HARRY
Michael era un ragazzo piuttosto alto, con i capelli sempre arruffati e l'aria sbarazzina. Lo conobbi più di un anno prima, proprio al Bobby's.
Come ogni venerdì sera, infatti, ero lì - a strimpellare e a cantare quelle canzoni che sentivo più mie di quel che avrei voluto - ed era lì anche lui - una sera di quei tanti giorni - seduto al tavolo vicino allo stretto corridoio.
Non che il Bobby's avesse a disposizione uno spazio in cui avresti potuto perdere di vista qualcuno; si trovava abbastanza distante dalle abitazioni, in un vialetto stretto e decisamente claustrofobico: non appena entravi, l'aria viziata ti colpiva il viso come il calore quando apri il forno acceso, e i piccoli tavoli avevano sempre troppe poche sedie.
Il grande bancone si estendeva per metà del lato sinistro, seguito qualche metro più in fondo dal piccolo palchetto su cui mi esibivo anch'io: sulla destra, davanti a noi che cantavamo, si apriva una piccola sala delimitata solo da un corridoio di cartongesso, verso la fine, che portava ai bagni.E Michael, quella sera d'estate, era lì, in un di quei tavoli più lontani e più nascosti - le goccioline di sudore che scendevano fino al collo, l'aria calda ad entrarti nei polmoni.
Era impossibile non notarlo.
Michael, dico.
Non tanto per lui - che nel suo paio di jeans stretti e nella sua maglia nera poteva passare per uno qualunque - quanto per lo strano tipo accanto a lui - capelli biondo platino su una pelle troppo chiara.
Chiacchieravano normalmente, come avrebbero potuto fare due conoscenti o due vecchi amici che però avevano finito un pò le argomentazioni.
Questo almeno all'inizio.Avevo sempre avuto lo strano vizio di guardarmi in giro, mentre cantavo.
Magari pensando che qualcuno avrebbe incrociato il mio sguardo.
Non successe mai, in realtà.
Erano sempre presi da cose più importanti.
Però, quella calda sera, notai come il ragazzo vicino a Michael improvvisamente sbattè le mani sul tavolino, tanto da farmi saltare un attimo sul posto.
Stavo cantando e continuai a farlo, ma continuai anche a guardare i due - come l'atmosfera intorno a loro si scaldava, come Michael chiudeva nervosamente i pugni e serrava sempre di più le labbra.
Sembrava sul punto di scoppiare.
Ma non fece in tempo.Il ragazzo di fronte a lui, in un secondo, si scansò dal tavolino e spinse Michael così forte da farlo cadere sul muro di cartongesso, che cedette e si spaccò sotto al suo peso.
Non mi resi conto di aver smesso di cantare fino a quando i miei piedi non toccarono il parquet sotto al palco, nella direzione del tavolino.Le persone quella sera si sarebbero potute contare sulle dita di due mani, e, per esperienza, sapevo che nessuno sarebbe intervenuto.
Ma io non ero mai stato un tipo che rimaneva a guardare, e poi sapevo che Bobby, il proprietario - un uomo panciuto con il grembiule sempre sporco - in qualche modo contava su di me."Hai qualche problema?" Strillai al ragazzo che aveva spintonato Mike, prendendolo per la giacca e facendolo girare verso di me - i capelli biondi come una cascata sulla sua testa, la vena del collo più sporgente del dovuto.
Nella stanza cadde quasi il silenzio - si sentivano solo i nostri respiri, qualche esclamazione di sgomento, Michael che si rialzava lentamente.
Il ragazzo rimase a guardarmi qualche secondo, in confusione, per poi assestarmi uno di quei cazzotti che, se fossimo stati in un cartone animato, mi avrebbe fatto girare la testa prima in un verso e poi nell'altro.
Non me l'aspettavo, sinceramente; ma forse avrei dovuto.Feci due passi indietro e poi recuperai un attimo fiato, riandandogli contro più determinato.
Sentivo la voce di Michael sotto allo stridio delle sedie che si spostavano dal nostro peso; poi, improvvisamente, Michael e Bobby furono vicino a me.
Il ragazzo non era stupido, tre contro uno voleva dire solo che per lui non ci sarebbero state speranze.Non accennò parola neppure quando lo incitammo animatamente ad uscire, e quando Bobby strillò con il suo accento stretto che non si sarebbe più potuto far vedere.
Ma mi parve di sentire, mentre attraversava la porta d'uscita, un teste di cazzo forte e chiaro.Quello che successe dopo fu abbastanza confuso.
