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L'aereo stava sorvolando il mare che Alessio non vedeva da tanto di quel tempo che quasi si stupì di quanto fosse blu da lassù.

Quando i suoi genitori avevano saputo che sarebbero scesi giù a Somma erano impazziti di gioia: sua madre si era messa già a pensare a cosa cucinare, nonostante l'arrivo dei due fosse stato programmato due settimane dopo, per riuscire a partire quando entrambi fossero stati in ferie. Volle a tutti i costi che si fermassero a dormire dagli Iodice invece che andare in hotel e stranamente il modello fu molto d'accordo.

Anche Imma era stata contenta e aveva ringraziato Alex talmente tante volte che aveva perso anche il conto. Naturalmente la ragazza dovette fare qualche pressione su Genn che ancora si rifiutava di andare a casa Raia per una rimpatriata. Riuscì giusto a fargli dire:

- Va beh, magari un salto di cinque minuti lo farò, ma solo per salutare Lexie -

Erano partiti sul presto da Milano Linate per poter passare qualche ora a Napoli oltre che a casa di Alessio. Il moro gli chiese quando avesse voluto andare dai Raia e il biondo disse:

- Il prima possibile, così mi levo il pensiero -

- Allora ci andiamo domani? -

- Sì, lo dico a Imma -

Il viaggio era stato bello tranquillo, in prima classe perchè Genn non stava quasi mai in economy per paura che qualcuno potesse riconoscerlo e infastidirlo... Già odiava gli aerei e infatti quasi per tutto il tempo se ne rimase con la musica nelle orecchie ad occhi chiusi. Ad un tratto si doveva essere addormentato perchè la testa gli crollò letteralmente sulla spalla di Alex che, dal canto suo, stava per abbandonarsi al sonno anche lui.


Scesero dopo un'ora e un quarto di volo passata a sonnecchiare o canticchiare a bassa voce le canzoni che stavano sentendo, e si notò subito la differenza tra Milano e Napoli: lì era tutto più rumoroso, ma non quel rumoroso fastidioso, più gioioso.

- Siamo a casa Gè -

- Mh - Anche il modello si stava guardando intorno con un sorrisetto che gli aleggiava sulle labbra: forse anche lui sentiva l'aria di casa... Dopotutto se Alessio erano quattro mesi che non tornava, Genn erano ben tre anni.

Presero le loro valigie e si diressero agli Arrivi dove ci sarebbe stato Nando ad aspettarli: gli altri erano rimasti a casa per preparare tutto al loro arrivo, nemmeno fossero la famiglia reale inglese.

Mentre camminavano, Gennaro rimase in silenzio e Alessio riuscì quasi a percepire la tensione che aleggiava attorno a lui. Gli prese la mano e gli sorrise:

- Sei agitato? -

- Un po' -

- Vedrai che domani andrà tutto bene -

- In realtà sono più agitato per oggi... Spero di piacere ai tuoi -

Il fotografo sorrise:

- Ma ovvio che gli piacerai! Tu sii te stesso, andrai benissimo -

Parve leggermente rincuorato da quelle parole e ricambiò il sorriso e la stretta di mano, raddrizzando la postura e camminando sicuro di fianco a lui. Non lo avrebbe mai fatto un ragazzo così agitato dall'idea di incontrare i genitori del compagno: dopotutto ogni tanto si erano scambiati qualche frase quando Alessio li sentiva su Skype, quindi non vedeva di cosa avrebbe dovuto preoccuparsi. Era convinto che avrebbe avuto più preoccupazione nell'incontrare nuovamente i Raia, dopo tutto quello che era successo e il tempo che era passato.

Uscirono da una porta scorrevole e notarono già tutte le persone che aspettavano i viaggiatori: moltissimi avevano in mano dei mazzi di fiori e altri si sbracciavano per farsi vedere, non era come a Milano che ognuno aspettava composto di vedere i familiari o gli amici. C'era un'atmosfera molto più festosa.

The Rain is our SoundtrackWhere stories live. Discover now