ventiquattro

1.1K 132 64
                                    

I giorni passavano lentamente uno dopo l'altro, a New York, la città che non dorme mai, non succedeva nulla di nuovo, nulla per cui valesse la pena fermarsi per strada e parlare con il primo passante della novità, tutto era calmo, fin troppo per i gusti degli abitanti della grande mela, erano abituati a non star fermi un solo minuto e, invece, in quel periodo anche le strade sembravano meno caotiche, neppure il Natale appena passato aveva suscitato il ben che minimo interesse nelle persone, alcuni speravano che l'arrivo del nuovo anno, previsto per il giorno dopo, potesse risvegliare gli animi dei newyorkesi e ridonasse alla città quel brivido di follia che stava man mano perdendo.


Federico, fin da piccolo, aveva sempre guardato dei documentari su New York e aveva letto decine e decine di libri dove era anche solo accennato qualcosa su quella splendida città, New York era sempre stata la città dei suoi sogni, sperava di poterci vivere un giorno e di trovare la sua fortuna lì, e anche quando si era trasferito per poter mendicare tra quelle strade non aveva perso il suo entusiasmo, il solo sapersi sul suolo di New York lo rendeva euforico e sapeva che, un giorno, quella città avrebbe esaudito tutti i suoi desideri e ne aveva avuto la conferma quando nella sua vita apparve Benjamin, nel momento in cui quasi aveva smesso di sperare e si stava rassegnando alla sua povera vita in compagnia del suo gatto Fiocco, e gliel'aveva sconvolto del tutto, l'aveva aiutato, e salvato, due volte senza nemmeno conoscerlo, gli aveva offerto un tetto senza chiedergli nulla in cambio, aveva realizzato tutti i suoi sogni solo per poi distruggerli, nel momento in cui Federico stava trovando la sua felicità Benjamin gliel'aveva strappata da sotto al naso e l'aveva ridotta in mille pezzettini e il biondo, anche volendo, non sarebbe mai riuscito a ricostruirla come prima, per lui era ormai svanita.

I giorni appena trascorsi il più piccolo li aveva passati seduto accanto alla finestra a guardare delle persone che vivevano al posto suo, non aveva alcuna intenzione di parlare con nessuno, neanche con Zayn, perché si sentiva vuoto.

Era sera ormai, Zayn sarebbe tornato a momenti e Federico sapeva che lo avrebbe inondato di domande come tutte faceva tutte le sere solo per poter parlare con lui, il biondo apprezzava la sua preoccupazione ma, delle volte, lo trovava invadente, gli aveva chiaramente detto di non voler parlare con nessuno, che quando l'avrebbe voluto fare sarebbe stato lui stesso a cercarlo, ma l'altro sembrava non capirlo ed era proprio in quelle circostanze che notava quanto differenti fossero Zayn e Benjamin, il secondo non avrebbe mai invaso i suoi spazi e avrebbe fatto di tutto per rispettare la sua decisione.

Benjamin gli mancava ma non voleva ammetterlo.


La porta di casa si aprì, provocando il solito rumore che il più piccolo aveva imparato ad odiare, e poco dopo un ragazzo stretto nel suo cappotto nero e coperto a tal punto da rendergli difficile anche solo respirare entrò nel salotto attirando, per pochi secondi, l'attenzione del minore che continuava a starsene alla finestra.

-"Federico?" Lo chiamò Zayn e con calma si tolse la sciarpa.

Non ottenne nessuna risposta dal biondo che continuava a guardare fuori mentre sorseggiava la sua cioccolata calda.

-"Quando ti deciderai a rispondermi?" Chiese per l'ennesima volta in quei giorni il veterinario.

Ancora una volta non ottenne nessuna risposta dall'altro ma, quella volta, Zayn non se ne andò come al solito in cucina sconfitto ma, bensì, si avvicinò a lui e gli prese la tazza dalle mani.

-"Ehi!" Esclamò Federico.

-"Quindi sai ancora parlare?" Chiese retorico il veterinario.

-"Zayn dammi la mia cioccolata." Rispose il più piccolo alterato.

-"No." Scosse il capo il castano. "Non fin quando non ti decidi a parlarmi." Aggiunse.

-"Perché ti è così difficile rispettare la mia decisione?!" Quasi urlò il minore.

-"Perché so che stai così per quello lì, che non fai altro che pensarlo!" Urlò in risposta Zayn.

-"Quello lì ha un nome, si chiama Benjamin ,e anche se fosse qual è il tuo problema?!" Continuò ad urlare il biondo.

-"Tu sei fidanzato con me, non dovresti pensare ad altri uomini!" Controbatté il veterinario.

-"Se tu rispettassi le mie scelte, e mi amassi nel modo in cui io ti chiedo di farlo, non sarei costretto a farlo!" Rispose Federico.

-"Quindi io non saprei amarti?!" Chiese urlando il castano.

-"No! Mi tratti come se fossi un bambino che ha bisogno di protezione mentre io voglio qualcuno che mi tratti da uomo, mi urli le cose in faccia e che litighi con me, e mi ami come tale!" Esclamò il più piccolo e prese il suo cappotto grigio.

-"Dove vai?!" Urlò Zayn.

-"Lontano da te." Rispose Federico e corse fuori casa.


Il più piccolo riusciva ancora ad udire le grida di Zayn e sperava davvero che questo non iniziasse a seguirlo , sapeva di aver esagerato con le parole ma per la prima volta aveva agito d'impulso, aveva fatto ciò che si sentiva di fare, e non se ne pentiva.

Il ragazzo continuava a correre tra le fredde e affollate strade di New York ignorando le imprecazioni che qualche passante gli lanciava quando lui finiva per urtarli, sapeva dove voleva andare e aveva fretta di raggiungere la sua meta; con il passare dei giorni, e degli anni, aveva imparato a riconoscere quelle strade, che per molti potevano sembrare tutte uguali, e ad orientarsi tra esse ma una sola gli era rimasta nel cuore, quella per lui era la strada verso casa.


Dopo non molto giunse alla sua destinazione e iniziò a bussare ininterrottamente il citofono nella speranza che qualcuno andasse ad aprirlo ma non dovette aspettare molto, dopo pochi minuti una voce fuoriuscì dall'apparecchio facendolo sorridere.

-"Chi è?" Chiese la voce.

-"Benjamin, sono io, ti prego aprimi..." Lo supplicò il biondo.

Subito sentì la serratura del portone aprirsi e lui corse all'interno; trovò la porta di casa del moro già aperta e non esitò a fiondarsi all'interno.

-"Federico." Lo chiamò Benjamin. "Cosa vuoi?" Chiese con tono duro.

Federico non rispose alla sua domanda, si avvicinò a lui e lo spinse al muro.

-"Zitto e baciami." Disse e fece unire le loro labbra.

Benjamin e Federico erano ritornati.

forbidden soulmates; fenji AU [with doubleemme]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora