-Lo so che è difficile Sarah, credimi lo so, ma dobbiamo provare ad andare avanti...loro...avrebbero voluto così...- La voce di Luca esce dalle sue labbra come un sussurro; è dolce, calda e in qualsiasi altro momento della vita l'avrei trovata adorabile.
Ma oggi, adesso no!
-Ma cosa ne sai tu di quello che "avrebbero voluto loro"...- la mia di voce invece è metallica, fredda, il tono rabbioso e sprezzante. Sono ingiusta con lui, lo so da me, ma il suo sguardo triste in questo momento mi irrita ancor di più.
-Sarah...- bisbiglia Luca pronunciando il mio nome con un'infinita tenerezza -Sarah non c'è più!!! È morta su quell'aereo due mesi fa!!! Smettila ti prego di far finta di comprendere...Non puoi, anche volendo, capire davvero come ci si sente...Non puoi! Nessuno può...-
Forse è la prima volta da quando è successo, che riesco a dire davvero quello che penso, senza filtri e senza mezze misure, senza dosare la mia rabbia e la disperazione.
Due mesi...già due mesi senza di loro.
Il tempo sembra essere passato veloce per tutti gli altri, tante troppe cose da fare...
L'organizzazione dei funerali, uno di Stato ed uno in forma privata; la "farsa" della sepoltura di due bare vuote perché i corpi non sono stati ritrovati; le molteplici incombenze pratiche e burocratiche da sbrigare; i colloqui con gli inquirenti per le indagini attualmente ancora in corso; lo psicologo che tenta invano di farmi accettare ed elaborare questa terribile disgrazia; la fila interminabile di amici e parenti che vogliono condividere il tuo dolore; avvocati, notai...e poi gli esami di maturità che ho dovuto sostenere in una seduta straordinaria appositamente creata per me...No! Non riesco nemmeno a credere che ho affrontato già tutto questo.
Come un'automa ho vissuto ogni singolo giorno di quest'ultimo periodo senza viverlo davvero.
Vado avanti solo perché devo...
Tra gocce di valium e psicofarmaci per anestetizzare il dolore.
Le notti trascorrono infinite. Provo a cercare di trovare un pò di sollievo solo inspirando profondamente l'odore dei cuscini sul lettone dei miei, ricercando un pò del loro profumo, affondò il viso rigato di lacrime e resto immobile così, per ore...
I giorni, quasi come una ladra, mi aggiro per casa tentando di individuare un pezzetto di vita di mamma e papà tra queste quattro mura; una casa diventata ormai una gabbia, dorata, ma pur sempre una gabbia...
Apro l'armadio, i cassetti, sfioro i loro vestiti ma richiudo velocemente le ante e la porta della loro stanza, esco quasi fuggendo come se avessi violato un luogo sacro, perchè tutto deve restare esattamente come l'hanno lasciato.
Ogni giorno, ogni notte, ormai come un rituale, ripeto quasi inconsapevolmente gli stessi movimenti.
Fa male di un dolore indescrivibile, e manca l'aria fin quasi a soffocare...
Fisso le lancette e lo scorrere, a volte troppo lento, del tempo che passa...un tempo che ormai non ha più senso...un tempo senza tempo...
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SEMPRE, E PER SEMPRE
Ficción GeneralUna vita perfetta...apparentemente... Una gabbia dorata dalla quale uscire per volare via non appena si trova la chiave...