Capitolo 16

19 2 0
                                    

-Sta arrivando la polizia- disse appena chiuse la chiamata -Luke ho tanta paura- dissi con voce tremate, lasciando che le lacrime scorressero lungo il mio volto -Sta tranquilla, andrà tutto bene. Non permetterò a nessuno di farti del male- -E mia madre? Non voglio le succeda qualcosa- -Vedrai che non le succederà niente- mi abbracciò e mi stampò un bacio sulla fronte. Dopo qualche minuto sentii le sirene della polizia in lontananza e iniziai a rilassarmi, per fortuna sarebbe finito tutto in poco tempo -Fingi di dormire- mi sussurrò Luke e così feci, senza fare alcuna domanda. Poco dopo sentii la porta della mia stanza aprirsi e il sangue mi gelò nelle vene; mi strinsi di più a Luke e pregai che non ci facesse del male. Sentii l'armadio aprirsi e una corda del basso venne pizzicata, probabilmente senza volere; ero molto affezionata a quello strumento, era un regalo di mia nonna che era venuta a mancare quando avevo solo undici anni, se me lo avesse portato via avrebbe portato con sé l'ultima cosa che mi restava di lei. -Stai tranquilla, andrà tutto bene- sussurrò Luke cercando di non farsi sentire, l'uomo poggiò lo strumento e si avvicinò al letto per poi guardare se fossimo svegli o stessimo dormendo; il mio volto era coperto dai capelli e sentii la mano dell'uomo spostarmeli dietro l'orecchio, aumentai la presa sul braccio di Luke che si mise su un fianco e mi avvolse la vita con un braccio -Siete davvero carini- sussurrò per poi spostare il braccio di Luke e iniziare a toccarmi, ero spaventata e non riuscivo a muovere neanche un muscolo -Fermo- gridò un poliziotto entrando in stanza; l'uomo mi strappò dalla presa di Luke e mi trascinò fuori dal letto per poi prendere un coltello e avvicinarmelo alla gola -Se fai un altro passo l'ammazzo- disse -La prego, mi lasci andare- supplicai piangendo -Lascia andare la ragazza- -Butta giù la pistola- il poliziotto fece ciò che l'uomo gli chiese di fare; con la coda dell'occhio vidi Luke sgusciare fuori dal letto e avvicinarsi alla finestra senza far alcun rumore. Poco dopo tornò nel letto e mi guardò sorridendo, dalla finestra entrarono altri poliziotti che accerchiarono l'uomo e lo ammanettarono; in quel momento mi sentii sollevata: quell'incubo durato quasi due ore finì.

Andai in camera di mia madre per vedere se stava bene e notai che lei non era lì -Dov'è mia madre?- chiesi ad un agente -L'hanno portata fuori casa, dovrebbe essere in giardino- corsi giù dalle scale seguita dal biondo e andai in giardino dove vidi diversi agenti e delle ambulanze -Dov'è mia madre?- chiesi di nuovo ad un agente -L'hanno portata in ospedale, era ferita ma sono certo starà bene. Tu stai bene?- -Sì, penso di sì- Luke mi poggiò una mano sulla spalla -Vuoi che resti con te stanotte? Penso tu abbia bisogno di compagnia soprattutto dopo quello che è successo...- -Non me la sento di restare qua stanotte, penso che andrò in ospedale a vedere come sta mia madre e resterò con lei- sussurrai guardando le luci rosse e blu delle volanti della polizia -Ti accompagno- -Prima di andare devo controllare una cosa- tornai in camera e presi in mano il basso, il manico e le corde erano macchiati di sangue mentre il corpo era graffiato -Addison stai bene?- mi chiese Luke vedendo che osservavo lo strumento con le lacrime agli occhi -Mia nonna ha sempre saputo che non ero il tipo da collane o braccialetti e per natale non sapeva mai cosa regalarmi. Un anno mi regalò dei cd di musica, un altro anno mi regalò delle lezioni di musica e l'anno dopo, per il compleanno, mi regalò questo basso vedendo che mi ero appassionata un sacco allo strumento. Tutte le volte che veniva a trovarci, le facevo sentire quello che imparavo dicendole "Nonna, hai visto? Ho imparato questo all'ultima lezione" e lei sorrideva, mi faceva sedere accanto a lei e mi ripeteva sempre "Sono certa che da grande diventerai una rock star" ero molto contenta di sentirmelo dire, perché è stato da sempre il mio sogno nel cassetto. Un paio di anni dopo avermi regalato il basso, stava venendo a trovarci ma non arrivò mai; dopo qualche giorno mi ritrovai al suo funerale. Quel basso è stato l'ultimo regalo che mi ha fatto prima di passare a miglior vita e quel bastardo lo ha rovinato, lo ha sporcato con del sangue e lo ha graffiato tutto- -Mi dispiace- sussurrò abbracciandomi. Riposi lo strumento nella sua custodia e uscii di casa; un'ambulanza accompagnò me e Luke in ospedale, dei medici ci fecero tutti gli accertamenti per poi portarci nel reparto psichiatrico per valutare i danni psicologici. Luke entrò per primo nello studio dello psicologo, mentre io restai seduta fuori dalla porta rannicchiata su una sedia; un'infermiera mi si sedette accanto e iniziò a farmi domande -Cosa ti è successo?- non risposi, ero troppo sconvolta per farlo -Perché sei nel reparto di psichiatria? Con me puoi parlare- rimasi in silenzio a fissare il pavimento grigio -Posso portarti un succo di frutta?- annuii lievemente senza distogliere lo sguardo dal pavimento; la donna tornò poco dopo con del succo che mi porse e velocemente bevvi. Poco dopo, Luke uscì dalla stanza seguito da un medico -Andrà tutto bene- mi sussurrò il biondo per poi sedersi accanto a me -Ti farà solo alcune domande, stai tranquilla- mi alzai dalla sedia e seguii il medico nello studio -Addison King, tua madre e tuo padre sono entrambi ricoverati qui- disse l'uomo dietro la scrivania mettendosi un paio di occhiali con le lenti spesse -Padre vittima di incidente d'auto, madre vittima di stupro e da quanto mi ha riferito il tuo ragazzo stavi per fare la stessa fine, anche se lui non l'avrebbe mai permesso- -Mia madre è stata violentata?- dissi quasi in un sussurro mordicchiandomi le unghie -Non lo sapevi? Mi dispiace avertelo fatto sapere in questo modo... comunque direi di iniziare con le domande-

GIRLS TALK BOYSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora