uno

2.6K 162 16
                                    

Il fresco vento di New York soffia sempre verso sera durante l'inverno. Le strade sono rumorose, le persone sembrano occupate, e i locali sono sempre pieni di persone. Federico ama vedere l'ebbrezza della vita svolgersi davanti a lui, mentre centinaia e centinaia di persone gli passano davanti, calpestando il suo cappello sporco e ormai troppo vecchio, ignorando il piccolo cartello che chiedeva un piccolo costo di denaro. Vivere per strada non era il massimo, sua mamma era morta quando papà se ne era andato, e lo aveva abbandonato nel mezzo della sua vita; la strada era la sua casa da ormai dieci anni, da quando aveva dodici anni. Quando era piccolo, rubava le cose dalle persone, e spesso, finiva in guai, per fortuna non molto seri. Era sempre costretto a restituire le cose prese, e ogni sera tornava nel suo ripostiglio in fondo alla strada, pronto per un'altra nottata di freddo. Infatti, dopotutto, amava solo ed esclusivamente l'estate.

Quella mattina di dicembre si sentiva particolarmente solo; strisciò le mani sporche e sudate contro i pantaloni vecchi di suo padre, e si guardò attorno, per vedere se qualcuno si avvicinasse, si piegasse e mettesse qualche monetina nel suo cappello, proprio davanti alle sue ginocchia. Il suo gatto, Fiocco, miagolò non appena la mano fredda del ragazzo iniziò a farsi strada lungo il pelo della sua schiena. "Sei proprio felice oggi, Fiocco," rise leggermente, sparnazzando il morbido pelo del felino. Iniziò a fargli le fusa, e quello fu abbastanza per portargli un sorriso.

"Se ti do qualche soldo li spendi in cose utili, vero?" domandò una signora anziana davanti a lui, borsa a tracolla e i riccioli bianchi sopra alla testa. Non volendo parlare, fece un cenno affermativo col capo, e la signora frugò con la mano nella sua borsetta bianca, come il suo vestito dopotutto, e buttò nel cappello qualche dollaro.

"Grazie mille, signora," la ringraziò. "Che Dio la benedica."

"Usali per cose utili, mi raccomando," lo avvisò, e Federico gli sorrise gentilmente. Non appena la donna fu abbastanza lontana, il ragazzo sbirciò dentro al cappello per vedere quanto aveva lasciato.

2,50$. Non era tanto, ma per lui era anche abbastanza. Seppe che da lì nessun'altro sarebbe venuto lì a regalargli altri soldi, e che ormai il sole si sarebbe nascosto dietro i grattacieli di New York, così si alzò in piedi, e si avviò verso un supermercato che per poco non stava chiudendo.

"Aspettami qui, Fiocco. Non ti muovere," avvisò il piccolo gatto, grattandogli la cima della testa. Il gatto si sedette di fianco all'entrata, nascondendosi un poco, e Federico si fece strada lungo gli scaffali del negozio. Sapeva benissimo che puzzava, che era malconcio, ma aveva fame, non mangiava da un giorno, e sentiva che aveva bisogno di forze. Decise così di prendere un pacchetto di prosciutto crudo e una pagnotta di pane in offerta, e si avviò alla cassa.

"Buonasera," lo salutò il cassiere. Il biondo ricambiò il sorriso, e mise le sue cose sulla cassa. "2,99$." lo informò. Federico aprì il palmo della mano, solo per vedere che non aveva abbastanza soldi per pagare il conto.

"Merda," borbottò. "Ho solo 2,75$," replicò, alzando lo sguardo verso il ragazzo. Egli alzò le spalle, non sapendo cosa dire.

"Immagino che non mangerò questa sera," mormorò, prendendo la pagnotta, pronto per riportala nel suo apposito scaffale.

"Aspetta," lo fermò. "Ti posso fare uno sconto," disse a bassa voce.

Federico sgranò gli occhi. "Sul serio?" domandò felice. Il cassiere annuì, e per poco il biondo non saltellava dalla gioia. Passò il cibo nella cassa, e Federico gli allungò i soldi.

"Grazie mille, significa molto per me," disse. Il cassiere gli sorrise educatamente, e in pochi secondi il ragazzo era fuori.

"Guarda qua," si abbassò verso il gatto. "Questa sera mangiamo," disse con un sorriso. Fiocco miagolò, e al ragazzo gli sembrò che stesse sorridendo pure lui. Rise leggermente, e gli accarezzò la testa. "Andiamo," gli intimò, e lui lo seguì.

Raggiunse il suo piccolo rifugio, come piaceva chiamarlo, e spacchettò la busta del prosciutto. Ne mise un po' sotto al naso del gatto, che addentò volentieri, e strappando un pezzo di pane, iniziò la sua piccola cena. Non c'era nulla di meglio che sentire la crosta del pane infrangersi sotto ai suoi denti.

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora