Non ebbe l'occasione di conversare a lungo con Genn, cosa che gli dispiacque un po' perchè era dell'idea che, prima di iniziare un lavoro, si conoscesse almeno un po' il soggetto che si stava andando a fotografare. Riuscì giusto a dirgli:
- Piacere mio, Alessio Iodice -
Che poi dovettero mettersi subito al lavoro.
Il biondo non gli tolse gli occhi di dosso nemmeno un secondo mentre lui si preparava per gli scatti, ottenendo il risultato di distrarlo leggermente. Sentiva quasi il suo sguardo azzurro fargli lo scanner, mettendolo un po' a disagio. Tuttavia non appena Alessio si avvicinò a lui, iniziò a dettagli delle direttive, tipo il come posizionarsi, quanto storcere la testa, se chiudere gli occhi o meno e in che posizione mettersi.
In quel momento c'erano solamente lui, la sua camera e Genn, l'oggetto da fotografare... Era un po' brutto da dire, ma fondamentalmente una delle prime cose che il prof Sciortino gli aveva detto era cercare di vedere i modelli come delle sculture e non delle persone: riuscire a capire l'angolazione che avrebbe reso lo scatto perfetto.
Apprese anche che il biondo era uno che detestava stare fermo immobile, infatti non era raro che eseguisse dei piccolissimi, quasi impercettibili, movimenti: tipo quando gonfiò il petto di poco, ma abbastanza perchè l'occhio allenato di Alessio riuscisse a percepirlo. A quanto pareva, Genn si era accorto che non stavano passando inosservati e ce la metteva tutta per continuare a muoversi leggermente... Era quasi come un nuovo linguaggio che non era l'unico a parlare e capire: aveva trovato qualcun altro che lo recepiva.
Da parte sua Alex non gli diede troppe indicazioni, se non per i primi scatti. Lo lasciò abbastanza libero di cercare di sembrare naturale, nonostante i modelli si mettessero chiaramente in posa e si vedeva dalle foto pubblicitarie delle varie marche. A lui non piacevano: erano sempre troppo statici!
Preferiva decisamente riuscire a scattare una foto mentre Genn sbatteva le palpebre o mentre distoglieva per alcuni istanti sguardo perché magari aveva colto un movimento dietro che l'aveva distratto. Lui voleva che le sue foto sembrassero naturali, quasi come se fosse riuscito a beccare l'oggetto della foto in un momento di privacy.
- Genn - Lo chiamò ad un certo punto, tra un cambio di vestiti e l'altro.
- Sì? -
- Puoi sembrare un po' più naturale? -
- Come? - Chiese, spalancando i suoi occhi azzurri.
- Sì, insomma... Non stare troppo a pensarci! Fai la prima cosa che ti viene in mente, okay? -
Gli parve di averlo un po' spiazzato, forse non era abituato ad avere tanta libertà durante gli shooting. In effetti, Alessio lo sapeva per esperienza, molti fotografi cercavano di imporre ai modelli pose o espressioni ma a lui non piaceva e Genn gli sembrava uno che di cose da dire ne aveva, non alla mercè del primo che gli diceva cosa fare.
- Vogliamo fare una pausa? - Chiese, guardandosi attorno: - Okay, cinque minuti di pausa poi ricominciamo -
Si mise a riguardare gli scatti appena fatti, passandoli già sul suo computer: poi avrebbe deciso quali andassero bene e quali no, mandandoli direttamente all'agenzia. Ne aveva fatti moltissimi, forse più del dovuto, ma ogni volta che vedeva quella posizione che voleva si affrettava a immortalarla e quindi si era ritrovato con un sacco di fotografie e avrebbe dovuto decidere... Ci sarebbe rimasto un bel po' su, si disse.
- Naturale eh? -
Alessio sobbalzò spaventato: era talmente preso dal suo lavoro che non si era accorto di Genn che si era avvicinato a lui, abbastanza furtivamente. Lo stava guardando con le braccia incrociate al petto e un'espressione a metà tra la presa in giro e il sorriso. Si era cambiato di nuovo e ora portava un paio di pantaloni neri che gli fasciavano le gambe, una camicia blu con dei fiori, che normalmente Alessio non avrebbe mai messo ad un ragazzo ma che su di lui stava bene, e una giacca elegante dello stesso colore dei jeans.
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The Rain is our Soundtrack
FanficModel!Genn, Photographer!Alex, OC, AU. - Ti hanno offerto un lavoro?! - - Esatto! - Alex vide Antonio spalancare la bocca e guardarlo con i suoi occhi azzurri come se gli avesse detto chissà quale cosa sconvolgente quando, in realtà gli stava...