In pochi minuti tutte le poche persone presenti se ne andarono, senza chiedere se fosse tutto a posto e alcune anche senza pagare.
Io e Mike ci trovammo fuori al locale, Bobby che un pò ci insultava per il marasma.
Gli sarebbe passata nel giro di poche ore, quell'incazzatura.Nel vicolo, Mike mi ringraziò.
Era da tanto che nessuno mi ringraziava per qualcosa.Non ci conoscevamo, per le prime tre ore di quella serata insieme nessuno chiese il nome dell'altro, come se quello che avevamo fatto fosse contato più di ciò che eravamo - di chi eravamo.
Parlammo.
Nel frattempo parlammo, parlammo come se ci fossimo sempre conosciuti, raccontandoci di tutto.
Mi disse che Luke - il biondo del Bobby's - lo voleva ricattare."Mi ha invitato a casa sua e mi ha baciato, ti rendi conto? Mi ha baciato! Voleva andare a dire in giro che sono gay solo perché non l'ho picchiato mentre lo faceva. Sono un ragazzo contro la violenza, non un ragazzo gay, capisci?" Mi disse ridacchiando verso le tre del mattino, passeggiando per qualche stradina buia e deserta.
Luke aveva sempre avuto strane tendenze, da quel momento come ora.
Provava per noia e si poteva permettere di far finta che non fosse mai successo.Mike e io eravamo leggermente sbronzi - le lingue blu per un cocktail dal nome impronunciabile -, mentre oltrepassavamo una pizzeria ancora aperta.
"E poi, se fossi gay mi piacerebbe fare questo, non credi?" Parlò un secondo prima di avvicinarsi e appoggiare le labbra sulle mie.
Credo di non esser mai rimasto più sorpreso e schifato in vita mia.
Lo spintonai e per poco non cadde, e mi maledissi mentalmente per l'involontaria eccessiva forza che avevo messo nel farlo.Ma, Dio, mi ha baciato!
Pensai subito.Però ridemmo insieme dopo, e non so, ora, neppure se tutto quello che mi ricordavo di quella sera fosse accaduto veramente.
Se sul serio dopo lui si fosse portato la mano alla bocca sussurrando un "merda, scusa" seguito da una risata nervosa - come se in realtà gli fosse piaciuto e non lo credeva possibile.
O se fosse vero che mi aveva detto di conoscere Cody e di avermi sentito nominare spesso, e non pensava fossi un tipo del genere - "uno che quando un tipo sta per picchiarti viene e si fa picchiare al posto tuo", aveva detto; perché sì, in realtà non avevo fatto una bella figura.
In realtà non ero quel genere di ragazzo che parlava e che ascoltava o semplicemente che si lasciava baciare da uno sconosciuto - anche perché io veramente non avevo tendenze omosessuali. Però c'è un momento in cui incontri qualcuno a cui senti di essere legato - quasi debitore, in un modo strano e insignificante - e ti apri.Quindi, seppi solo che in quel momento, mentre ero nella mia auto con Cody mezzo ubriaco sui sedili posteriori, a sfrecciare verso casa di Mike, capii perché mi sentivo così in debito con lui.
Se non ci fosse stato, probabilmente Cody non sarebbe stato qui - qui nella mia auto e qui in tutti i sensi.
Probabilmente non avrei visto Ross.
Probabilmente non mi sarei considerato così fortunato a poter guardare quella Luna che ci seguì per tutto il traggitto.
E come la mia lingua e quella di Mike, quella lontana notte d'estate, era blu, blu immaginai fosse il bacio che mi venne in mente - un bacio blu notte, blu cocktail, un bacio che forse non sarebbe mai arrivato.
La Luna che correva vicino a noi mi spingeva a guardarla, come se fossi irrimediabilmente attratto da lei.
Il bacio nella mia mente era per lei, lei che - come la Luna quella sera - mi aveva costretto a guardarla - controvoglia, controcorrente - e che poi aveva solo che continuato a correre per la sua strada, scontrandosi irrimediabilmente con la mia."Svolta a destra, siamo arrivati." La voce del ragazzo affianco a me interruppe i miei pensieri.
Così svoltai, e per un attimo nella mia testa mi resi conto che avrei voluto fosse così facile anche con la mia vita - girare uno sterzo e andare ovunque volessi - diventare chiunque volessi.-----------------
Lettori miei! Come state?
In questo capitolo c'è solo il punto di vista di Harry, ma presto ne arriverà un altro molto più completo!
Spero vi sia piaciuto (anzi, fatemelo proprio sapere!).Love you all. ♡