19 Capitolo

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Tutta Hogwarts era in fermento.
Molti studenti si portavano appresso originali gadgets, come simpatiche spille o bizzarri manifesti, che andavano a rappresentare la rispettiva squadra di Quidditch che tifavano.
Quel giorno si sarebbe disputata la prima partita del Campionato Scolastico, e come ben ci si può aspettare, non vi era scontro più elettrizzante e coinvolgente come quello tra Grifondoro e Serpeverde.
Molte Serpi, approfittando del caos generale, si divertivano a boicottare molti raduni di scommesse, spargendo per la scuola fastidiosi aeroplani di carta pesta color verde e argento, che non appena toccavano terra, si trasfiguravano in logorroici gnomi da giardini balbuzienti.
Tifa noi Serpi, siamo le migliori! Sotto al podio, voi Grifondori*! urlava uno di loro, per poi dissolversi in uno scoppiettio di luci verdognole davanti alle scarpe di Harry.

Il moro deglutì ansioso, mentre assieme a Ronald si dirigeva al campo di Quidditch, per niente rasserenato da tutta quella confusione.
Si erano allenati duramente in quel periodo, anche nei pomeriggi più piovosi, ma aveva comunque un terribile presentimento. Persino Ronald, quella mattina, non lo asfissiava con le sue solite paranoie, camminandogli comprensivamente affianco come farebbe solamente un vero amico.
La partita stava per iniziare a momenti, ma entrambi parvero notare l'assenza di Hermione accanto a loro.
«Probabilmente starà con Calì e Lavanda...» tentò di giustificarla Ron, piuttosto a disagio, torturandosi il colletto della divisa. Harry lo imitò, sistemandosi in più gli occhiali sul naso.
«O più probabilmente, con Ginny» propose quest'ultimo, scuotendo la testa. Non aggiunse nulla, mentre con l'amico raggiungeva la loro squadra, già grintosa e combattiva.

I due ragazzi parvero rassicurarsi nel notare che una volta iniziata la partita, sorvolando il campo a cavallo delle loro scope, Hermione era tranquillamente seduta al suo solito posto tra il podio, urlante e festeggiante.
Non parvero, notare, che un certo giocatore era nella loro stessa scomoda situazione.
Draco Malfoy volava per l'area di gioco piuttosto titubante, evitando a malapena un Bolide assestato con prepotenza da un battitore Grifondoro. Troppi pensieri si erano annidati nella sua mente, inestricabili.
Mancò di poco uno scontro con un suo compagno, cercando di riprendere totalmente concentrazione. Non si allenava da tempo ormai, a causa dell'Armadio Svanitore, ma per lui quell'evidente sconfitta contro quei pezzenti dei Grifondoro era impossibile da accettare.
Strinse la presa sul manico, accelerando vistosamente e godendo del vento che gli sbatteva in faccia, svegliandolo un poco.

Si guardò intorno, in cerca del Boccino d'Oro, ma di esso neppure l'ombra. Sorvolando i podi, ancora per qualche minuto, si accorse della presenza di Hermione tra quella confusionaria folla di tifosi accaniti. Lei l'avrebbe riconosciuta ovunque, così appartata ma altrettanto passionale.
Era seduta composta tra Neville Paciock, ogni anno sempre più timido e raggrinzito, e Luna Lovegood, che sembrava aver sostituito con i Grifondoro la propria casata di appartenenza.
Ignorando il cappello stravagante che indossava quest'ultima, si concentrò su Hermione, immobile, concentrata sul gioco. Il volto candido solcato da una piega sulla fronte aggrottata, conferendole un'aria ironicamente seria ed intellettuale, mentre si torturava le mani fasciate da eleganti guanti neri, seguendo attenta il movimento della Pluffa.
Fu in quel momento che lo vide.

