sette

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"Quando hai bisogno di me vieni a questo indirizzo, va bene?"

Benjamin gli allungò un piccolo post-it, e lo infilò nella tasca della sua nuova camicia a quadri rossi. Quella maglia per Benjamin aveva un significato enorme; quando era ragazzo, all'inizio dell'adolescenza, lui era abituato a scambiare i vestiti con gli amici, di solito, ma un giorno la sorella Miranda, gli chiese se per caso poteva prendere in prestito una delle sue 'fighe' (così le piaceva chiamarle) camicie. Benjamin aveva detto di sì senza problemi, e alla fine, lei si era affezionata troppo a quell'indumento per poterlo portare solo una volta, così quando voleva indossarlo lo avrebbe preso di nascosto tra i vestiti del ragazzo. Dopotutto, era l'ultima maglia che la ragazza aveva indossato prima dell'incidente, e dare quella maglia a Federico era un enorme passo per lui. Il biondo si sentiva leggermente accoccolato tra la seta della camicia, e il color rosso gli dava una sensazione di calore, mentre camminava con le braccia conserte fra le strade di New York.

"Che cosa succederebbe se i tuoi amici scoprissero che ospiti un senzatetto?" aveva chiesto prima di lasciare la casa. Il moro lo aveva guardato leggermente a lungo, riflettendo sulla sua risposta, prima di aprire le labbra in un enorme sorriso.

"Potrebbe succedere di tutto, ma non avranno mai l'occasione di toccarti," sorrise. "Non glielo permetterò."

Federico si strinse la camicia attorno alle spalle mentre una leggera brezza fischiò tra le strade poco affollate, e sorrise. Non glielo permetterò. Quelle parole faceva scoppiare una scarica di adrenalina lungo le sue vene, e delle enormi farfalle spiccavano il volo nel suo stomaco.

Si imbattè in qualcuno, e subito disse,"Scusami, non stavo guardando," e abbassò lo sguardo.

Una donna alta era davanti a lui; i tacchi le accarezzavano perfettamente le dimensioni piccole dei suoi piedi, e un abito lungo color viola scuro le incalzava le curve leggermente imperfette. Federico alzò leggermente lo sguardo, e vide degli occhi azzurri come il ghiaccio, quasi simili a quelli del moro. Le labbra erano premute l'una contro l'altra in una sottile linea, ma subito si aprirono lentamente, mentre delle parole vennero sussurate.

"Quella è la camicia di Benjamin," disse.

Federico spalancò gli occhi, e subito gli prese il panico. Aprì la bocca per poter ribattere, ma la donna si avvicinò pericolosamente a lui e afferrò l'estremità della maglia. "Questa è la camicia di Benjamin,"

"No, io--"

"Gliela hai rubata!" lo accusò, alzando leggermente il tono della voce. Subito, un uomo la affiancò con uno sguardo preoccupato.

"Che succede tesoro?" le chiese. L'uomo lo guardò dall'alto al basso e lo guardò un attimo con disgusto.

"Questa è la camicia di Benjamin!" esclamò per la terza volta, questa volta indicandolo con l'indice. L'uomo, che Federico pensò fosse suo marito, guardò un attimo l'indumento, e subito uno sguardo di ricognizione si dipinse sui suoi tratti.

"Hai ragione!" esclamò.

"Vedete, non è come--"

"Prendi questo barbone," sputó la donna acida. "Ora gliela facciamo pagare," continuò, prima di girare i tacchi. Federico venne afferrato da una mano maleducata, che lo iniziò a trascinare in avanti. Non cercò nemmeno di opporre resistenza, non avrebbe funzionato, comunque.

Tuttavia, sperava che quel Benjamin non fosse quel Benjamin che lui conosceva. Ma, alla fine, quando vide quella solita porta nascosta dall'edera, si morse il labbro inferiore. La donna sbattè la mano ripetutamente sulla porta, impaziente. "Benjamin! Apri la porta!" urlò.

Era mattina presto, sulle sette, e il moro aprì la porta con capelli scompigliati, ma gli occhi più svegli del suo aspetto. Era come se si aspettasse quella visita. Subito, la sua espressione cambiò drasticamente; il suo labbro inferiore cadde leggermente, aprendo poco la bocca, e nei suoi occhi un fuoco si accese. "Mamma! Padre, che ci fate qui?!" esclamò. La donna entrò, e non appena gli occhi del più piccolo incontrarono per una frazione di secondo gli occhi del più grande, in qualche modo i suoi tratti si addolcirono leggermente, ma ritornarono acidi non appena si rivolse verso la donna.

"Questa è la tua camicia!" esclamò infuriata la madre del ragazzo.

Benjamin alzò un sopracciglio annoiato. "E allora?"

"E allora? È la tua maglia!" esclamò la donna come se fosse ovvio.

"Mamma, non l'ha rubata, gliela ho data, è diverso," puntualizzò il moro acido. La ferma presa sulla maglietta del biondo ormai era sparita, e non appena la madre si avvicinò a Federico, Benjamin fece un passo in avanti e lo mise dietro di lui, facendogli come da scudo.

"Non toccarlo," soffió.

"Chi è lui?" domandò annoiata la donna.

"Federico," rispose semplicemente.

"È un barbone, Benjamin!" esclamò. Il padre non disse nulla a riguardo, ma era evidente che dava ragione alla moglie più che al figlio.

"Lui non è un barbone, lui è Federico. E ora, fuori di qui," soffió. Federico si sentì in qualche modo protetto dalle braccia contratte del ragazzo, e arrossì leggermente dal suo tono possessivo.

"Benjamin, ma tu--"

"Non voglio vedervi. Nè ora, né domani. Mai. Non voglio più vedervi. Andatevene. Fuori da casa mia. Non siete i benvenuti qui dentro," sputó acido il moro. I due adulti lo guardarono un attimo.

"Ben--"

"Sparite!" urlò. I due sobbalzarono leggermente dal tono furioso del ragazzo, e presto erano fuori dalla casa.

"Scusami per questo," affermò Benjamin, voltandosi verso il biondo. "Sono proprio degli stronzi," borbottò.

"Se vuoi la tua camicia--"

"No! No, la puoi tenere," lo fermò. Federico annuì, e stette lì imbarazzato, non sapendo se dovrebbe andarsene o se dovrebbe restare.

"Ti va di restare qui a fare colazione?" propose timido il moro. Due minuti prima aveva visto Benjamin arrabbiato come un leone, pronto a difendere ciò che gli apparteneva, mentre ora era faccia a faccia con la parte più timida di lui, e Federico la trovò adorabile.

"Mi piacerebbe molto, certo."

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora