L'ora sembrava non scorrere mai.
La lancetta delle ore, già immobile di suo, sembrava pietrificata da un incanto. Quella dei secondi, invece, si muoveva ad una velocità dimezzata dal normale, facendo risuonare il suo ronzante ticchettio nell'animo inquieto di Draco Malfoy.
Il giovane era sdraiato a pancia in su nel suo enorme letto a baldacchino, le braccia aperte, come a voler accogliere calorosamente il sonno che sembrava ritardare da tempo.
Osservò le opache coperte color smeraldo riflettere le lievi luci dell'alba, mentre penetravano dalla finestra gli scherzosi raggi solari invernali. Ingannevoli, con quell'ocra caldo a caratterizzarli, poiché gelidi al tatto.Il ragazzo non osò muoversi neppure quando un fascio di luce gli finì dritto sugli occhi, già diligentemente chiusi avendo previsto precedentemente un simile caso. Si ritrovò a sospirare, portandosi un braccio a coprirsi il viso con un movimento vizioso.
Inevitabilmente il pensiero di Draco andò su dove fosse Hermione Granger, su quel che stava facendo o sul come stesse.
Non perse tempo neppure a rimproverarsi per quel suo scervellarsi dedicato proprio a lei, quell'arrogante e logorroica Grifondoro.
Dal giorno in cui avevano discusso ad Hogsmeade, non si erano più rivolti parola, neppure durante le sere in cui a causa della loro punizione si ritrovavano a dover cenare insieme. Certo, non che non gli importasse, ma fingere del contrario lo convinceva del fatto che alla fine di lei non gli interessasse nulla.Ma chi voglio prendere in giro? Pensò sconsolato il biondo, alzandosi dal letto e percorrendo a passi silenziosi l'intera stanza, per non svegliare i suoi coinquilini.
Si chiuse in bagno, sapendo che lì, i pensieri, lo avrebbero bombardato tutti assieme, come una scarica di incantesimi. Eppure, era quel che voleva. Per quanto masochista fosse quel desiderio, moriva al pensiero di sapere che lui era lì, appoggiato alla porta chiusa, per lei. Si fece scivolare a terra, mentre come previsto, la sua mente già viaggiava altrove.
Perché mi protegge? Perché mi salva? Che motivo ha di farlo? Ma soprattutto, perché lui ci pensava così assiduamente?Un battere alla porta piuttosto scocciato lo fece tornare in sé, mentre apriva la porta ad un assonnato Blaise ed un altrettanto stanco Theodore. Entrambi lo fissarono male, ma le loro espressioni si addolcirono leggermente nel notare le sue vistose occhiaie ed il suo pallore cadaverico.
«Amico, tu hai bisogno di dormire.» esclamò Blaise, spingendo indietro con una spallata il compagno, per poter andare al bagno prima lui. Il giovane Nott aprì la bocca per dire qualcosa, ma scosse la testa, sapendo che era totalmente inutile discutere con Zabini, al fine di non avere una bella emicrania mattutina.
«No, amico. Tu hai bisogno proprio di svago.» ridacchiò Theodore, tornandosene sdraiato sul suo letto. Draco, che anche lui era tornato al suo giaciglio, gli lanciò addosso la prima scatola di Cioccorane trovata a terra.
«So io, di cosa ho bisogno.» ringhiò a bassa voce, portandosi una mano alla fronte come a voler dimostrare la sua santa tolleranza nei loro confronti. Non fiatarono più, per il momento. Ma a Draco andava bene così, mentre si infilava la camicia in silenzio.«Amico mio, sai invece di cosa hai bisogno?» riprese il discorso Blaise, urlando tra la folla di studenti che si stavano muovendo dalla Sala Grande alle rispettive classi e lezioni. Draco dovette quasi impegnarsi per udirlo, ma se avesse saputo precedentemente cosa avrebbe risposto, non si sarebbe poi sforzato così tanto.
«Tu hai bisogno di non pensare a lei.» sorrise malizioso il moro. L'amico si trattenere dal prenderlo a schiaffi, altrimenti sarebbe stato denunciato per aggressione in luogo pubblico con testimoni. Alzò gli occhi al cielo, affiancandolo senza dire nulla. In effetti non avrebbe dovuto scocciarsi così tanto, alla fine aveva ragione, ed erano giorni che provava ad ammetterlo a sé stesso.
«Sei tu che sei pazzo di lei.» sibilò Draco, ghignando. Blaise in tutta risposta impallidì leggermente, dandogli una leggere spintarella.
«Oh, Draco. Ma lei fa impazzire te, non me.» ribatté pronto il giovane, sogghignando soddisfatto. Il compagno non fece in tempo a rispondere, che ecco apparir alla loro vista il fantomatico protagonista dell'animata discussione.Hermione Granger stava scendendo le scale che l'avrebbero condotta al corridoio principale, con passo quasi felino. Si muoveva tra la folla senza far rumore e senza sfiorare nessuno, stranamente aggraziata per quella confusionaria giornata: chiedersi come facesse era un po' un touché. Draco si imbambolò a fissarla, anche quando ella lo superò senza notarlo, andando incontro ai suoi due migliori amici. Si accigliò, volendo per un attimo essere al loro posto. Blaise, accanto a lui, ridacchiò per la sua reazione.
«Avevo completamente ragione, allora.» sussurrò soddisfatto. In risposta, ebbe solo un semplice ghigno malizioso.
«Oh no, Blaise. La Granger ha solo la gonna più corta rispetto agli altri giorni.»~•~
«Mezzosangue.» la accolse freddamente Draco Malfoy, appoggiato allo scaffale della Biblioteca. Era lì all'incirca da quindici minuti, ed inquieto aveva optato per non iniziare il lavoro senza di lei, altrimenti sapeva che l'agitazione avrebbe preso il sopravvento.
Appena entrata Hermione si stupì nel vederlo già lì, spesso si inventava scuse inimmaginabili per giustificare i suoi ritardi, che a volte arrivavano a vette invalicabili.
Ciò la portò a riflettere sul fatto che le volesse in qualche modo parlare, magari aveva capito il suo fine e già prevedeva una lite che di armonioso non avrebbe avuto nulla.
Lo ignorò bellamente, superandolo ed iniziando a raccogliere i libri lasciati sui tavoli di studio da qualche sciocco studente. Il Serpeverde non poté che seguirla in silenzio, in viso un'espressione di totale indifferenza.
«Invece di controllare quel che faccio, inizia a sistemare un po' anche tu.» borbottò la ragazza. Il biondo quasi fu sollevato nel sentire la sua voce, temendo che non avrebbe più fiatato in sua presenza. Si limitò ad osservarla ancora, in silenzio, attendendo che lei stessa si facesse avanti per parlargli.
Passarono minuti.
«Granger, ora parliamo un po', io e te.» sibilò, stanco di attendere, afferrandola rudemente per un polso per farla voltare. Per quanto fosse sembrato avvertente quel gesto, non fece altro che spaventare la ragazza, che lo guardò leggermente rossa in viso.
«Lasciami!» inveì. Lui la lasciò per misera pietà, privandosi del lieve contatto con la sua pelle delicata. Nonostante la situazione, si ritrovò a pensare che anche solo toccarla o sfiorarla era per lui una libidine.
«Prima o poi dobbiamo parlare, Mezzosangue.» ghignò lui, incrociando le braccia al petto e squadrandola come farebbe un genitore durante un riprovero. Lei si rabbuiò.
«Lurida Serpe, è inutile. Non ho tempo per quelli come te!» si difese orgogliosamente la ragazza, voltandosi scocciata. Draco si mosse fulmineo, comparendole davanti anche quella volta.
«Non hai tempo?– sibilò freddo, avvicinandosi a lei –Eppure mi sembra che sei tu che quella che mi salva e mi protegge.»
Le sue parole erano come acqua fredda per Hermione, le scivolarono addosso, gelide come il ghiaccio, facendola rabbrividire ad ogni sillaba. Nulla, in quel momento, la confortava, neppure il calore che le infondeva la sciarpa stretta delicatamente attorno al suo collo.
Mentre Draco Malfoy la incatenava al suo sguardo, pallido ed incolore, non si sentì mai così tanto lontana dai suoi amici, e dalla sua famiglia. Un'altra parola o due, e sarebbe crollata, lo percepiva dall'improvviso groppo in gola e il tremore delle mani.
«Che tu sia maledetto, Malfoy.» sibilò infastidita, lasciando cadere la pila di libri che si stava portando appresso sulle lussuose scarpe di lui, che non aspettandosi quel gesto non riuscì a fermarla mentre andava a nascondersi dietro a qualche altro reparto.Oh, lo sono già, Granger, si ritrovò a pensare il ragazzo, udendo i passi fievoli di lei scomparire tra gli scaffali.
Solo allora, mentre si appoggiava sospirando al muro dietro di lui, seppe come descriverla: una delicata rosa rossa, cresciuta tra le pagine di un'illusione.
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Dramione - Three Empty Words
FanfictionQuel sesto anno per Hermione non si preannunciava men che meno clemente nei suoi riguardi, presentandosi a lei con una sconvolgente notizia come benvenuto. La ragazza non si aspettava minimamente di poter in qualche modo esser in grado di proteggere...