IXX

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Canzone Capitolo -
Home, Ed Sheeran

(...)
Il sole sfiorò appena la mattina -
la mattina - beata -
pensò che l'avrebbe abitata
per la vita -
un'eterna primavera,
o quasi
(...)



6 Giugno

La luce,
di nuovo, quella luce crudele, mi acceca, nel primo mattino, o forse, nel tardo pomeriggio, non lo so.

Ché i miei pensieri son pappa, ormai molli e informi, dato che il suo profumo ancora mi aleggia attorno, fottendomi.

Però, anche se difficile da credere, mi alzo velocemente, e una giravolta di felicità non voluta mi fa stampare un sorriso da emerito coglione in viso.

Cosa mi sta succedendo? Dio, mi sento un bimbo.

Un bimbo felice in un negozio di dolciumi,
e certamente, la caramella alla mela verde e menta, la mia preferita, mi aspetta.

E allora mi tocca sbrigarmi, ma non troppo.
Maggio è volato, anzi, c'è da dir che è proprio scappato, caduto, morto, sfiorito, e poi, ora, già a metà giugno non me e pento, del tempo trascorso, perché forse, mi ha aiutato a maturare e meditare, certo, son maturato ben poco, ma va bene lo stesso.

Camicia allacciata male, occhi ancora incollati dal sonno, un paio di jeans sgualciti e una tazza di caffè ingurgitata velocemente assieme ad un pezzo di torta alle mele.

Il suo odore c'è ancora, sarà perché non mi sono lavato, o forse, perché mi sta dentro la pelle.

«Haz!», sorrido, ma poi, me ne potete far una colpa?, una debolezza?, voglio dire.
Guardatelo, guardatelo!
Dio non è stato clemente o gentile, è semplicemente riuscito a creare la perfezione.
O forse, per una volta, devo ricredermi: non sono io Dio, ma lui.
Io che da blasfema quale sono ammetto ciò? No, mai, o meglio, a lui non lo dirò.

Comunque, siamo qui, al parchetto, il nostro parchetto, e lui ha una canna in bocca, quasi fosse un'abitudine.

«Ma sto parco ti rende tossico?», mi avvicino e mi slaccio la camicia, ché tanto non c'é nessuno, è Giugno son tutti in vacanza, persino i miei, a Parigi.

«Sei tu che mi rendi tossico, son dipendente.», ridacchia attaccandosi al mio collo, respirandoci e baciando, mordendo, leccando.
È così appiccicoso!, Oddio!

E mi piace maledettamente tanto vedere come sia dipendente da me.

«Baciami Lou..», si lagna dopo la centesima volta che mi scosto facendo scontrare le sue labbra ciliegia sulla mia guancia.

«Fammici pensare...no.», ghigno malefico distendendomi su di lui.

Il suo petto attutisce ogni cosa, e il mio orecchio è in simbiosi con la pelle sopra il suo cuore.

I battiti velocemente moderati, ne conto ottantacinque al minuto, potrei scandirci il tempo.
Mi sento come se battesse solo per me, - il suo cuore.
Come fosse una melodia dedicata a me, solo a me,
una cosa intima, tra me e lui, come se non dovessimo mai suonarla in pubblico.

«Lo vuoi ancora quel bacio?», gemo quasi frustato quando lo sento iniziare a sonnecchiare.

«Mh, no, va bene così.» schernisce lui, con l'aria che fende il suo respiro caldo e me lo sbatte in faccia, - l'alito.

E mi sorprendo nel sentire, che oramai, il suo odore è il mio, e il mio è il suo.

«Io te lo do lo stesso! tié», gli stampo un bacio al sapore di caffè e sole sulle labbra.

Adiaforía ( Larry Stylson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora