||Capitolo 13||

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La campanella suonò il termine delle lezioni. Le ragazze erano andate via, mi ero appoggiata ad un muretto per aspettare l'arrivo del prof.
"Ehi, pronta? Andiamo!" disse una voce dietro di me, era arrivato. "Anzi aspetta, ma tu hai pranzato?" disse grattandosi la testa.
"Sinceramente no, ma non fa niente, dai" dissi senza aggiungere:" mi basti tu"
"Vieni con me. Va bene pizza?"
"Ma certo! Che domanda ovvia, prof!" dissi ridendo
"Smettila di chiamarmi prof quando non siamo a scuola, io sono Ian e dammi del tu, ok?" mentre ci stavamo per sedere dissi:"Va bene Ian"

Dopo aver mangiato una pizza fantastica, andammo verso la scuola.
"Ci mettiamo in biblioteca, lí c'è più tranquillo e ci sono tutte le informazioni che ci servono."
"Agli ordini capo!" dissi accennando una risata.
Ci avviammo, ci sedemmo uno di fronte all'altra.
"Scrivi tu al computer?" disse indicando la sua valigetta.
"Si, per me va bene, prima cerchiamo qualche informazione?"dissi dirigendomi verso uno scaffale.

"Ecco iniziamo a scrivere questo"
Mentre scrivevo iniziammo a parlare di noi, domande più personali e cose così. Mi resi conto che era davvero una bella persona. Più lo guardavo e più mi veniva voglia di baciarlo.

"Cavoli sono quasi le 18. Come vola il tempo quando ci si diverte" disse accarezzando i miei capelli. "Vado a dire alle bidelle che abbiamo quasi finito e che fra poco ce ne andiamo." spinse la porta ma non si aprì, provò in tutti i modi e alla fine:"Siamo chiusi qui dentro, probabilmente sono già andati via tutti. Siamo rimasti solo io e te" disse avvicinandosi.
"Cioè noi dobbiamo stare qui fino a domani mattina?" dissi un po' preoccupata.
"Direi di si... Ti dispiace?"
"Devo avvisare i miei genitori, sennò si preoccuperanno" digitai il numero velocemente e spiegai l'accaduto a mia madre.
"Ma quindi sei con un professore? Ma é bravo? Ci possiamo fidare? Ma avrete fame!" disse agitata.
"Mamma stai tranquilla, abbiamo una pizza, ci dividiamo quella e si tranquilla, io mi fido di lui." dissi guardando Ian, che ricambiò lo sguardo e sorrise.
"Se hai bisogno chiama a qualsiasi ora, se c'è qualcosa vengo io a buttare giù la porta!" disse provocandomi una risata.

"Allora ti fidi di me?" disse non appena riattaccai.
"No era per tranquillizzare mia madre" dissi sorridendo.
"Si certo"disse venendo verso di me.
"Ian, io mi fido di te, altrimenti non sarei qui" lo guardai negli occhi, eravamo così vicini, quando il mio cellulare squillò.
Numero privato. Non risposi.

Mangiammo la nostra pizza e continuammo a parlare di noi, anzi a dir la verità ero io quella che parlavo di più, quindi lui sapeva quasi tutto di me.

Era quasi mezzanotte e noi eravamo seduti per terra a scrivere al computer per il progetto, quando la batteria si scaricò. Ian lo spostò e lo appoggiò affianco a sé. Mise un braccio intorno alle mie spalle e fece in modo che io appoggiassi la testa sul suo petto.
"Ora dormi un po' Principessa" disse con voce dolce e mi strinse a sé un po' di più.

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