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Canzone Capitolo – Skinny Love ; Birdy

È il quindici settembre a breve ricominceranno le lezioni dell'Università e fa fottutamente, fastidiosamente, incredibilmente caldo qui a Forks.

Tanto che, mi son preso il privilegio di girare per casa solo in mutande; la limonata nella mano destra, o meglio: un impasto di tanto, tanto zucchero con una spruzzata di acqua e limone: come piace a me;  e l'enciclopedia nella sinistra.

Una telefonata, una canzone passata alla radio e un uovo fritto in padella mi hanno impedito di aprirla e leggere l'ultima citazione.

Allora aspetto, aspetto che la voglia mi sovrasti e mi impedisca di non fare a meno di leggerla.

Ma ancora non arriva, allora mi do al dolce far nulla sul divano.

Niall mi ha chiamato, e, come i vecchi tempi abbiamo riso. Il bambino, (io ancora non l'ho visto) – cito testuali parole: è bellissimo, non tanto quanto me, certo, ma bellissimo, in forza e diventerà politico, sicuramente.

Quindi, ora sono a conoscenza che 1) fa un caldo della madonna; 2) ho un politico nella mia città; 3) Harry non si é fatto sentire.

Però continua a fare fottutamente caldo, mentre mi muovo da un divano all'altro, la pelle collide con la stoffa che si attacca e mi mozza il respiro in gola.

Dovrebbero inventare delle pale d'aria, qualcosa che faccia circolare l'aria e ma la spruzzi in faccia con cattiveria.

Ma per ora ho solo le mie mani, ho sempre e solo le mie mani.

Nessuno qui a casa, tutti a Parigi, di nuovo, a quanto pare Parigi è sempre più bella, ogni anno che ci vanno.

E io rimango a casa, mentre a Forks oggi fa stranamente caldo.
Mai, mai in venticinque anni di vita ha fatto così caldo.

Prendo in considerazione di girare  tutto nudo, ma non sono così pudico, quindi continuo a muovermi per casa, sperando in una boccata d'aria.

Ci sono cose, in questa vita, che sappiamo fare senza imparare, nasciamo imparati, ecco.

Per me questa cosa è la cucina, o meglio, so cucinare solo l'uovo fritto senza problemi.
Una fetta di formaggio ed una di bacon a sfrigolare sopra l'uovo.

Il calore che fuoriesce mi appanna gli occhiali, e io li tolgo, li pulisco, li rimetto, si ri-appannano, li ritolgo, li ripulisco e così via.

L'uovo è pronto, – il terzo uovo della giornata –, la doccia scroscia di acqua fredda appena accesa, e mentre mi strafogo scottandomi la lingua in meno di cinque minuti sono nudo e sotto una cascata di acqua gelida a rinsanare.

I denti battono, e sento la mancanza di un corpo accanto a me, mi viene naturale pensare ad Harry anche se non è lui che voglio qui.

Mi si ghiacciano i muscoli, le articolazioni e le dita tremano, mentre goccioline di acqua scendono per la mia pelle che pian piano perde l'abbronzatura.

Poi, uscito dalla doccia rimango sorpreso di come la temperatura sia cambiata a mio favore.
La corrente è saltato, la quinta volta in una settimana, e io accendo quattro candele con cui mi circondo nel salotto.

Il telefono di casa non funziona ovviamente e perciò tengo il walky-talky con cui io e mi madre parliamo.
In meno di un secondo, come avesse intuito qualcosa esso si illumina e la sua voce risuona per tutta la stanza.

«Lou? Tutto bene? Noi si! Hai sentito l'ultima? Son sicura tu sia addolorato ugualmente, insomma avevate fatto così tanta amicizia tu e Har-»

Adiaforía ( Larry Stylson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora