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Alcune note prima della lettura: in questo capitolo c'è il famoso cambiamento di carattere di cui avevo parlato nel primo. Il padre di Genn (non vi faccio spoiler) viene dipinto come un personaggio abbastanza negativo e voglio specificare che è una semplice licenza poetica visto che io non lo conosco affatto. So che non era il caso visto che è abbastanza ovvio, ma ho preferito dirlo per evitare discussioni di vario tipo!

Detto questo vi lascio al capitolo! Buona lettura.


Il giorno seguente Antonio si sorprese nel vedere Alessio seduto al tavolo della colazione visto che era rimasto che il moro avrebbe dormito da Gennaro. 

Il fatto era che dopo aver discusso con il modello non se l'era sentita di rimanere al loft e, magari, dormire sul divano. Forse tornare a casa era stata la scelta migliore.

- Ehi frè -

Alex lo guardò:

- Ciao - Disse monotono.

- Che fai qui? Non eri da Genn? -

- Abbiamo avuto una discussione-

Detto quello gli raccontò del fatto che l'altro fosse sempre troppo misterioso con lui e, alla lunga, si era stufato di non sapere nulla di quello che era il suo ragazzo. Così, quando gliel'aveva detto, il biondo si era arrabbiato e aveva reagito abbastanza male e Alessio non se l'era sentita di rimanere lì in casa sua.

Antonio diede ragione a lui, tuttavia gli disse che forse Genn aveva in programma di dirglielo dopo poco tempo. Infondo tutti avevano bisogno dei loro tempi per metabolizzare e poi poter parlare apertamente.

- Lo so, mio Dio mi sento uno stronzo -

- Ma no Alè, ci sta voler sapere le cose... E poi probabilmente Genn non sarà più incazzato ora, mi pare uno che non porti troppo rancore per cose futili -

- Forse dovrei andare a chiedergli scusa -

- Se pensi che sia giusto così. Magari facendolo anche lui deciderà di aprirsi e raccontarti -

La cosa che premeva di più ad Alex, però, era far sì che le cose con il biondo tornassero come prima. Aveva capito che non era vitale per lui sapere il passato di Genn, gliel'avrebbe raccontato una volta che fosse stato pronto senza forzature.

Corse fuori di casa verso la fine del pomeriggio lasciando Antonio, che ebbe giusto il tempo di dirgli di fargli sapere come stesse Sofia, lí seduto sul divano con il joystick in mano e prese la sua auto diretto verso il loft del biondo. Fece nuovamente la strada tutta di corsa, ignorando tutti i limiti di velocità e probabilmente beccandosi anche qualche multa, ma non gli interessava poi molto.

Arrivò e suonò il citofono.

- Sí? - Gli arrivò forte e chiara la voce di Sofia.

- Sofia, sono Alessio... Genn c'è? -

- Oh cazzo, no! È appena uscito per venire da te... -

Alex si mise una mano sul viso:

- Merda. Vado a cercarlo -

- Okay, io intanto provo a fermarlo -

- Digli che ci vediamo da Fedez -

- Va bene - E detto quello riattaccò il citofono e Alessio corse di nuovo in auto, diretto verso il Naviglio e il bar del suo amico tatuato sperando che Gennaro leggesse il messaggio di Sofia e andasse diretto lì.


Fu quasi come un flashback: Genn era lì seduto in uno dei tavolini del bar Magnifico, intento a fissare intensamente lo schermo del cellulare. Avrebbe detto che fosse perfettamente calmo, se non fosse stato per il fatto che muoveva la gamba freneticamente e, ormai Alessio lo aveva imparato, lo faceva sempre quando era particolarmente agitato o qualcosa lo turbava.

The Rain is our SoundtrackWhere stories live. Discover now