9. Parlarci.

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Il calore del mio letto cullava il mio corpo e i miei pensieri, rendendo tutto un po' più dolce e morbido; comprese anche le mie contrastanti emozioni del giorno precedente - ormai le tre di notte erano passate, non si sarebbe potuto dire in modo diverso.

Il giorno dello scontro, come lo definì Clary giusto quel pomeriggio al   

In-N-Out Burger, mentre addentava un panino e raccontava il fatto a Micheal che, come spesso, aveva ritardato per un'attività di fondamentale importanza.

Tutte le attività per lui erano tali, chiariamo: dal piantare il basilico nel suo vaso preferito sotto alla finestra, al guardare Nina Dobrev in The Vampire Diaries.

È quella volta, la sua attività consisteva in un ugentissima rivincita a Mario Kart contro un - a detta sua -super amico.

Che poi, un ragazzo - perché non esisteva una parola per definirlo perfettamente, anche se animale sarebbe stato forse più appropriato - non aveva di meglio da fare che giocare a Mario Kart, dico io?

Evidentemente no.

Comunque, dalla descrizione che Clary ci diede dello sconosciuto - occhi chiari e lucenti, capelli scuri e alzati da una strana bandana, braccia toniche e fisico asciutto - fecero spuntare nella testa di Micheal un nome da noi mai sentito.

"Potrebbe essere Harry, Harry Styles." Annunciò in tono fiero e sicuro, per poi proseguire "Solo lui indossando una bandana sembrerebbe ancora del tutto figo."

"Tralasciando il fatto che tu abbia definito un ragazzo figo, perché non lo conosciamo?" Parlai curiosa.

Clary bevve rumorosamente la sua limonata, beccandosi della camionista da parte del ragazzo.

"Perché si è appena trasferito o una cosa del genere, lavora al Bobby's, l'ho incontrato un paio di volte."

"E perché lo conosci, esattamente, Micheal?" Chiesi esausta delle sue omissioni.

"Perché... perché è un amico di un amico." Parlò lento, il suo piede vicino al mio che batteva lievemente sul suolo.

"Allora potresti..." Disse la nostra amica con un pezzo di qualcosa in bocca - la sua voce attutita e strascicata; ma Micheal la interruppe con voce annoiata.

"Non pensate nemmeno che parlerò con lui, scordatevelo."

"Ma con Ross..." Provò a convincerlo Clary, venendo nuovamente zittita.

"Con Ross si è comportato da perfetto stronzo, ma lei ha le unghie e i denti, sa cavarsela. Poi con il caratterino che si ritrova, lui scapperà non appena lei aprirà di nuovo bocca; anche se, la bocca potrebbe usarla per.."

"Sono proprio qui, idiota." Dissi tra i denti, pronta a lanciargli qualunque cosa avessi a portata di mano.

"Parlarci cara, intendevo parlarci."

E con quel parlarci in testa, mi addormentai; i capelli corvini sparsi sul latteo cuscino e una promessa incastonata nella gola, un ci parlerò di nuovo impresso sulla pelle e nelle mani, per sentirlo e toccarlo e capirlo, per sempre.

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Hey! Eccomi qui, non sono fuggita eh.
Innanzitutto volevo ringraziare tutti coloro che hanno votato e commentato i miei capitoli precedenti, perché è inimmaginabile quanto mi renda felice che apprezziate questa mia storia.
Comunque, se non scapperete dopo questo assolutamente orribile capitolo, di sicuro non lo farete per molto.
Mi serviva una conversazione di passaggio, perdonatemi.
Per quanto riguarda gli aggiornamenti, cercherò di farne almeno uno al giorno, ma vi posso assicurare che molto spesso diveranno doppi.
Detto ciò, vi auguro una buona serata - e che la fortuna possa sempre essere a vostro favore!
Sono drogata di Hunger Games, scusate.

No Matter [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora