otto

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Federico era sorpreso di vedere quanto il ragazzo dai capelli mori potesse cambiare umore in così breve tempo, pochi minuti prima era furioso con i suoi genitori e sembrava pronto a passare alle mani in qualsiasi momento e, subito dopo, sembrava essere il più docile degli animali.

Mai nessuno si era mostrato tanto gentile nei suoi confronti, solo sua madre, nessuno gli aveva mai offerto un letto per passare la notte, dato dei vestiti puliti e cibo, non sapeva perché Benjamin si comportasse in questo modo con lui, neanche si conoscevano, e non sapeva neanche perché giorni prima l'avevo difeso davanti ai suoi amici.
Benjamin era diverso da qualsiasi persona lui avesse mai incontrato nella sua vita, era speciale.

In quel momento il più piccolo era seduto sul grande sgabello presente nella piccola cucina, rigorosamente nera, di Benjamin e osservava le sue gambe a penzoloni.

"Cosa preferisci?" gli chiese il più grande interrompendo i suoi pensieri.
-"Cosa?" Balbettò il biondo.
-"Cosa preferisci per colazione?" Ripeté Benjamin mentre prendeva una tazza.
-"Mi è indifferente, quello che preferisci." Rispose il più piccolo e scrollò le spalle, erano passati così tanti anni dalla sua ultima colazione che a stento ricordava ciò che era abitudine mangiare.
-"Allora ti darò un po' di tutto, di certo non ti farà male." Sorrise il maggiore e aprì il frigo per prendere un cartone di latte.
Federico si sentiva male al pensiero di non poter ricambiare le gentilezze che l'altro gli stava riservando, avrebbe voluto poter offrirgli qualcosa, anche un semplice caffè, ma sapeva che non era nelle sue possibilità, si sentiva un approfittatore a comportarsi in quel modo.
-"Benjamin?" Il nome del ragazzo uscì dalle sue labbra ancora prima che il biondo potesse collegare il cervello alla lingua.
-"Dimmi piccolo Federico." Rispose il moro intento a preparare il caffè per entrambi.
Sentendo il soprannome che il maggiore gli aveva appena affibbiato il cuore di Federico prese a battere all'impazzata mentre le sue guance si tingevano di un rosso intenso.
-"Co- come mi hai chiamato?" Balbettò lui imbarazzato.
Benjamin si girò a guardarlo, aggrottò le sopracciglia e ci pensò su qualche istante.
-"Piccolo Federico." Disse dopo poco.
Il biondo abbassò la testa per impedire all'altro di vedere quanto il suo viso fosse diventato rosso ma, Benjamin, con passi lenti si avvicinò a lui e gli alzò il viso.
-"Non ti piace?" Chiese il maggiore mentre dimezzava sempre di più le distanze tra di loro.
-"S-si, è solo che nessuno mi ha mai chiamato così." Ammise il più piccolo.
-"C'è sempre una prima volta per tutti, piccolo Federico." Rispose Benjamin marcando bene il soprannome che aveva scelto.

Benjamin aveva preparato per loro due un abbondante colazione, quando Federico aveva provato a dirgli che forse stava esagerando con tutto quel cibo lui gli aveva detto che amava fare colazioni abbondanti ma non era così, lui di solito neppure la faceva, aveva preparato gran parte del cibo per far mangiare il più piccolo, odiava vedere quanto magro e denutrito questo fosse, immaginava quanto potesse essere bello con qualche accenno di muscoli ma subito dopo si rimproverava dicendo che non poteva pensare a lui in quel modo, non doveva.
-"Ecco a te." Sorrise il moro e gli passò un piatto di pancakes fumanti.
-"Grazie mille." Rispose Federico allegro e afferrò il piatto. "Ma davvero, è troppo." Aggiunse.
-"Zitto e mangia." Rise il più grande e si mise a sedere sullo sgabello accanto all'altro.
-"Vorrei poter ricambiare in qualche modo..." Sussurrò il biondo.
-"Con la tua presenza mi ricambi di tutto, per la prima volta quest'appartamento non è vuoto." Rispose Benjamin e gli prese la mano.
-"Mi piace la tua presenza." Ammise Federico e gli strinse la mano.
-"Anche a me la tua, tanto."

Era primo pomeriggio, il freddo che aveva cateterizzato le giornate precedenti in città sembrava essere diminuito, in cielo era presente un timido sole che, di tanto in tanto, si lasciava intravedere tra le nuvole bianche.
Benjamin era uscito per svolgere varie commissioni, aveva offerto a Federico di aspettarlo a casa ma quest'ultimo aveva rifiutato la sua proposta dicendo che anche lui aveva una cosa importante da fare ma non gli aveva dato ulteriori informazioni.

Il più piccolo camminava tra quelle strade che tante volte l'avevano visto piangere per la fame e per l'assenza di qualcuno che lo volesse bene ma, dopo tanto, finalmente si guardava intorno e vedeva solo felicità a circondarlo.
Dopo poco più di dieci minuti di cammino, Federico, raggiunse la sua meta, quel nascondiglio che tante volte l'aveva protetto dal freddo e dalle cattive parole della gente e dove aveva conosciuto qualcuno di importante per lui, Ethan, era da lui che stava andando.
-"Federico." La voce tremolante dell'anziano signore giunse alle orecchie del giovane e lo fece sorridere.
-"Ethan!" Sorrise lui e si fiondò ad abbracciarlo.
-"Questa notte non hai dormito qui e sei anche pulito, dove sei stato?" Chiese l'uomo preoccupato per il ragazzo.
-"Poi ti spiego, ora prendi questo." Disse Federico e gli diede il suo vecchio zaino.
Ethan in un primo momento lo guardò confuso e poi aprì lo zaino, non riusciva a credere ai suoi occhi.
L'oggetto era pieno di buon cibo e aveva due o tre calde coperte all'interno.
-"Dove hai preso tutte queste cose?" Chiese lui. "Non sarai mica andato a rubare?!" Aggiunse allarmato.
-"No, certo che no." Lo rassicurò Federico e si sedette sul suo vecchio materasso di fronte all'anziano. "L'ho preso dove ho passato la notte, ovviamente con il permesso." Disse.
-"Raccontami." Rispose Ethan e tirò fuori dallo zaino un panino.
-"Ho conosciuto un ragazzo, si chiama Benjamin, qualche giorno fa dei suoi amici mi stavano picchiando ma lui mi ha difeso pur non conoscendomi.
Ieri ho fatto una brutta cosa, ho rubato una coperta in un supermercato ma mi hanno scoperto, volevano denunciarmi ma lui ha pagato per me e mi ha portato a casa sua.
Mi ha dato del cibo, un letto caldo e dei vestiti puliti, stamattina ho fatto colazione da lui e mi ha trattato molto meglio di quanto mi potessi aspettare e mi ha dato il permesso per portarti del cibo." Spiegò Federico velocemente e, una volta finito, riprese fiato.
L'uomo ascoltò con attenzione ogni parola detta dal ragazzo e annuì sorridente.
-"Provi qualcosa per lui?" Chiese.
-"C-cosa?" Balbettò il biondo, il cuore riprese a battergli velocemente, le mani iniziarono a tremargli e la sua fronte era imperlata di sudore.
-"Lo prendo come un sì." Disse Ethan sorridente e diede un morso al suo panino.

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora