17.

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Cardiff, quarta fermata.

La metropolitana si fermó, ebbi un momento di confusione, era davvero pieno di persone e non si vedeva nulla. Aspettai che la gente se ne andò e così salii le scale mobili per vedere bene dove andare.

Dopo aver chiesto diverse informazioni ritrovai il posto più veloce per andare al porto.

Era così bello, non lo ricordavo in quel modo.

Iniziai a camminare sentendo il rumore del mare schiantarsi sulle grandi navi, l'odore di salsedine e l'aria marina sulla pelle. Era davvero una sensazione incredibile, ebbi come un flashback e mi tornarono in mente moltissimi ricordi.

Tra questi uno era davvero inatteso.

Una bimba che giocava sulla barca spensierata senza pensare a tutti i problemi che la vita le avrebbe messo davanti. Così innocua e ingenua, con tutto il suo futuro davanti.

"Holly, holly" la stavano chiamando. Era una ragazza dai capelli biondi, occhi verdi e labbra carnose che la chiamava.

Quella ragazza era sua madre, quella bambina ero io.

Risentii la sua voce tra quelle onde, nel sole trovai i suoi occhi. Mamma, come la odiavo e come mi mancava. Forse proprio per questo quel posto era magico. E i ricordi mi riportarono al mio momento no, quello nel quale avevo il mondo contro, con tutto il peso degli errori sulle spalle.

Cardiff mi dava tranquillità, li ero davvero viva. Chissà quanto tempo anche stavolta sarei rimasta li, sola con me stessa.

Incrociai lo sguardo di una bambina curiosa, mi geló.

Il suo sguardo era come per dire "adesso basta, smettila di mentire a te stessa ". E infatti ero andata li proprio per questo, essere me stessa.

La nuova Holly, quella che amava stare sola, che era forte, una vera guerriera.

Incominciai dall'aspetto fisico.

Come tipa ero davvero molto strana e piena, avevo chili di trucco, scarpe alte, capelli rossissimi, dilatatori, tattoo e piercing. Dovevo rivoluzionarmi.

Incominciai dalla parte più importante per me, i capelli. Li tinsi di celeste, il colore del cielo e del mare.

Rimossi molti piercing e comprai vestiti molto meno appariscenti. Mi sentivo libera, me stessa. Holly.

Trovai un posto dove dormire, ero molto stanca. Finii in un hotel un po strano, ma mi accontentai.

Il giorno dopo chiamai Moh.

-Hei fratellone- mi veniva da piangere, quanto mi mancava.

-Sorellina, risolveremo tutto ma torna a casa ti scongiuro-

-No, ho davvero troppo bisogno di stare sola, mi manchi troppo sai!-

-No Holly, ti prego, torna-

-Tornerò presto vedrai- la mia voce era smorzata dal pianto

-Perché te ne sei andata? Per quello stronzo di Rudolf? Beh se la vedrà con me!-

"Rudolf"

"Rudolf"

Quelle sei lettere entrarono nella mia testa come se fossero un uragano in pieno svolgimento. Rudolf. Dovevo togliermelo dalla testa. Era il mio più grande sogno e il mio più ricorrente incubo.

-No frà tranquillo, è solo per me, lui non è niente, tutto passato- ma mentivo

-Holly sai che ci sono- la sua voce era molto preoccupata

-Certo, a presto fratellone mio!-

E menomale che nei momenti peggiori tornavano persone con Moh, che c'era sempre e non se n'era mai andato. Al contrario di Rudolf.

Quella notte ebbi un incubo: ero da sola in una stanza piena di specchi e ad un certo punto apparii lui, tutto vestito di nero ed elegante che urlava il mio nome. Gli urli erano assordanti e io cercavo di scappare il più possibile lontano ma invano, ogni specchio aveva riflessa la sua immagine.

E non duró solo quella notte, lo sognai per ben 10 notti di seguito.

Due settimane più tardi il mio umore era cambiato, non ero più la stessa. Non bevevo, drogavo o non mi alteravo più, ero così tranquilla, quasi apatica.

Ma la mia apatia duró soltanto altri 4 giorni...

Nota dell'autrice:

Ciao bellissimi, so di essere sparita per tantissimo tempo, e mi dispiace molto, ma ho avuto molti problemi di connessione e 0 idee. D'ora in poi aggiornerò molto più spesso, ma voglio vedervi più attivi! Commentate e votate la storia, lasciatemi messaggi privati, ravvivatevi insomma! Grazie per il supporto che state dando a me <3.

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