Il Boccino d'Oro le ronzava accanto, muovendosi frenetico su e giù, brillando sotto i caldi raggi solari. Non ci fu tempo per prensare. Lui doveva vincere.
I Serpeverde dovevano vincere grazie a lui.
Senza più riflettere su nulla, piombò in picchiata su di lei, con il braccio testo per afferrare la piccola pallina, attento a non sfiorare la ragazza neppure con uno stivale.
Fu un attimo. Le dita strinsero qualcosa di freddo, di forma sferica, mentre qualcos'altro gli sfrecciava velocemente accanto.
D'istinto si fermò proprio sopra Hermione, che aveva il cuore a mille per lo spavento, piuttosto verdognola in viso. Lei alzò lo sguardo su di lui, e lui lo abbassò su di lei.
«Avresti potuto colpirmi!» sibilò, accigliandosi. Draco alzò le spalle indifferente, mentre i tifosi di Serpeverde, essendosi accorti di quel che era successo, scoppiarono in un unico ed esultante boato.
Harry, che pochi attimi fa era saettato accanto al giovane Malfoy per intercettarlo, ora lo osservava qualche metro più in alto, visibilmente imbarazzato per l'evidente sconfitta.

Per Draco fu l'espressione di Potter la soddisfazione maggiore, e senza dire nulla si limitò a scendere in campo mentre tutta la squadra di Serpeverde gioiva gridando ed il cronista annunciava la fine della partita.
Fu accolto da abbracci e pacche sulla spalla, quando tra la folla si fece spazio Blaise, che con sua grande sorpresa aveva gli occhi lucidi.
«Oh Draco! Zio Blaise è tanto fiero di te!» singhiozzò il moro, intrappolandolo in una stretta affettuosa. Draco divenne di tutti i colori, mentre tentava imbarazzato di staccarsi. Non dovette faticare molto perché l'amico parve notare qualcosa di molto più interessante che del suo restio affettuoso, lasciandolo fulmineo e facendolo quasi cadere a terra.
«Hermione! Pensavamo tutti ti avesse uccisa!» gridò ancora Blaise, sempre più emozionato, mentre abbracciava anche Hermione che era scesa in campo per congratularsi con Harry e Ron. La ragazza arrossì vistosamente, bloccata in quel gesto sin troppo affettuoso per i suoi gusti, mentre scambiava una veloce occhiata disperata con Draco.

Il biondo ghignò divertito, cercando di mascherare quell'inusuale fastidio che stava provando all'altezza dello stomaco. Eppure aveva vinto, Potter era stato scartato in secondo luogo, e Serpeverde si classificava prima per il momento. Cos'è che non andava? Fissava corrucciato i due davanti a lui, sempre più infastidito.
«Okay Blaise, penso che puoi lasciarla stare.» sibilò ormai al limite della sopportazione, cercando ancora di capire cos'è che lo stesse tanto irritando. Blaise ghignò soddisfatto, lasciando stare Hermione, senza prima averle dedicato un'occhiata affettuosamente divertita.
La Grifondoro riprese a respirare normalmente, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, rossa in viso.
Draco più la osservava, e più si rendeva conto di quanto fosse spontanea, reale.

Non si accorse perciò che la folla andava scemando, e che Blaise si era allontanato da loro, lasciandoli piuttosto appartati.
«Malfoy...» ruppe il silenzio Hermione, avvicinandosi titubante. Il giovane si riscosse, accigliandosi immediatamente.
«Che vuoi?» borbottò, incamminandosi verso gli spogliatoi, ignorandola apertamente. La ragazza lo raggiunse in un attimo, cercando di non riflettere sulla profonda maleducazione di lui.
«Voglio che tu sappia tutto. Basta mentirci a vicenda.» mormorò Hermione, mettendogli tra le mani qualcosa di soffice e morbido.
Il ragazzo si girò di scatto verso di lei, ma lei era già scomparsa.

Quando abbassò finalmente lo sguardo su ciò che aveva tra le mani, ebbe un leggero sussulto: era una sciarpa color verde ed argento, con le lettere D. L. M. incise finemente sul tessuto.

Dramione - Three Empty Words Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora