quindici

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Non aveva mai corso così tanto in vita sua.

Certo, aveva corso parecchie volte da quando viveva in strada, ma solo perché o delle persone lo cacciavano via e lo minacciavano, o aveva qualcuno che lo inseguiva. Ma ora stava correndo per un motivo molto diverso; stava correndo via dall'unico posto in cui si sentiva al sicuro, il suo santuario, dalla persona che lo aveva accolto. O era stato lui a cacciarlo via, proprio come quelle persone cattive che aveva incontrato per strada?

Forse era stato lui a correre via da lui, spaventato come un cerbiatto. Non sapeva nemmeno perché delle lacrime gli stavano bagnando il viso, e volavano via da esso come degli storni impauriti. I singhiozzi che uscivano dalle sue labbra rendevano ancora più difficile respirare, e sapeva solo che in qualche modo sarebbe arrivato a destinazione, prima o poi.

Non si era reso conto che stava piovendo finché non scivolò su una superficie umida, e cadde a terra, ma il male era molto più sopportabile di quello che provava dentro al suo petto.

Il fango gli aveva macchiato i pochi capelli che ormai erano appiccicati alla sua fronte, e li tirò indietro frustrato. Una piccola ferita si era formata sulla schiena della sua mano, e con la lingua succhió via il sangue, fregandosene di quello che magari la gente pensava di lui.

Si rialzó, e questa volta la realtà sbattè contro di lui come un treno; Benjamin non lo voleva più vedere, e sembrava così sicuro della sua affermazione. La mascella contratta, gli occhi acidi, e il tono secco. Come aveva potuto fidarsi di un estraneo così velocemente? Come aveva potuto offrirgli un posto sicuro, una casa, un letto, dei vestiti, per poi sbatterlo fuori? Come aveva potuto fargli dimenticare il suo passato in pochi giorni, guarire delle ferite, per poi riaprirle e formarne delle più grandi?

"Sei uno stronzo," borbottò fra sé e sé. Sbattè il palmo della mano sulla porta, insistente, e quando pensava che magari lui non era in casa, iniziò a piangere più forte. Non c'era nessuno ad aiutarlo ora, era rimasto solo. Ma non perse le speranze, e sbattè di nuovo, più forte, finché un ciuffo nero conparve da dietro la porta.

"Fede?"

Il veterinario spalancò la porta, e lasciò che Federico si sfogasse, mentre le lacrime che scendevano sul suo viso non accennavano a cessare.

"Benjamin mi ha cacciato di casa -- lui non mi vuole più vedere ed io-- sono solo, sei l'unico che mi rimane. Non ho nessun'altro posto dove andare ed io non so che cosa fare -- ti prego, aiutami. Ho bisogno di un letto, delle braccia attorno a me, e qualcuno che mi dica che va tutto bene--" pianse. Zayn lo afferrò, e lo trascinò dentro casa, mentre gli cinse i fianchi, e lasciò che le sue lacrime bagnarono la sua maglia del pigiama.

"Ci sono qui io," sussurrò contro la pelle morbida del suo orecchio. "Non vado da nessuna parte, Federico. Puoi stare qui quanto vuoi, io non sarò mai colui che ti caccerà di casa,"

I suoi pianti iniziarono a calare, e presto erano diventati solo piccoli sussulti. Federico strinse la seta attorno alle sue dita tremanti, e con una piccola voce disse,"Sarei di intralcio,"

Zayn scosse la testa e di istinto gli baciò la fronte leggermente umida. "Non saresti mai di intralcio. Da quando ti ho incontrato è il mio sogno svegliarmi accanto a te ogni mattina," disse dolcemente contro la sua pelle.

Federico alzò di qualche centimetro il suo mento, finché i loro nasi non si scontrarono, e i suoi occhi incontrarono quelli sicuri e fermi del moro di fianco a lui. In pochi secondi si era perdutamente perso nel colore chiaro dei suoi occhi, illuminato dai lampi che talvolta illuminavano la stanza. Sentiva il suo respiro contro le sue labbra leggermente schiuse, e il suo alito odorava di menta. Probabilmente si era appena lavato i denti ed era pronto per andare a dormire. Proprio quando stava per allontanarsi, le mani che erano sul suo viso si strinsero leggermente più forte, chiedendogli silenziosamente di non allontanarsi. Le sue dita afferravano possessivamente l'estremità della sua maglia da pigiama, e strinse gli occhi, chiudendoli. E poi, Zayn chiuse la distanza fra i loro visi, senza dire una parola, e premette così piano e tranquillamente che per un secondo pensò che aveva solo messo le sue labbra sulle sue, senza fare nessuna pressione.

Non aveva mai baciato nessuno prima d'ora, apparte sua madre quando era piccolo, e non aveva nessuna esperienza. Anziché afferrare la maglietta, mise le sue mani sui fianchi del moro, e aggiustó i loro visi, in modo che il suo naso premeva contro la sua guancia destra. Zayn prese questo come un segno positivo, e succhió le sue labbra tra le sue. Federico mugulò, e una sensazione di calore si fece strada lungo il suo basso ventre. Sembrò passare un'eternità, quando Zayn prese il suo labbro inferiore tra i suoi denti e tirò indietro leggermente.
"Non l'ho mai fatto prima d'ora," borbottò Federico, e ora poteva sentire le sue guance tingersi di un rosso scuro e il fiato mancare.

"Neanche io," rispose il moro, anche lui leggermente affanato.

"No, intendo, che non ho mai baciato nessuno prima d'ora," disse con una risatina.

"Vuoi dire che--" uno sguardo sorpreso si presentò sul viso del moro. "Sono stato il tuo primo bacio?" chiese, e l'espressione precedente era stata rimpiazzata da un piccolo sorriso totalmente soddisfatto.

Federico annuì timido, e infilò la sua testa sotto il suo mento, per nascondere il suo rossore ma anche per avere più contatto fisico con il ragazzo.

"Mi sento onorato, allora," disse contro la cima del suo capo, e il biondo poteva sentire che stava sorridendo. "Sono onorato di averti conosciuto," aggiunse, baciandolo.

Pochi minuti dopo, si recarono sopra, in camera del ragazzo, e insieme si infilarono sotto le coperte.

"Buonanotte," sussurrò, prima di spegnere la luce e cingergli i fianchi con un braccio, facendo il grande cucchiaio. Federico chiuse gli occhi con un solo pensierio; di vedere quel colore scuro degli occhi di Zayn, ma tutto quello che vide fu totalmente diverso, e gli portò un atroce male al petto.

Tutto quello che poteva vedere quando chiudeva gli occhi era un solo e unico colore:

L'azzurro cristallino di quegli occhi gli avrebbe infestato i sogni per un bel po' di tempo.

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora