Afraid (Cap. 21)

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Harry's pov.

Cammino avanti e indietro nel vialetto innevato, sono nervosissimo e appena ho messo piede fuori da quel taxy ritrovandomi davanti a questa casa, mi sono pentito subito della stupida scelta che ho fatto.

Sbatto i piedi per scrollare un pò di neve dagli stivali e ritorno a guardare quella porta, combattendo il pensiero se andare o meno.

Quando finalmente so cosa fare avanzo avanti a me, porto un braccio avanti chiudendolo in un pugno per bussare, lo ritiro ma dopo essermi ricordato il motivo per cui sono qui la mia mano entra in cottatto con la porta per circa tre volte.

Poco dopo si spalanca mostrandomi l'uomo a cui meno avrei pensato di venir a bussare alla porta, eppure eccomi qui con il capo chino verso lo zerbino leggermente inumidito a causa della neve che ho portato sopra io da sotto gli stivali

Mi guarda torvo aspettando che parli ma resto in silenzio

"Harry?" Squittisce incredulo.

Annuisco svogliatamente come per dire 'sono io non ci vedi?' ma evito il commento scortese tenendolo per me, non credo sia opportuno ora come ora

"Che ci fa qui?" Chiede ancora con il tono chiaramente sorpreso.

Non rispondo e sospira, sono un tale coglione per essermi presentato a questa porta ma non avevo scelta: o venivo o venivo.

"Vuoi entrare?" Chiede spostandosi verso sinistra in modo che riesco a passare. Annuisco entrando nella casa, il caldo emana nel salotto a causa del caminetto acceso, il rumore dei miei stivali contro il parque colma il silenzio presente nella stanza. Sfrego le mie mani leggermente cercando di ricavarne un calore maggiore da quello che c'è grazie al fuoco.

"Amore? Chi era?" Chiede la voce di una donna, Nathaly

Sento i suoi passi e sbuca fuori dalla porta di quella che dovrebbe essere la cucina; calcolando che indossa un grembiule ed è leggermente sporca di farina.

"Harry?" Squittisce anche lei molto sorpresa, sorride alla mia vista ed io rimango impassibile. Si pulisce le mani sul tessuto che indossa e tira indietro qualche ciocca color caramello.

"Come mai qui?" Chiedono entrambi, non so se dirgli veramente il motivo così mi limito a dargli una risposta veloce.

"Gemma.." Sussurro, la voce esce più roca del solito e mi avvio verso le scale che collegavano le due camere.

"Oh.." Dicono ancora una volta insieme e mi sbrigo ad entrare nella sua camera.

La mano mi trema quando tocco la maniglia, la giro ed apro la porta mostrandomi quelle pareti tappezzate di poster e foto, faccio un passo avanti ritrovandomi dentro la stanza. Il mio sguardo cattura il letto dalle coperte viola ancora disfatte proprio come la mattina in cui lasciò casa per andare in ospedale, mi avvicino per toccarle ed il suo profumo mi invade. Non è cambiato niente e qualsiasi cosa è stata lasciata come era, anche se in disordine, l'ultima ad aver toccato tutto è stata lei quella sera.

Mi giro fino ad arrivare al riquadro con le nostre foto più belle, lo stacco dal muro tenendolo saldamente tra le mani.

Gli occhi bruciano e il cervello è staccato, lascio che i ricordi mi sovrastano e una piccola parte di essi riguarda il viso distrutto di Lottie e quello che è successo ieri mattina... È come se tutto si fermasse adesso, il mio cuore cessa di battere, io non mi muovo ed il tempo si blocca mentre i pensieri continuano a venire e tonare: tipo quando si va sui salta-salta, fai un salto e poi sei sicuro che scendi giù, in un modo e nell'altro atteri... Anche se più tardi o prima, ritorni a toccare la rete con i piedi e poi ti rialzi.

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