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Canzone Capitolo: Wake Me Up; Ed Sheeran

Per un istante le nostre vite si sono incontrate... le nostre vite si sono sfiorate.

O. Wilde

Con un colpo secco richiudo il libro pieno di citazioni.
Mi guardo attorno, e mi sento uno stronzo.
Come ogni venerdì sera, ogni settimana di ogni mese da ormai due anni.

Mi infilo dei denim ed una camicia, lasciandola poco sbottonata, e in silenzio esco di casa.
Le chiavi della macchina di babbo in una mano e un pacchetto di sigarette; rubato anch'esso da lui, nell'altra.

«Wow, cosa fai Loueh?», mi giro lentamente vedendolo a pochi metri da me.

Porto di scatto le braccia dietro la mia schiena.

«E tu Harold? Cosa ci fai qui?», stupidamente avvio per aggiustarmi gli occhiali, e tutto mi cade di mano.

Lui ridacchia,
si stringe nelle spalle e mi raccoglie le chiavi e fa per entrare nella macchina di mia madre, quella povera donna lotta per l'emancipazione femminile, ma non sa manco guidare, saccente!

«Styles? Cosa pensi di fare?», rimbecco avvicinandomi, ma non lo fermo, anzi, entro dalla parte del passeggero, aspettando di vederlo seduto accanto a me.

«Quello che volevi fare tu.» e mette in moto, che di dirmi dove sta andando non credo abbia voglia e io, tanto meno di chiederglielo.

I finestrini della Ford verdognola sono calati, il vento scompiglia il colletto della mia maglietta nera, e la sua camicia nera è aperta.
Rimango sorpreso; il pomo d'Adamo è accentuato da ogni respiro, le vene bluastre segnano la sua pelle porcellana e morbida alla vista, e scendono giù, per il suo petto, tonico e pieno di linee nere.
Sono sorpreso! cazzo, e io che pensavo alla croce, alla sua fede indiscussa! che cazzate! mia madre mi taglierebbe via i genitali se io avessi tutte quelle macchie nere sul corpo!

Poi, con una mano sul volante tira fuori una stecca, bianca e fina, se la
porta alla bocca e senza smettere di guardare la strada fa «Accendi, su Louì sii utile!» canzona arricciando le labbra a cuoricino con la sigaretta in bocca.
Io gli accendo la sigaretta e lo guardo ancora.
Mentre il fumo esce dal naso e dalla bocca; il suo corpo, la sua presenza risplendono di luce propria, ed emana calore, caldo come sole, e dolce come il miele.

Poi arriva a metà, la cartina è bruciacchiata, mi passa la sigaretta con nonchalance, io la prendo e continuo a fumare; incrocio le mie gambe corte sotto il sedere e continuo a fumare, rilasciando cerchi con la bocca.

Mi fissa le labbra.

Con uno scatto impercettibile preme il freno ed accosta, nemmeno m'ero accorto di esser praticamente in campagna; non è che si è perso 'sto coglione?

«Quanti anni hai?», chiede facendo gemere le sue falangi, le sue ossa stridono.

«Venti, perché?», rispondo continuando a fumare, quasi con morbosità.

Poi si avvicina lento.

Posa la mano destra sul mio ginocchio, e la fa scivolare fino a metà coscia; rimango zitto a fissare il suo sguardo troppo vissuto per i suoi miseri diciassett'anni.
L'altra mano sulla mi guancia ruvida con la ricrescita a punzecchiargli i polpastrelli.
Gli occhi si sciolgono sempre più, ad ogni mio respiro trattenuto, le labbra rosse sono umide sotto la sua lingua, fende l'aria e l'odore di liquirizia e arancia mi punzecchia le narici.
Posso notare le sue imperfezioni più piccole ed insignificanti, ma non mi è difficile ignorarle.
Vorrei essere indifferente alle sue dita attaccate che, con ripetizioni controllate fanno cerchi astratti e puntigliosi sulla mia coscia, e la mano che febbrilmente mi accarezza la guancia.

Mi guarda un poco, e poi, fumo passivo.

n/a:

uei, come va? spero tutto bene!
fumo passivo! eggià! ci sto mettendo molto a scrivere perché sì, non ci sono spiegazioni plausibili ahah.
stellinate e commentate.
buona notte. 🍧

Adiaforía ( Larry Stylson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora