01.

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6.00 del mattino, lunedì. Suona la sveglia. Comincia un'altra settimana, solita routine con la solita gente. Mi alzo per prima, come faccio sempre, mi preparo e faccio la colazione. Nel frattempo si sveglia anche Moh, il ragazzo con cui divido l'appartamento da circa due anni.

Moh è bello, alto, occhi verdi e capelli scuri, il solito ragazzo di città al quale tutte gli vanno dietro. Per me è come un fratello maggiore, però, fortunatamente, non frequenta le stesse persone che frequento io. Beh, lui con me non c'entra nulla.

E' un bravo ragazzo, non si rovinerebbe la vita ogni giorno, non si ridurrebbe mai a svenire sul ciglio di una strada sfinito, strafatto e ubriaco. Sa la mia storia, quello che ho passato, quindi non mi obbliga o vieta mai nulla, sa quali sono i miei limiti e mi ha sempre aiutata nei momenti di bisogno. Spesso mi sento in colpa e mi dispiace per lui, ha buttato via occasioni e relazioni per me, per starmi vicino quando ricadevo nei miei momenti bui per giorni, settimane addirittura. Ricordo l'anno scorso quando caddi in depressione profonda per due mesi. Lui c'era ed io ero impossibile da gestire. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza.

Lo saluto di fretta e raggiungo Anthony, il mio migliore amico, sotto casa sua. Anche se mi ha messo tante, troppe volte nei guai, gli voglio e gli vorrò sempre bene, c'è sempre stato per me e ho sempre potuto contare su di lui. Anthony è nel mio "giro", fortunatamente in questa città è rispettato quasi da tutti.

Lo saluto, mi passa la canna che sta fumando e nel frattempo ci dirigiamo a scuola sopra la sua moto, passando per le fredde città di Bradford.

In realtà non sono nata qui, prima abitavo a Newcastle, ma quella città aveva troppi ricordi per me, non riuscivo più a sopportarli. La mia vita era sempre stata incasinata, triste e sbandata. Mia madre faceva la prostituta e mio padre si portava a letto tutte le ragazzine che gli capitavano a tiro, era sempre ubriaco e a casa non c'era mai. Il 17 dicembre, nel giorno del mio undicesimo compleanno i miei avevano avuto come al solito una lite per via del mantenimento, si erano separati quando avevo 9 anni. Papà la insultò e se ne andò di casa furioso. Aveva bevuto e puzzava e per scordare la litigata si mise in macchina sbronzo e si andò a schiantare contro un muro sulla statale. Da li in poi tutto cambio. Lei si trovó un imprenditore ricco e mi abbandonò. Compiuti i 15 anni me ne andai di casa e fu li che conobbi Anthony e entrai nel suo giro, fatto di errori, conoscenze sbagliate e chi più ne ha più ne metta. Avevo bisogno di dimenticare gli anni passati e avevo bisogno di vivere. Poi le cose si fecero più serie, la comitiva prese una piega peggiore di quella iniziale e molte persone iniziarono ad andarsene. Al tempo ancora non mi rendevo conto di quello che mi stava accadendo. Una sera di inverno conobbi Moh, ero davvero in condizioni pietose e mi portó a casa sua. Fù lì che i miei giorni andarono sempre peggio e mi chiusi settimane e settimane a casa sua e lui non protestò, anzi, si prese cura di me. Non parlavo, non mangiavo, iniziai a fare uso di eroina e per un po' pensavo fosse arrivata la mia ora. La mia salvezza fu lui, diventammo ottimi amici e mi trasferii a casa sua, per dividerci le spese. Con lui riuscivo ad aprirmi, gli raccontai la mia infanzia e riuscì a farmi superare quel periodo. Non feci più uso di quello schifo.

Arrivati a scuola, in ritardo come sempre, ci dirigiamo a seguire i nostri corsi, e, finite le lezioni, ci incontriamo nel parco che frequentiamo da sempre. Arriva prima Tiffany, poi Edward insieme a James e Liam ed infine Asia con Jeremy. Sono loro i ragazzi rimasti nella nostra comitiva.

-Chi si vede! Che si fa oggi?- chiedo

-Bella domanda, peccato sia inutile - mi risponde Liam. Lui è il più grande del gruppo e da un po' di tempo si è stufato di fare ogni giorno le stesse cose. Non posso biasimarlo dopotutto, un po mi sono stufata anche io.

-Non possiamo restare in ogni caso qui, dove andiamo?- dice Asia

-A casa tua possiamo Holl?- mi dice all'orecchio Anthony

-Meglio di no, non voglio disturbare Moh-

-Allora andiamo da me- si offre, come sempre, Jeremy. Ad Asia scappa un sorrisetto, è sempre stata innamorata di Jeremy e la loro situazione è sempre stata complicata e movimentata.

La casa di Jeremy è enorme e passiamo lì gran parte del tempo. Vive solo grazie a tutti i soldi lasciati dal padre morto, compresi i beni e la casa.

In quelle stanze qualcuno ci era quasi morto ma negli ultimi tempi avevamo deciso di darci una regolata

Una volta arrivati Anthony tira fuori il fumo ed inizia a scioglierlo; io, Edward e Asia tiriamo fuori qualche birra dal frigo e James mette un po' di musica. Avevamo deciso di passare un pomeriggio tranquillo e senza drammi ma mi giro e vedo Tiffany e Jeremy dirigersi verso la camera di quest'ultimo. Decido di non dire nulla e prego affinché Asia non li veda.

Negli ultimi tempi Tiffany se la faceva con Jeremy e per questo tra Asia e lei non scorreva buon sangue.

Tiffany è stupenda, ha i capelli neri, occhi verdi, magrissima e con molti tatuaggi. È la classica ragazza che tutti vogliono portarsi a letto e da un po' di tempo era diventata la mia migliore amica. Rispetto a lei sono poco più bassa e ho qualche curva in più, i miei capelli sono tinti di un rosso molto acceso, ho i piercing sulle guance, parecchi tatuaggi sulle gambe e alcuni sulle braccia.

Tutti quei tatuaggi avevano molto significato per me.

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