18.

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Nota dell'autrice:

Ciao ragazzi! Prima di tutto voglio scusarmi per essere sparita e avere lasciato cosi 'Lost', so che molti di voi aspettavano questo nuovo capitolo. Purtroppo avevo perso i dati e non sapevo piu come entrare e inoltre non ho perso molto tempo nel ritrovarli poichè sono stata presa nello studio degli esami e non ho avuto proprio modo e tempo di scrivere. Ma, con il ritorno dell'estate e del tempo libero, prometto che sarò presente e continuerò Lost il piu possibile, spero addirittura di finirlo per settembre. Che dire? Spero continuiate a sostenere questa storia come avete sempre fatto. Un bacio e buona lettura!.

Ebbene si, al termine di quei 4 giorni dovetti tornare a casa, mio malgrado. Perchè? Quei cretini di Anthony e Gary erano ricoverati all'ospedale dopo essersi schiantati contro un albero la sera del compleanno di Charlotte. La verità è che non chiesi molto per telefono, ma una volta arrivata in ospedale vidi che i fatti erano piu gravi di quelli che sembravano.

-Tiffany! Cosa è successo?- Tiff era effettivamente distrutta, si notava dalle enormi occhiaie e dagli occhi lucidi

-Holly! Ma dove cazzo sei stata? Manco una telefonata hai fatto, ma ti sembra modo?- Sinceramente non mi aspettavo queste parole come 'bentornato' ma aveva ragione. Dopotutto loro mi chiamavano continuamente, erano davvero preoccupati per me.

-Davvero perdonami! Dopo ne parliamo ma... come stanno i ragazzi?-

-Cosa? Non l'hai saputo? Anthony...- notavo uno strano tremolio nella sua voce spezzata. Appena pronunciato quel nome scoppiò a piangere. Ero preoccupata

-Tiff perchè piangi? Ti prego spiegami.. come sta Anthony?-

-E' in coma Holly, è in coma da due giorni- vuoto.

Quelle parole mi trafissero la pelle, i muscoli, le ossa e il cuore. Quelle parole si impossessarono di me. E crollai a terra senza sensi, sentivo soltanto qualche voce esterna che chiedeva soccorso.

In poco tempo mi ritornarono in mente tutti i momenti passati con Anthony, con il mio migliore amico. Lo incontrai solo quando avevo 15 anni, ero ingenua, sola e impaurita. Lui arrivò un po come un salvatore in quel mondo dove tutto per me aveva perso senso, e nonostante fù proprio per lui che entrai in quel giro di disagiati, la mia vita cambiò dove stava per finire. Insieme avevamo fatto di tutto, dalle scritte sui binari alla ricerca di altri membri da far entrare nel gruppo. Dalle cose più stupide a quelle più gravi. Eppure dopotutto lui era ancora li con me, a salvarmi la vita dove poteva farlo, a darmi consigli, a farmi sfogare e a consolarmi. Con lui mi sentivo protetta, mi ha dato la sicurezza che mi serviva. E ora solo per una delle sue cazzate era finito in un letto di ospedale, in lotta tra la vita e la morte.

Mi sembrava di essere tornata alla morte di mio padre. Andarsene nello stesso modo anche Anthony non poteva. Lui non era quella merda di mio padre, lui meritava una morte migliore. Lui meritava di vivere.

Nel frattempo aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza d'ospedale, circondata da tutti i miei amici e da un paio di infermieri.

-Ha solo perso i sensi, non vi preoccupate, si riprenderà presto, lo shock è grande per tutti- continuava a ripetere

-Holly, Holly.. come ti senti?- Era una voce più femminile stavolta a parlare. Era Charlotte

-Voglio andare a casa- fù l'unica parola che riuscii a dire

-Tranquilla piccola, Moh sta venendo a prenderti- stavolta a parlare era Ed

-C.. com... come sta Anthony?- il tempo di realizzare ed avevo già le lacrime agli occhi

-Holly, Anthony si riprenderà, per ora ce ne stiamo occupando noi e dovete tutti stare tranquilli. Va a casa e riprenditi, i tuoi amici ti faranno sapere- ad intervenire stavolta fu' l'infermiera.

In breve tempo arrivò anche il mio fratellone. Non riuscivo a spiegarmi come potessero tutti mantenersi così calmi.

-Holly, vieni qua- mi strinse in uno dei suoi abbracci

-Moh perdonami, dovevo riprendermi, perdonami- ero in lacrime.

Avevo sbagliato ad andarmene via senza dire nulla a nessuno. Eppure mi aveva fatto cosi bene... ma evidentemente non mi meritavo una vita felice e tranquilla. Non avrei mai pensato di riaffrontare tragedie simili.

Tornati a casa, Moh si assicurò che stessi bene e se ne andò di casa per alcune commissioni. Non resistetti e me ne andai da Liam, forse lui poteva capirmi e darmi qualche solievo. Appena arrivata a casa sua non c'era nessuno. Cosi decidi di andare da Anthony per parlare con lui. Chissà se poteva sentirmi.

Durante il mio cammino pensai a quante cose erano successe nella mia vita in così poco tempo. Prima la morte di mio padre, poi le liti con mia madre, la nuova casa, Moh, Anthony, la compagnia, Rudolf, Jay, la nuova vita, e ancora Anthony. Non lui però. Lui non meritava tutto questo.

Presa dai pensieri arrivai finalmente in ospedale dove, senza dire nulla, entrai nella stanza dove era tenuto il mio migliore amico. E così, senza un motivo vero e proprio iniziai a parlare con lui.

-Ciao Anthony. Guarda come sei ridotto adesso, tutto per colpa delle tue cazzate. Spero tanto tu possa sentirmi. Devi riprenderti campione, devi farlo per me, per tutti noi. Il gruppo non va avanti senza di te. E ti prometto che quando riaprirai quegli occhi non me ne andrò più come ho fatto ultimamente. Sarò sempre presente per te. Potrai considerarmi come tua sorella. Ti prometto che il nostro rapporto sarà più bello che mai e che ricominceremo a fare tutti i casini che abbiamo sempre fatto insieme. Mi manchi tanto. Sai, sto così male. Penso di non averlo detto mai a nessuno, ma di te mi fido. Dopotutto sei tu il ragazzo che mi ha salvato la vita, vorrei tanto salvarla ora io a te. Ho riflettuto tanto nelle ultime settimane. Ho capito che l'amore é come dicevi tu, un'enorme fregatura. E io ci sono caduta in pieno. E ne sono rimasta fregata, senza nessuno al mio fianco. E quando oggi ho saputo di te, beh An, sono crollata ancora. E avrei tanto voluto che a farmi rialzare ci fossi stato tu. Ti prego torna qui con noi, stammi il più vicino possibile come hai sempre fatto da quando mi hai vista. Sei il mio eroe campione, so che puoi farcela- singhiozzavo, le lacrime scendevano giù come l'acqua nel bel mezzo di una tempesta. Anthony era li con me, ma non lo sentivo più così vicino.

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