13. Festeggiamenti.

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Il vociferare vicino a noi mi fece intuire che molte persone avevano avuto la stessa idea, ovvero quella di recarsi lì - qualunque posto fosse, perché Michael sostenne che sarebbe dovuto essere una "sorpresa"- per svagarsi e passare una serata diversa.

Clary tenne il mio braccio tutto il tempo, facendomi camminare vicino a lei, le spalle a sfiorarsi.

L'avevo sentita discutere con il nostro amico su qualcosa, giusto qualche attimo prima; ma non ero attenta, troppo distratta da quello che accadeva intorno a me per prestare attenzione a loro due.

Così entrammo nel locale, l'aria calda e viziata mi colpì il viso come se fossi stata investita da una folata di vento.

Le mie mani diventarono improvvisamente umide, e mi resi conto - non seppi neppure perché non ci pensai prima - che si trattava della prima volta che andavo in un posto come quello - da quando accadde, s'intende.

Strinsi forte il braccio della mia amica, come a volermi assicurare che lei sarebbe stata lì, qualsiasi cosa fosse successa.

Michael camminava davanti a noi, cercando il nostro tavolo riservato - come mi disse Clary attimi prima, provando a sovrastare il volume della musica - e imprecando contro chiunque le passasse davanti.

Risi sommessamente, controllando che i miei occhiali fossero saldi sul mio viso, in seguito respirai piano, cercando di calmare il battito del mio cuore che stava letteralmente impazzendo per il volume della musica, ma soprattutto dalla paura.

Tutti i cuori battono di paura.

Attimi, secondi o forse minuti dopo, Clary mi sussurrò - almeno a me parve, anche se probabilmente stava sforzando al massimo la sua voce - che avevamo raggiunto il nostro tavolo, uno in fondo alla sala, vicino alla musica dal vivo.

Le mie povere orecchie saranno felici, pensai.

Mi sedetti, e quasi contemporaneamente Michael si allontanò.

"I drink non si ordinano da soli." Aveva affermato alla mia smorfia.

"Cos'hai, Ross?" La voce di Clary arrivò alle mie orecchie, sorpassandole e giungendo al cuore. Sapeva perfettamente quello che mi preoccupava, ne ero a conoscenza.

"Lo sai, cos'ho." Parlai sommessa, ma lei mi capì ugualmente, non avendo bisogno di altro se non della mia espressione.

"Non pensarci, okay? Immagino possa sembrare stupido detto così, ma rimuovi per un paio d'ore quella tua parte di te; quel poco che ti serve per sfogarti. Ne hai bisogno." Le sue mani viaggiavano rassicuranti sulle mie braccia fasciate dal tessuto leggero del vestito.

Annuii, mostrandole un timido sorriso.

"Vedi? Quando ti spunta la fossetta destra è sempre buon segno." Disse appoggiando un dito sulla mia faccia, facendomi ridere ancora di più.

"Grazie." La mia voce ridotta ad un sussurro quando la tirai a me, stringendola come se avessi voluto farci diventare una cosa sola - un cuore e un'anima e una pelle.

Lei sapeva, sapeva che quella semplice parola, per me, valeva più di tutto; più di un ti amo o un ti voglio bene.

Perché un grazie, era quel miscuglio perfetto di ogni sentimento e ogni sensazione, ogni pensiero e ogni paura.

E lei lo sapeva.

Per quello non rispose, stringendomi solo di più e facendo scontrare i nostri visi e i nostri capelli.

Mi staccai dopo attimi infiniti, risistemando i miei capelli e gli occhiali, giusto per non sembrare così scomposta come mi sentivo.

Subito una voce giunse fin alle mie orecchie, e se prima quella della mia amica era arrivata fino al cuore, questa arrivò oltre, lacerandomi la pelle e le ossa, strappandomi il respiro e la parola.

Un momento in cui non riuscii più a fare nulla - respirare e muovermi - come se anche il mio cuore avesse avvertito quella sensazione - quella voce roca e graffiata che trasmetteva tanto da far salire i brividi sulla schiena e sulle gambe.

Forget all the regrets that are bound to follow
We're like fire and gasoline
I'm no good for you, you're no good for me
We only bring each other tears and sorrow
But tonight, I'm gonna love you like there's no
Tomorrow I'll be stronger
I'm not gonna break down and call you up when my heart cries out for you
And tomorrow, you won't believe it
But when I pass your house, I won't stop no matter how bad I want to
But tonight I'm gonna give it one last time

Incantata, ero semplicemente incantata dal modo in cui la sua voce si modellava sulla base, come le parole scivolassero fuori dalla sua gola.

Sentii Michael tornare e poggiare tre drink sul nostro tavolo, ma non me ne curai; troppo impegnata a sentire la preghiera di quel ragazzo, toccando convulsamente la tartaruga blu al mio collo e impegnandomi a bloccare i miei brividi e le mie emozioni, come se non volessi che quelle parole fossero così incisive e importanti.

Ebbi solo la forza di sussurrare un "Chi è?", che entrambi i miei amici bloccarono di colpo i loro movimenti e le loro parole, come congelati seduta stante.

Ora lo so, so il perché di quei brividi e di tutta quell'importanza.

Perché quel battito mancato, il balzo - come quel giorno del Sì - non si poteva ignorare; non si poteva ignorare la stessa sensazione - la mancanza d'aria e il cuore fermo.

E neppure uno sconosciuto, che ti rubava inaspettatamente il cuore.

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ECCOMI COME PROMESSO!

Nell'altro capitolo mi sono scordata, ma dio, la storia è a più di 1K letture! È impressionante, vi giuro.

Grazie, grazie infinite♡♡

No Matter [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora