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- Senti Gè -

- Mh? -

Alessio sospirò. Si era preparato un discorso da fargli per cercare di convincerlo a tornare a Somma con lui, ma ovviamente se lo era scordato completamente non appena Gennaro era entrato nella stanza.

- Che succede? - Domandó il biondo, sedendosi di fianco a lui con una ciotola piena di cereali.

Non sapeva come chiedergli di andare a Somma con lui, proprio non ne aveva idea. Sapeva che si sarebbe arrabbiato in ogni caso, quindi le diverse ipotesi che aveva studiato andavano bene in ogni caso... Tanto il risultato probabilmente sarebbe stato un Genn incazzato o, alla meglio, rinchiuso nuovamente in se' stesso.

- Senti, secondo me dovremmo andare a Somma -

Il modello lo osservó per alcuni secondi con le sopracciglia aggrottate, poi rise:

- Bella battuta Alè, davvero bella -

- Non era una battuta -

- Sí, lo so che non lo era. Ma tanto sai già la mia risposta -

- Perchè no? -

Genn lo guardó con un espressione che sembrava dire "sei serio o mi prendi in giro?".

- Alè, sei fuori? Non sarei il benvenuto e poi dopo tutto quello che è successo non voglio vederlo nemmeno in cartolina quel posto -

- Tu non vuoi vedere tuo padre, e lo capisco, sul serio... Ma tua madre, Imma e Amelia... -

- È stata lei a dirti di convincermi, vero? -

- Sí. Imma ha detto che manchi a tutti quanti giù -

Lo vide scurirsi:

- No, non credo -

- Sono passati tre anni Gè... Le cose magari sono diverse -

- E se non lo fossero? Conosco quell'uomo, non cambierebbe idea nemmeno se stessi per morire -

Quella frase, detta con tutta quell'amarezza, spiazzó Alex. Quale genitore avrebbe abbandonato cosí il proprio figlio? Forse Genn si lasciava prendere troppo dalla rabbi che provava nei confronti del padre.

- Beh, allora siete molto simili -

Il biondo rise amaramente:

- Oh non provarci nemmeno Alessio. Tu non lo conosci. Io non sono come lui -

- E se provassi a organizzare qualcosa a casa mia solo con Imma, Ame e tua madre? -

- Alessio, no. La mia risposta è no. Smettila di rompere il cazzo -

Il moro strinse i denti e si irrigidí.

- Ah, è cosí... Molto bene, rimani chiuso allora nel tuo guscio di merda. Ci sentiamo quando sarai un po' più ragionevole eh -

Detto quello uscí dalla cucina, prese la giacca e aprí la porta, diretto da qualche parte per sbollire un po' la rabbia.

Era cosí testardo! Lo faceva ammattire con i suoi modi di fare. Prima era allegro poi bastava solamente toccare un argomento delicato che il suo umore cambiasse radicalmente e diventasse intrattabile. C'erano volte in cui Alex lo tollerava, ma anche lui aveva dei limiti diamine! Dopo un po' a sentirsi mandare a fanculo e dire che aveva rotto il cazzo si stufava. Bravo e buono, ma anche la sua pazienza aveva un limite.


Alla fine era talmente arrabbiato che si ritrovó davanti al Castello Sforzesco, deserto a causa dell'ora della mattina. Fortunatamente non c'era troppa gente in giro, cosí Alex potè rimanere da solo con i suoi pensieri.

The Rain is our SoundtrackWhere stories live. Discover now