venticinque

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A/N: questo non è il mio ritorno, ma volevo scrivere questo momento speciale tra Benjamin e Federico. Spero vi piaccia!

Forse era stata la forza di gravità, o l'urgenza che si era creata nel corso dei giorni, ma alla fine, la schiena di Federico sbattè forte contro un muro freddo, e questo lo portò a gemire di piacere, mentre la lingua persistente del moro vagava dentro alla sua bocca, come se fosse alla ricerca di qualcosa che non avrebbe mai trovato. Il suo ciuffo ormai era ancora più ribelle di prima, a causa delle dita ballerine del biondo che danzavano una coreografia di prima classe tra i suoi capelli.

Con mani frettolose e urgenti, Benjamin afferrò con forza le cosce coperte da seta di jeans del più piccolo, e con tanta facilità lo sollevò in aria. Non poté far altro che sorridere, non appena sentì che Federico era così eccitato da questa situazione quanto lo era lui, se non di più, e per stuzzicarlo un po', premette i suoi fianchi contro quelli del più piccolo, e fece nascere una piccola frizione tra i loro corpi, che fu abbastanza ad accendere un intero fuoco.

"Benjamin, Dio," respirò Federico, che premette le sue piccole unghie contro la pelle nuda della spalla del più grande, che con un ghigno gli morse il labbro inferiore, e lo tirò indietro abbastanza da farlo soffrire. "Ben," gemette.

"Mi piace quando gemi il mio nome, lo voglio sentire più spesso," ridacchiò il moro, attaccando ora il collo del biondo. I suoi denti erano come predatori alla ricerca di numerose prede, e lasciò umidi baci lungo la sua pelle e appena sotto il suo orecchio, sapendo benissimo che lo stava facendo impazzire.

"Ben, ti prego," respirò Federico, premendo involontariamente i suoi fianchi contro il bacino del più grande.

"Cosa? Dimmi cosa vuoi che io faccia," replicò Benjamin, e lo guardò negli occhi, trovando tutte le sue risposte; lussuria, bisogno, e amore. Quest'ultima fu una cosa che lo sorprese, ma gli fece alzare i peli della schiena.

"Voglio che," iniziò senza fiato Federico. "Voglio che tu mi faccia tuo,"

Sulle labbra di Benjamin si dipinse un ghigno, e con una carezza sulla guancia disse,"Con piacere," e unì di nuovo le sue labbra. Non si sarebbe mai stancato del loro sapore, di come a volte facevano più pressione di prima, solo per cercare più contatto con lui. Amava quanto erano soffici come la neve, quando prendeva un labbro fra i suoi denti ed era come assaggiare qualcosa di così morbido da farti ubriacare. Se non si sarebbe mosso da quel muro, Benjamin si sarebbe lasciato andare in pochi minuti, perdendosi nell'odore del biondo che lo mandava in ecstasy, e avrebbe finito per far l'amore, lì.

Così, con tutte le sue forze, lo prese, e lo trascinò fino alla sua camera, stendendolo sul letto disfatto. Si tolse la maglia, tirandola a un angolo della piccola stanza, e guardò il corpo sotto di lui come se fosse carne da macello, e si mise sul suo groppone. Subito, le mani tremanti e timide del biondo trovarono il suo petto lavorato, e lo accarezzarono lentamente. "Non essere timido," lo incitò con un piccolo sorriso il moro, posando la sua mano sopra quella del biondo.

I loro occhi si incrociarono per un attimo, e Federico portò i loro visi abbastanza vicini, in modo che le loro labbra si toccassero e si coccolassero.

Presto, anche la maglia del biondo era finita da qualche parte nella stanza, e Benjamin muoveva i suoi fianchi a un ritmo lento e doloroso per il biondo. Ma tutto questo, sui suoi pantaloni.

"Ti prego, Benjamin, basta stuzzicarmi," si lamentò Federico con tono impaziente. Benjamin annuì, e come chiesto, slacciò la cintura dei suoi pantaloni, e con loro, la tirò via per la stanza, rimanendo in boxer e nient'altro. Federico uguale e, per stuzzicarlo ancora più a fondo, passò velocemente una mano sopra i suoi boxer, e il biondo non poté far altro che alzare i fianchi, cercando ancora più contatto. "Ben," sussultò il ragazzo più piccolo, guardandolo con occhi imploranti.

"Mettiti a pancia in giù," gli ordinò Benjamin, e subito, fece quello che gli era stato chiesto. Come per massaggiare la schiena, passò una mano sui punti più tesi, dal collo fino al fondo schiena. Con un movimento veloce, tolse ad entrambi l'ultimo pezzo rimanente, e senza pensarci troppo su, Benjamin si spinse dentro Federico con una leggera spinta.

La bocca del biondo formò una grande O, e lasciò che un sussulto simile a un gemito uscì dalle sue labbra tremanti. Era una sensazione così dolorosa ma piacevole allo stesso tempo, che ne voleva sempre di più. Così, incitò con un gesto della mano il moro, che subito iniziò un movimento ritmico e veloce con i suoi fianchi.

La stanza era ormai piena dei loro piccoli e rumorosi versi, e non ci misero molto a raggiungere la vetta scalata da entrambi.

Benjamin fu il più rumoroso, comunque, e con un'ultima spinta dentro il più piccolo, scese dal suo groppone, e si stese di fianco a lui. Entrambi col fiatone, si guardarono un secondo con visi seri, per poi far scoppiare un sorriso sulle loro labbra.

"Sono felice che sia tu," sussurrò Federico.

Benjamin corrugò la fronte. "Io cosa?"

"La mia prima volta, il mio primo vero bacio, il mio primo vero amore, il mio primo tutto. La mia prima avventura. Sono felice che sia tu," disse con un sorriso sfinito. Federico si mise su un fianco, e circondò la sua vita con un braccio stanco. "Sono felice di dire che io sono tuo, Benjamin,"

Benjamin sorrise, e gli baciò la punta del naso. "Sono felice che tu sia finalmente mio, Federico."

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora