XVIII

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Son costretta ad avvisare che è un capitolo rosso, quindi se non vi piace il genere fermatevi senza criticare.

Ti odio, poi ti amo,
poi ti amo, poi ti odio,
poi ti amo...
Non lasciarmi mai più:
sei grande, grande, grande,
come te sei grande solamente tu.

Io ti odio ti odio ti odio,
ma perché sei tanto bella
ti odio perché non scompari,
perché non ti uccidi
e perché ti voglio tanto io...

A chi vorrai sembrar bella
di nessuno... ti importerà [...]
Di chi sarai? Chi bacerai?
A chi tu morderai
Le labbra sue
Come facevi con me
Mentre io... morivo per te?

Da chi ora te ne andrai? A chi parrai bella?
Chi ora amerai? Di chi si dirà
che tu sei?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?* - Parte Seconda


(Parla Harry)

Mi è impossibile non sorridere, con le labbra attaccate e bagnate, che si mordono e si amano, e sospiro sollevato, perchè sono letteralmente nella mia casa.

Rinascere, decisamente, mi sento rinascere, con le costole a sbattere, i bacini attaccati e un muro dietro la sua schiena che lo tiene intrappolato, in tutto 'st'amore, - potrei esplodere, potrei morire, ma morirei felice, col sorriso, e il suo odore, e il suo sapore, con lui.

Le mani tremano, di entrambi, ricche di eccitazione, adrenalina, e paura.

Paura d'esser scoperti, paura che qualcuno possa vederci, vederlo e innamorarsi, come io mi innamoro di lui ogni volta, e anche paura che qualcuno possa odiarci, e odiarlo e non voglio, nessuno, se non io, può odiarlo, ché fragile com'è si romperebbe.

Le sue mani mi tirano i pochi capelli che ho, perchè li ho tagliati - quella notte -, al ricordo delle sue mani tra di essi.

I suoi occhi son chiusi, mentre i miei spalancati, non son mica stupido come lui, io voglio guardarlo, perchè il suo volto era ormai sbiadito, mentre ora è vivo e limpido, ora è vivo come noi.

La leggera barba mi lascia la pelle arrossata, le guance nascoste dalle mie mani ruvide, che son così grandi e lui è così piccolo accanto a me, così indifeso, tanto che sembro io il più grande.

Chiazze bianche che divengono rosse, causate del mio tocco forte e marcato.

Respiri affannati e consumati, mangiati da noi.

Le sue mani, ecco, le sue mani dappertutto, pure dove non sono.

Ora sul mio collo,
clavicole,
giacca, e la giacca cade dalle mie spalle;
spalle,
colletto, bottoni, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, otto bottoni slacciati;
la camicia cade a terra, giace con la mia giacca;
il petto mi freme, trema e sento come spasmi incontrollati mozzarmi il respiro, mentre il suo tocco mi tinge la pelle e rimane lì, come inchiostro, indelebile.

Le labbra calde e dolci, si, dolci anche solo al tatto, soffici, che mi mordono, ma non sento niente, se non i suoi capelli nell'incavo del mio collo che solleticano.

«Comunque, ti perdono.», slaccia i miei pantaloni, e io lo guardo stranito.

«Perdonato per?», e forse, il momento è volato, ma meglio così, cazzo siamo in una chiesa, contro il muro di un confessatorio. Non si può!

Lo afferro per il braccio e ce lo butto dentro - il confessatorio - assieme ai miei vestiti spirgazzati; è buio.

Geme contrariato, «Ma così non ti vedo, non vedo un cazzo!», e io sorrido perchè anche a lui piace guardarmi, ma poi mi riprendo. «Lou non imprecare! Siamo in chiesa» mi pizzico il naso, che nervi mi fa saltare, e la mia erezione preme, diamine!

«Si va bene, come dici tufa accondiscendente, mentre si avvicina piano a me, e le sue mani sono sul mio petto nudo, ancora, di nuovo, ricomincia la tortura, un orribile e straziante tortura fatta di carezze di fuoco, baci bagnati e morsi rudi.

«Ti perdono, anche se mi hai lasciato andare invece di tenermi stretto a te, invece di farmi dire che t'amavo, invece di farti amare di notte, di giorno e nel mezzo. Ti perdono perchè t'amo, ma più di tutto perchè t'odio.»

E mi è inevitabile non provare un poco d'odio, perchè gliel'ho lasciato dire prima di me, ma tanto io son suo, son sempre stato suo, e quindi, lo amo da prima, lo amo di più.

Poi mi bacia, come fosse la prima volta, incerto, e sento una dolce melodia in sottofondo, tra gli ansimi e i gemiti, sento il mio cuore e il suo batter in sincronia, contro la gabbia toracica, quasi ad uscir dal petto.

Non lo faccio per cattiveria, ma devo, faccio cessar il contatto dei nostri cuori, lo giro e baciandogli il collo lo faccio piegar,

«Sei mio, solo mio», una pacca sul suo sedere perfetto, come tutto di lui.

Un bacio sul collo e sulle spalle, i capelli tra le mie mani e tanti, troppi gemiti rumorosi, con i nostri cuori distanti che battono come fossero uno solo.

Botte di reni, mentre io son in lui, anche se in fondo, una parte di me c'era sempre in lui.

Le mie mani stringono i suoi fianchi e le sue mani si aggrappano al legno del confessorio.

«Finirò all'inferno.», e lui geme dal piacere, e non mi dispiace troppo, se l'inferno lo passo con lui, può andar bene.

«Oh Haz- oh.», mugola, si morde le labbra e mugola, ancora, forte.

E mi ammalia il suono della sua voce: la mia nuova canzone preferita.

«Piccolo,» gemo io, «Qui non c'è nulla di p-piccolo.» Interrompe lui, e con i gemiti ci sono anche risate ora, risate, mugolii, gemiti, orgasmo.

Odore di sesso nell'aria, odore di peccato, odore di noi, due peccatori.

Vengo in lui con un'ultima spinta, mentre afferro il suo membro e lo pompo, io in lui, e lui tra le mie dita, solo noi.

La sua schiena contro il mio petto, siamo un tutt'uno, come respiri e cuore.

«Oh cazzo si! Si Dio si!», e vado fiero di questi gemiti, e del suo sperma sulla mia mano, e per terra, e non mi interessa, non ora almeno.

«T'amo.»

«E io t'odio, pezzo di cretino! Smettila di bestemmiare!», e dico solo questo, perche amarlo già lo faccio, pure troppo.

Quis nunc te adibis? Cui videberis bella?
Quem nunc amabis? Cuius esse diceris?
Quem basiabis? Cui labella mordebis?


n/a:

*premetto col dire che non so se ho tradotto bene ma non studio latino da tipo un anno lol, amo Catullo e le sue parole così contemporanee.

HO AGGIORNATO DUE VOLTE IN UNA GIORNATA ORA PER IL PROSSIMO CAPITOLO DOVRETE ASPETTARE ANNI LOL
btw, spero il capitolo vi piaccia, i miei feels non sono mai stati così forti per una cosa scritta da me uau.

LA PARTE ROSSA
HO DOVUTO AVVISARE PERCHÉ NON VOLEVO INCAZZATURE.
l'ho scritto stanotte alle quattro sto capitolo eeeeee ne vado quasi fiera, non mi piace come la prima parte MA OK.

stellinate e ditemi cosa ne pensateeee

Adiaforía ( Larry Stylson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora