6 Capitolo

661 62 6
                                    

Draco Malfoy non aveva alcuna intenzione di seguire il suo compagno Blaise Zabini alle selezioni di Quidditch dei Grifondoro, ma, con la fortuna che ormai lo caratterizzava in quel periodo, si ritrovava seduto accanto al suo amico sugli spalti dello stadio.

Innanzitutto, avendo perso tutto il suo interesse verso quello sport, non vedeva il motivo per cui doveva svegliarsi alle sei di mattina e sprecare quella mattinata a guardare delle insignificanti selezioni.
Per seconda cosa, non aveva alcuna voglia di accanirsi anche quel giorno l'irritante orgoglio simbolo dei suoi nemici di sempre, specialmente non voleva avere incontri sgradevoli con il Trio dei Miracoli.

Per ultima cosa, lui avrebbe dovuto impiegare quel momento per riparare l'Armadio Svanitore. Il tempo scadeva e sicuramente a Villa Malfoy la situazione stava degenerando. Non avrebbe deluso il Signore Oscuro, non l'avrebbe fatto solamente per salvare sua madre ed accertarsi della sua incolumità.
Il suo pensiero fisso era l'Armadio, e si ripassò a mente più e più volte possibili incantesimi in grado di ripararlo, mentre affianco a lui Blaise borbottava a mezza voce, spiando con un binocolo ogni singola mossa dei Grifondoro.

«Ah caspita! Un bel bolide in testa le stava bene!» commentò il moro scocciato, continuando a seguire il gioco con le sue due enormi lenti, per poi aggiungere confuso: «Da quando in qua la Mezzosangue fa da raccattapalle?»

«Perché è l'unico posto che le spetta, Blaise.» ghignò Draco, segnandosi su un pezzo di carta un incantesimo che improvvisamente gli era apparso utile per la sua missione. Quella giornata, iniziata così malamente, poteva forse regalargli un attimo di pace o di gloria.

Così, però, si ricordò della lettera di sua madre nelle mani smorfiose di quella ragazza. Sapeva che ormai controllavano la posta di ogni gufo con la dovuta attenzione, ma specialmente sapeva che sua madre non avrebbe mai potuto spedire una lettera ad Hermione Granger, proprio lei. Non poteva certo permettersi di spedire due lettere nello stesso giorno, non lei che era così braccata dai seguaci oscuri di Lord Voldemort.
Seguendo quello schema che gli appariva più giustificativo che razionale, cercò di rilassarsi nuovamente.

«Malfoy! Zabini! Cosa ci fate ai nostri allenamenti?» ruggì una voce roca sopra le teste dei Serpeverde. Harry Potter cavalcava con estrema eleganza la sua lucida Firebolt, scrutando i due indesiderati dall'alto in basso, con occhio vigile.
Blaise lasciò ricadere il suo binocolo al petto, corrucciato, mentre Draco sbuffando si infilava nella tasca dei pantaloni i suoi nuovi appunti.

«Studiavamo il nemico.» rispose subito il biondo, ghignando divertito.
«Avversario.» precisò più educato Blaise, scuotendo la testa.
«Beh, gli avversari sono nemici, quindi vedete di sgombrare la zona!» li riprese Harry, stanco di quelle ridicole spiegazioni. Non aveva alcuna intenzione che i suoi futuri sfidanti in ambito di quel gioco venissero a sapere dei suoi schemi tattici e delle sue ingegnose strategie.

«Te la stai filando, Potter?» lo rimbeccò prontamente il giovane Malfoy, notando la scopa del compagno indietreggiare con uno scatto fluido.
«Non sono io a dover scappare.» si accigliò il corvino, sistemandosi gli occhiali storti sul naso.
«Scommetto che non vuoi mostrarci la tua brillante idiozia a cavallo di un manico magico!»
«O al contrario, non voglio rispecchiare la tua di idiozia!»
«Vogliamo vedere?» lo sfidò divertito Draco, ed Harry prima che potesse rendersene conto si ritrovò con i piedi piantati ben saldamente a terra, accanto ad uno sconcertato Blaise.

Pochi secondi dopo Draco Malfoy sfrecciava a cavallo della Firebolt per il campo da Quidditch, in volto un'espressione di totale appagamento. Virando la scopa verso il basso, il ragazzo raggiunse velocemente Hermione Granger, la quale stava ricontrollando che ci fossero tutte le palle da gioco nel baule.
«Ehi Mezzosangue!» ghignò il biondo, bloccandosi poco sopra di lei, la quale si voltò a guardarlo scocciata. La squadra dei Grifondoro con la coda nell'occhio si misero a controllarli, prima di entrare negli spogliatoi.
«Cosa vuoi Malfoy?»
«Passami una pluffa, ragazzina!»
Per poco la palla non gli arrivò in testa, ma riuscì comunque ad afferrarla ed anche con una certa agilità. Sghignazzando divertito, riprese quota, non notando così la faccia sgomenta della Grifondoro, che mise subito mano alla bacchetta.

Nel frattempo Blaise e Harry avevano appena fatto il loro ingresso nel campo, ed entrambi notarono la stessa cosa che inizialmente era sfuggita ad Hermione.
«Draco quella palla è stata truccata!» urlò Blaise spaventato, lanciando occhiate di fuoco alla ragazza, che si accigliò immediatamente.
«Non sono stata io!» gridacchiò nervosa, prima di correre dietro al giovane sulla scopa. Draco sembrava riscontrare ormai qualche problema: la palla lo bloccava in circostanze difficili, impedendogli di girarsi od anche di lanciarla via. Improvvisamente era diventata più pesante e il Serpeverde si ritrovò appeso alla scopa per le gambe.
Urlò qualche bestemmia rivolte ai Grifondoro, tentando di staccarsi dalle mani la pluffa truccata per poter riprendere il controllo totale sulla Firebolt.
Non immune allo sforzo, sotto gli occhi spaventati di tutti, cadde da un'altezza di quindici orribili metri.
«Finitem Incantatem!» strillò Hermione. Immediatamente la palla scivolò via dalle mani del ragazzo in caduta, il quale urlava preoccupato.
«Aresto Momentum!» l'ultima cosa che vide Draco fu una chioma sbarazzina avvicinarsi velocemente a lui.

Nota autrice:
Mi dispiace ragazzi se questo capitolo è molto meno interessante degli altri, ma la scuola mi confonde terribilmente le idee. Per il momento la storia è sospesa, spero però di aggiornarla il prima possibile. Grazie per il vostro sostegno, comunque❤️

Dramione - Three Empty Words Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora