mi si piantano in testa. Nella mente ed ogni senso della ragione inizia a sgretolarsi.

Sembra quasi una vendetta. Che so di meritarmi. Ma se all'inizio pensavo che Harry avrebbe potuto salvarmi, ora credo solo che mi ferirà maggiormente.

Non so come pensieri simili possano nascere alla vista di una maglia, ma ne sono convinta. E' da matti solo credere che lui abbia messo di proposito quella maglia per farmi del male. Un male che sa mi avrebbe procurato, pur non sapendone il motivo.

Questa e' la vendetta che il mondo mi sta dando. Si sta vendicando come me per avergli tolto uno degli angeli senza piu' belli che esista. Uno dei migliori. Tutto il tempo che e' passato non gli e' bastata come penitenza, no. E' lui stesso a dovermela dare, il periodo in cui mi aveva lasciata sola con il tempo lo stava utilizzando per pianificare tutto. Ed una volta revisionato il piano ha deciso di metterlo in atto.

Harry, consapevole o no di questo, ne sta prendendo parte. E non so se è meglio allontanarlo o avvicinarlo. Anche se fa male.

《Nulla. È.. uhm, carina.》Le parole escono con un velo interrogativo, non so neanche piu' se ritenerla carina o meno.

《Grazie, credo.》 Questa volta non sorride, mi guarda solamente. Sta cercando un modo per ferirmi, glielo leggo nello sguardo. 《Era di mio fratello.》 E dicendo questo, mi colpisce a pieno.

Una semplice frase. Mi uccide.

Le parole uccidono piu' dei fatti. E questa ne e' la prova.

Alzo lo sguardo, togliendolo finalmente dalla maglia, e lo punto nel suo. Mi sta guardando anche lui, fermo, con le mani in tasca, distaccato, con la testa da un'altra parte, eppure mi guarda. Ma nel modo in cui lo fa inizia a salire una strana sensazione in me. Uno sguardo simile a quello solo una persona me l'aveva mai rivolto.

La malinconia mi afferra i piedi, e lotta per   tirarmi giù, ma aspetterò che se ne vada per sprofondare.

《Puoi uscire da qui? Mi hai svegliato. Ora puoi andartene.》Parlo freddamente, a denti stretti. Mi vengono i brividi, ma sto mettendoci troppa forza a non cadere, e lui qui mi sta rendendo cattiva.

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