Capitolo 18

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-Addison, mi dispiace un sacco... tua madre sta bene adesso?- -Non lo so, ma spero vivamente di sì. Penso che più tardi passerò da lei- il moro mi abbracciò e mi tenne stretta a se -Adesso però cerchiamo di non pensarci- disse Luke -Michael e Ashton sono di sopra, stavamo per andare a fare un giro... venite anche voi?- -Certo- salimmo le scale ed entrammo nella stanza di Calum -Ciao- dissero i ragazzi vedendoci -Direi che possiamo andare- disse il riccio per poi uscire dalla stanza seguito da tutti noi -Hey Addison, questa non è casa tua?- disse Michael indicando la casa con ancora tutte le volanti della polizia -Sì- sussurrai con un enorme groppo in gola -Cos'è successo?- chiese curioso affiancandomi -Michael- disse Luke incenerendo l'amico con lo sguardo -Luke, è tutto ok. Stanotte qualcuno è entrato in casa, ha violentato mia madre e, se non ci fosse stato Luke con me, probabilmente avrei subito la stessa sorte- Michael mi abbracciò e mi sussurrò "Dopo prendiamo una bella pizza così ti sentirai meglio" facendo comparire un lieve sorriso sul mio volto. -Addison King?- disse una donna avvicinandosi a noi -Sì?- -Sono Alana Smith dei servizi sociali, devi venire con me- guardai terrorizzata i ragazzi, la donna mi afferrò il polso e mi trascinò verso un'automobile scura -Luke- dissi guardando il ragazzo che venne fermato dagli agenti mentre tentava di raggiungermi -Mi lasci andare- dissi alla donna con le lacrime agli occhi -Cosa vuole da Addison?- disse Ashton avvicinandosi alla donna con aria minacciosa "Ashton? Qualcosa non mi torna..." pensai -Non la riguarda, se ne vada e mi lasci fare il mio lavoro- rispose acida -Ashton, vi prego fate qualcosa- -Stai tranquilla, troveremo una soluzione- disse mentre la donna mi faceva entrare in auto. Dal finestrino della vettura in movimento, vidi i ragazzi sempre più lontani, fino a sparire; poggiai la testa sul vetro e iniziai ad osservare le case, gli alberi e le strade passare velocemente. -Siamo arrivate- disse la donna spegnendo il motore e tirando il freno a mano; mi aprì la portiera e mi fece scendere, per poi afferrarmi saldamente per un braccio e trascinarmi dentro un edificio. Mi portò in un ufficio, dove una donna dall'aria severa stava digitando qualcosa al computer -Finalmente ho in piacere di incontrarti, Addison King- disse senza distogliere lo sguardo dal monitor -Smith, può pure aspettare fuori, non ho bisogno della sua presenza- continuò poi togliendosi gli occhiali -Si accomodi- mi sedetti sulla sedia difronte alla scrivania e inizia ad attorcigliarmi nervosamente una ciocca di capelli tra le dita -Allora Addison, tuo padre e tua madre sono entrambi in ospedale ritenuti quindi incapaci di occuparsi di te per il momento. Ti hanno affidata a noi, il nostro compito è quello di trovarti una sistemazione temporanea in una famiglia in grado di occuparsi di te fino a quando almeno uno dei tuoi genitori possa riprendere a farlo- -Ho già una sistemazione- dissi fissandomi le mani -Ah sì? E dove staresti?- -Il mio ragazzo e la sua famiglia hanno detto che potrò restare da loro- -Mi dispiace Addison, ma non starai da loro. Ti abbiamo assegnata ad un'altra famiglia, ben disposta ad occuparsi di te. Per i prossimi giorni proverai l'ebrezza di avere un fratello e una sorella; Alana ti accompagnerà a casa per fare le valigie e prendere ciò di cui hai bisogno, nel pomeriggio ti farò conoscere la tua nuova famiglia- -Che famiglia è?- chiesi arrendendomi al fatto che sarei dovuta stare con dei perfetti sconosciuti -Sei stata assegnata alla famiglia Brown, abitano dall'altra parte della città- -Dall'altra parte della città? E come farò a vedere il mio ragazzo e i miei amici? Dovrò farmi ore di macchina per poter stare con loro? No, non voglio assolutamente andare dall'altra parte della città- mi opposi incrociando le braccia al petto -Aspetta, ti hanno appena riassegnata, per tua fortuna questa famiglia abita poco distante da casa tua. Non dovrai farti ore di macchina per vedere il tuo ragazzo e i tuoi amici- sbuffò la signora -Adesso vai, Alana è qua fuori e ti sta aspettando- mi alzai dalla sedia e camminai in direzione della porta -Voglio avvisarti che se proverai a scappare mentre la Smith ti accompagna per fare le valigie, ti troverai dall'altra parte della città in un convento. Ti ho avvertita- uscii da quell'ufficio e, insieme all'assistente sociale, tornai a casa per preparare le valigie.

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