dieci

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Le ore della notte era passate in modo estremamente lento per Benjamin che non aveva fatto altro che preoccuparsi per tutto il tempo del piccolo Federico, continuava a toccargli la fronte per vedere se ancora scottasse, lo copriva il meglio possibile quando quest'ultimo tremava e quando, più volte, il più piccolo si era svegliato, perché lamentava forti dolori alla testa e alle ossa, si era sempre fatto in quattro per alleviare il suo dolore e per farlo riaddormentare il più presto possibile.

Federico in alcuni momenti aveva soltanto finto di dormire, adorava il modo in cui il più grande si stava prendendo cura di lui ma era davvero dispiaciuto che dovesse rinunciare a delle ore di sonno per causa sua.

Il sole era da poco sorto e la grande città stava iniziando a svegliarsi, i primi bar erano già aperti per poter offrire la colazione ai lavoratori o agli studenti, le prime macchine scendevano in strada e potevano camminare senza imbottigliarsi nel caotico traffico di New York.

Benjamin si era appisolato solo da pochi minuti ma già dovette rinunciare al suo sonno per via della sua sveglia che non sapeva neanche di aver programmato, l'oggetto trillante si trovava vicinissimo al volto del moro che imprecò sottovoce verso questo ma quando i suoi occhi si aprirono un piccolo sorriso si impossessò delle sue labbra.

-"Buongiorno." Sussurrò Federico che aveva poggiato la testa, accanto a quella del ragazzo, sul cuscino.

-"Buongiorno a te." Sorrise lui e allungò un braccio per poter attirare più vicino a sé il ragazzo.

Il moro si concesse qualche secondo per ammirare il viso angelico dell'altro ragazzo, alcuni ciuffetti dei suoi capelli biondi gli ricadevano in modo ribelle sulla fronte pallida, i suoi occhi tanto azzurri da poterli confondere con il mare era circondati da grande occhiaie che testimoniavano quanto difficile fosse la sua vita, le labbra schiuse erano screpolate e c'erano delle piccole tracce di sangue ma nonostante tutti i suoi difetti agli occhi di Benjamin sembrava assolutamente perfetto, poteva giurare che in tutti i suoi anni di vita i suoi occhi non avevano mai vista nulla di così bello, nelle sue idee di bellezza non aveva mai immaginato tanto, Federico aveva sconvolto tutto ciò che era la sua vita e la stava pian piano rendendo più bella.

-"Mi hai sentito, Ben?" Chiese il più piccolo con la sua voce leggera interrompendo i pensieri del maggiore.

Benjamin scosse la testa e tornò con i piedi sulla terra.

-"No, scusa era sovrappensiero, puoi ripetere?" Disse.

-"Ti ho chiesto se hai dormito." Ripetè Federico.

-"Un po' si ma ora, piuttosto, dimmi come stai?" Domandò preoccupato Benjamin e si mise a sedere al centro del letto.

-"Mi sento un po' meglio." Mentì il biondo e abbozzò un sorriso.

Quella sua risposta, però, non convinse affatto il più grande che gli fece poggiare la testa sulle gambe facendolo arrossire.

-"Ben, cosa fai?" Chiese imbarazzato Federico.

Benjamin però preferì non rispondere, abbassò la testa fino a far entrare le sue labbra in contatto con la fronte calda dell'altro che chiuse gli occhi per bearsi di quella sensazione.

-"S- scusa..." Balbettò Benjamin e, in fretta e furia, si alzò dal letto.

-"Di cosa?" Chiese il biondo e imitò la posizione che fino a poca prima aveva l'altro.

-"Hai la febbre alta, ti do qualcosa, aspetta." Disse il più grande ed entrò nel bagno presente nella stanza.

Federico sospirò e si prese la testa dolorante tra le mani, non avrebbe mai saputo ciò che girava per la testa di Benjamin.

-"Ecco." Il moro salì sul letto e si inginocchiò accanto a lui. "Prendi questa." Aggiunse e gli passò una pasticca e un bicchiere d'acqua.

Il più piccolo annuì e fece come gli era stato detto.

-"Posso farti una domanda?" Chiese lui mentre ridava il bicchiere all'altro.

-"Dimmi." Rispose Benjamin e scese, nuovamente, dal letto.

-"Perché ti preoccupi così tanto per me? Sono solo un senzatetto come tanti altri." Domandò sottovoce il biondo.

-"Non sei come tutti gli altri, in te c'è qualcosa di diverso, l'ho capito dalla prima volta che ho visto i tuoi occhi." Disse il più grande mentre lottava contro se stesso per non sorridere. "Ma ora riposa, hai ancora la febbre alta." Continuò.

-"Va bene capo." Rise il minore.

Benjamin si ritrovò ad ascoltare ammaliato la sua risata tanto cristallina, era perfino più bella della sua canzone preferita.

-"A l- letto..." Balbettò lui che non capiva il perché quel ragazzo lo mettesse così tanto in difficoltà.

Il più piccolo annuì e si infilò sotto le coperte.

-"Me le sistemi?" Chiese il ragazzo indicando i vari strati di tessuto.

-"Sei proprio un bambino." Sorrise il moro e fece il giro del letto per raggiungerlo.

-"Magari potrei essere il tuo bambino." Sussurrò Federico facendo incontrare i loro occhi.

Il più grande deglutì a vuoto e distolse lo sguardo mentre le sue gote si tingevano di rosso.

-"Dormi, io vado a preparare il pranzo." Disse ignorando le parole dell'altro.

-"Il pranzo?" Ripetè confuso il biondo. "Sono solo le sette di mattina!" Esclamò.

Gli occhi di Benjamin slittarono sull'oggetto lampeggiante che si trovava all'altro lato del letto e si maledì mentalmente per essere così distratto.

-"Allora vado a preparare l colazione." Si corresse. "Tu comunque dormi, ti sveglio io quando è pronta." Aggiunse e lasciò la stanza.

Federico sospirò rumorosamente e chiuse gli occhi, quel ragazzo diventava sempre più strano.

Erano le dieci del mattino, Benjamin era entrato in stanza già da circa mezz'ora ed aveva portato con sé dei muffins, latte e una spremuta d'arancia per permettere al minore di fare un buona colazione ma quando aveva visto quanto questo stesse dormendo beatamente non era riuscito a tener fede alle sue parole, non era riuscito a svegliarlo e, per questo motivo, si era seduto accanto a lui e sorrideva come un bambino ogni qualvolta questo si muovesse.

Poco più di dieci minuti dopo i grandi occhioni azzurri di Federico si aprirono e sorrise quando vide il ragazzo accanto a sé.

-"Ehi." Sussurrò lui con la voce impastata di sonno.

-"È- è pronta la colazione." Balbettò in risposta il moro e gli passò il vassoio contente il cibo.

-"Grazie per prenderti cura di me." Disse sorridente il più piccolo.

-"Lo farei per tutta la vita, Federico."

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora