XIII

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Canzone Capitolo: Amnesia; 5SOS

«Compra il pane!», mi ha urlato, e poi è uscito, facendo sbattere la porta, al ché io devo gemere contrariato, stanco, sffossato - e tutte quelle altre sensazioni che si provano di mattina - per forza, è routine.
Perciò mi rigiro nel letto che profuma di noi, annuisco tre volte, quasi per svegliarmi, ma tanto non mi sveglio, non lo faccio mai e quindi affondo ancora di più tra le coperte, premendo la testa sul cuscino che odora di tabacco e menta.
Che se poi io preferisco arancia e liquirizia è un'altra cosa, il tabacco e la menta mi piacciono lo stesso, ma vogliamo mettere?

Quindi, mentre le immagini meno caste mi passano per la testa mi alzo, ma ogni passo è una fitta alla anche, mentre il sedere duole e fa male come l'inferno.

«Cazzo!», sussurro, anzi lo urlo ché tanto non mi sente nessuno.
Arrivo alla cucina e mi pento davvero della piega che la mia vita ha preso.
Mi ritrovo a fare colazione negli stessi posti in cui mi piego a novanta e mi faccio trapanare da uno che non amo, e che manco a provarci amerò.

Prendo un sorso di latte, lo risputo,: solita routine, mi ha fatto sempre schifo il latte.

E poi ritornando nella stanza da letto mi infilo un denim e una delle polo sbrindellate di Zayn.

Esco di casa con venti dollari in tasca, e passo dopo passo acquisto un ritmo più o meno normale, anche per una persona che ha fatto il passivo nei peggior dei modi la scorsa notte.

E le mani di Zayn con la sua colonia banale mi martellano la testa, così mi passo le mani tra i capelli, quasi sperando che le preoccupazioni possano dissolversi, gesto che, ho preso da Harry.

Entro nel negozio, mi dirigo subito nella seconda corsia, prendo il pane e - per sfizio - un pacchetto di chicchi di caffè tostati, li ho sempre amati.

Pago, tredici dollari di resto e, con gesto automatico li ficco in tasca.
Esco dal supermercato e poi mi blocco.
Quella sensazione che oramai non mi attanagliava da tre settimane mi colpisce, facendomi tremare le gambe.
Perché lo vedo, e per una volta penso, anzi, spero di star sognando.
Spero che sia una di quelle fantasie che si prendevano gioco di me le prime notti e delle volte anche di giorno.

Lui è qui, o meglio è lì, dall'altra parte della strada.
E sembra quasi normale vederlo qui, nel mio posto sicuro, nel mio rifugio.
Sembra una cosa usuale mentre parla con non so chi, e allora assottiglio la vista e lo vedo parlare con Mark, uno dei commessi della pasticceria.
Loro non mi notano mentre parlano animatamente, gesticolano.
E io mi sento male, perché lui sta bene.
Non ci sono segni di tristezza, di dolore, sembra lo stesso Harry che mi sfotteva a casa, lo stesso che mi baciava in macchina, lo stesso delle lettere, quelle nelle quali era certo io fossi vivo.
E non vedo guance cave, né occhi rossi o cerchi viola attorno ad essi.
Lo vedo in pieno delle sue forze, con capelli sempre più lunghi, occhi sempre più chiari e guance rosse.

Lo vedo quello sguardo spensierato di quando riceva avance, ma questo non sono indesiderate.
E mi sento egoista, vedendolo felice, perché io sono stato male, e lo odio.
Dio se lo odio, eppure lo amo.
E il peso di piombo nel petto si fa più leggero quando lo vedo girarsi nella mia direzione, quasi sperando che noti uno sciattone messo male che lo fissa, ma poi penso alle conseguenze e allora corro, corro dietro, verso dove sono venuto.
E vado via, di nuovo, scappo, come sono solito fare, come mi è più semplice.
Non che mi piaccia, ma devo, non posso farne a meno.

La maglietta sventola e i jeans mi calano ma me ne fotto davvero.
Che tanto lui non mi ha visto, di cosa mi dovrei vergognarmi in fondo?
Del fatto di star male? Perché io, a differenza sua ci sto male, ci sto malissimo.

Eppure, per quanto ci sto male mi faccio scopare nei peggio modi, e mi schiaffeggio mentalmente perché è vero.
Ma per quanto possa essere vero, quello, per quanto fatto possa apparire, quello è sesso fatto solo di bisogno e non d'amore: non vale niente.

E, in un momento di lucidità, me lo chiedo:
Come faccio a dire di amarlo senza aver vissuto in simbiosi con lui?
Come faccio senza aver provato la magnifica sensazione delle nostre anime che collaudano, si stringono e si toccano senza rimorsi? , violentemente.
Senza aver provato la magnifica sensazione nella quale si toccano i confini della proprio carne per confondersi con quelli di un altro individuo?

Che ne sa la gente dell'amore? Che ne sanno le spose vergini e sante che non hanno provato la magnifica sensazione, che non hanno visto occhi lussuriosi sporchi di orgasmo?

Che ne sanno del calore proibito di un'anima che brucia accanto alla tua? Che ne sanno di come ci si sente con le lacrime, il dolore, l'agonia e il piacere, quello forte quasi asfissiante inseguirsi e danzare insieme?

Semplice non lo sanno, e nemmeno io lo so.
E forse è vero, forse non lo amo, forse non lo odio nemmeno, può darsi che ne sono indifferente?

N/a

FINE. so che è una capa inaspettata ma credo che non ci siamo modo migliore per concludere questa stori-

VE STO A PORTA PER CULO VI AMO, DOPO AVER SCRITTO QUEL CAPITOLO MI È VENUTA L'ISPIRAZIONE QUINDI AMATEMI.

BrovkenToy SOPRATTUTTO TU CIAO.

(spero non faccia troppo cagare)

Adiaforía ( Larry Stylson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora