diciannove

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Federico camminò per le strade buie della città ormai deserta, mani nelle tasche e la mente altrove. Dopo aver visto il ragazzo, qualcosa dentro di lui si era unito con un'altra, ma non sapeva cos'era. Si stava dirigendo a piedi verso la casa del suo ragazzo, che probabilmente lavorava ancora. Quando aveva parlato con Benjamin, gli sembrava come se lui stesse tradendo Zayn; non sapeva per quale motivo, ma una strana sensazione si illuminava dentro il suo cervello quando era in compagnia del moro. I suoi pensieri correvano da tutte le parti, e la maggior parte dei sentimenti che provava in quel momento era ancora difficili da decifrare. Gli serviva una sola cosa; bere.

Vide un bar con poche persone all'interno, e decise di prendere un drink non tanto forte. Il barista lo aveva squadrato non appena aveva messo piede lì dentro, così come un gruppo di quattro ragazzi in un angolo del locale. Uno di loro gli sembrò familiare, ma non ci diede molto peso.

"Grazie," sorrise non appena gli venne servito un drink. Sorseggió leggermente, finché non sentì della confusione dietro di lui.

"È un senzatetto quel figlio di puttana!" urlò uno dei ragazzi all'angolo, spingendo il petto del barista, che cercava di dire qualcosa e difendere sé stesso. Federico ignorò quelle parole, pensando subito che erano riferite verso di lui.

Non sta parlando di te. Calmati. Non sta parlando di te.

I suoi pensieri, tuttavia, era sbagliati. Quando una mano afferrò l'estremità della sua giaccia, e un pugno gli venne sferrato in pieno viso, capì che quel ragazzo si riferiva completamente a lui. "Stronzo!" diceva, mentre lo spinse via e gli gettò addosso il liquido trasparente che stava bevendo poco prima. Prima che potesse picchiarlo di nuovo, un bicchiere si ruppe proprio sulla cima della testa dell'aggressore. E quando cadde a terra, vide un viso familiare.

"Zayn," respirò. Afferrò la mano offerta dal moro, che lo tirò su e lo strinse in un abbraccio.

"Stai bene?" domandò.

"Tutto bene," rispose. "Che ci fai qui?"

"Stavo passando di qui, e ti ho visto nei pasticci e sono subito corso dentro," spiegò. Zayn gli accarezzò il viso con il palmo della mano destra, e accennò un piccolo sorriso. "Sono contento che tu stia bene,"

"Anch'io," replicò. I due si scusarono per la confusione che si era creata, e da gentiluomo, Zayn lasciò dei soldi sul banco per il barista.

"Mi sembra di averlo già visto quel tipo," mormorò Federico, mentre mano nella mano camminavano verso casa.

"Chi?"

"Quello che mi ha aggredito. L'ho visto da qualche parte ma non ricordo dove," rispose con una piccola smorfia. Zayn annuì, e si aspettò che la conversazione si fosse chiusa lì, ma poco dopo Federico parlò di nuovo. "Forse era colui che mi stava per picchiare un mese fa," disse come un pensiero. Ma poi Benjamin mi ha salvato.

"Perché stava? Non lo ha fatto?" domandò confuso.

"No," replicò, non aggiungendo altro.

"Perché?"

"Un ragazzo lo ha spaventato e lui è andato via insieme ai suoi amici," mentì. Zayn annuì, e gli circondò un fianco con un braccio, mentre aprì la porta di casa.

"Ora lui non c'è più, e ci sono io," lo rassicurò, e lo fece sedere sul divano. Prima che Federico potesse dire qualcosa, Zayn si mise sul suo groppone, e iniziò a baciargli il collo in maniera sensuale. Subito, un lungo sospiro uscì dalle sue labbra, e attorciglió le sue mani tra i capelli corti del moro. Non lo aveva mai fatto prima d'ora, ma com'è che si dice? Tutti hanno una prima volta, prima o poi succede.

Zayn staccò le sue labbra dal suo collo per attaccarle subito con quelle aperte del biondo, che colto di sprovvista, non riuscì a ricambiare, prima che Zayn era di nuovo lontano da lui. Si tolse lentamente la maglietta, e subito sentì il fiato mancare.

Oddio.

"Ti piace quello che vedi?" domandò in un sussurro seducente. Federico, non credendo alla sua voce, annuì velocemente, e fu sorpreso di vedere il colore degli occhi del ragazzo; scuri e pieni di lussuria. Senza esitazione, appoggiò delicatamente le sue labbra sulla pelle olivastra del suo petto, e iniziò a succhiare, facendo estasiare il moro sopra di lui. Gli accarezzò il petto, poi l'addome teso, fino ad arrivare alla cintura dei suoi pantaloni.

"Sei sicuro di volerlo fare?" domandò Federico leggermente imbarazzato. Zayn annuì velocemente, e con i denti prese il labbro inferiore del biondo, facendolo gemire.

"Non così in fretta," mormorò contro le sue labbra, e sentì dal suo tono di voce che stava sorridendo. Ancora una volta, le labbra di Zayn erano sul suo collo, questa volta mordicchiava piano la sua pelle candida, e fu imbarazzato quando un suono simile a un sussulto uscì dalle sue labbra.

Il moro infilò le mani sotto la sua maglia, e una scarica di pelle d'oca ricoprì la sua schiena, non appena le punta delle sue dita sfiorarono il suo petto. "Se non ti piace quello che stiamo--"

"No, è perfetto. Tu sei perfetto," disse senza fiato, e lo riprese a baciare. Pochi minuti dopo, la sua maglia era sopra quella caduta poco prima del moro, e ora la sua schiena nuda era contro il tessuto del divano.

Zayn stava spacciando la sua cintura quando il suo cellulare iniziò a vibrare e a suonare. "Scusami," borbottò Federico. Vide un numero privato, e fu confuso. Si alzò leggermente, e avvicinò il cellulare al suo orecchio. In qualche modo, la sua mano iniziò a sudare, il suo cuore prese a battere velocemente, e il respiro era affannato. "Pronto?"

"È il signor Rossi?"

Deglutì a fatica, e rispose. "Sì sono io."

"Salve, la chiamo dall'ospedale. Benjamin ha avuto un incidente."

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora