8 Capitolo

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«Hermione non ti siedi qui con noi?» chiese Lavanda in un sussurro, cercando di non farsi notare dal severo professor Piton, intento già a rimproverare un povero Neville Paciock, tremolante di fronte al suo fumante calderone. Anche Calì si voltò, supplicando l'amica con lo sguardo.
«Dai Herm, non ci stiamo capendo assolutamente nulla!» disse più direttamente l'ultima delle due, interpretando un'espressione di puro ironico disgusto. Hermione ridacchiò, scuotendo la testa.
«Scusatemi, ma preferisco lavorare da sola per oggi.» mormorò lei, sorridendo angelicamente. Le due ragazze annuirono sconsolate, per poi dedicarsi alla loro nauseante pozione.
Hermione poté finalmente tornare a fingere di leggere il suo pesante volume, mentre scorrendo meccanicamente tra le pagine ingiallite rifletteva velocemente. Tra meno di cinque minuti sarebbe finita quella prima ora di pozioni, e ne avrebbero avuto una seconda, stavolta in compagnia dei Serpeverde. Quella cosa, per quanto le desse fastidio, la rassicurava. Per puro caso avevano in comune con i Serpeverde la maggior parte dei corsi, e sebbene da una parte la notizia era stata accolta con grande dispiacere, l'altra parte di lei era tremendamente sollevata nel sapere che non avrebbe dovuto ricorrere a strani stratagemmi per dover controllare Draco Malfoy ventiquattro ore su ventiquattro.
«Signorina Granger, potrebbe spiegarmi cosa sta facendo?» la viscida voce del professore la riscosse dai suoi pensieri, e con un leggero sobbalzo la giovane si preparò ad affrontare quella che riteneva una delle persone più sgradevoli che avesse mai conosciuto.
«Sto proseguendo la pozione come da lei richiesto. Secondo il volume quest'ultimo passaggio andrebbe applicato dopo cinque minuti di infusione.» spiegò intelligentemente la giovane, estraendo da sotto il colletto della camicia il suo ciondolo-orologio.  Facendo scattare una leva, la piccola sfera si aprì, regalando loro la gradevole vista di un marchingegno ad orologio color ottone. Le lancette continuavano a procedere, forse fin troppo lente, ma inarrestabili. Piton non ebbe nulla da ridire, ma era evidente che quella piccola vittoria da parte di quell'impertinente lo aveva irritato alquanto.
«Il procedimento è corretto, non posso negarlo. Ma ciò che ha in mano non c'entra assolutamente con la ricetta di oggi, quindi la prego la prossima volta di essere meno egoista e di accettare l'offerta di aiuto degli altri.» "Da che pulpito!" voleva rispondergli Hermione, ma si limitò ad abbassare lo sguardo contrariata, assoggettandosi all'ennesima cattiveria del professore. Come le aveva appena suggerito, ripose nella sua scatola il dente di drago, che si era manifestato realmente inutile.
«E dieci punti in meno a Gridondoro per la sua impertinenza!» concluse Piton, per poi interrompersi nuovamente, girandosi lentamente verso l'ingresso dell'aula. Proprio sull'uscio vi era ammucchiato il regolare numero di Serpeverde del sesto anno, incredulo e gioioso nel degustarsi uno dei tanti rimproveri dedicato all'ennesimo Grifondoro. Hermione si sporse dalla sua postazione, cercando di scorgere Draco Malfoy.
«Signorina Granger, notando la sua scarsa pazienza e serietà quest'oggi più di tutti gli altri giorni, la farò assistere da un ragazzo con più carte in regola. Signorino Malfoy, si vada a sedere accanto alla Signorina Granger.» esclamò severamente il professor Piton, ghignando malvagiamente. Hermione si ritrovò a sobbalzare sul suo posto, contrariata a quella sua scelta. Se si fosse anche solo avvicinata a Draco Malfoy era certa  che egli non avrebbe fatto altro che insultarla, irritandola ancor di più e rendendo sempre più impossibile l'incarico a lei affidatole.
«Professor Piton, la prego, faccia sedere me accanto alla Signorina Granger.» intervenne una voce graffiata, all'ingresso della classe. Tra la folla dei Serpeverde si erse l'elegante figura di Blaise, il quale, ignorando le occhiatacce confuse dei suoi compagni, fissava senza batter ciglio il volto pallido di Hermione. Forse fu la confusione del momento a causargli quell'impressione, ma quasi gli sembrò che ella gli avesse rivolto un debole e candido sorriso, come a ringraziarlo.

«Allora Granger, realmente non riesci a completare questa pozione?» la prese in giro il Serpeverde, non appena sedutosi accanto alla ragazza. Lei, da parte sua, sbuffò.
«Sappiamo entrambi che non è come pensi tu.» disse semplicemente, ancora piuttosto indecisa ad aprirsi realmente con il ragazzo. Certo, aveva parlato con lui del compito che le aveva donato Narcissa Malfoy, ma era stato un gesto del tutto irrazionale. Non avendo nessuno con cui parlarne aveva ceduto di riflesso con la prima persona che aveva mostrato disponibilità nell'ascoltarla, e per strana causalità quel ruolo era stato ricoperto da Blaise Zabini. Perché si mostrava così disponibile e tollerante nei suoi confronti?
«Sarà forse un giovane Serpeverde a disturbare i tuoi pensieri?» indagò divertito il moro. Hermione si immobilizzò, fissandolo corrucciata.
«Intendi tu o Draco?» ribatté tagliente.
«Draco? Io non ho mai nominato Draco da ieri sera.» rifletté invece Blaise, interpretando un'espressione teatralmente riflessiva. La ragazza lo fissò in silenzio.
«Sei talmente modesto, Zabini, da credere che nella mia mente ci sei tu?» riprese lei, incominciando a mescolare l'infuso davanti a lei.
«Che antipatica, Granger.» prima che la fanciulla potesse rispondere qualcuno irruppe nella stanza, un ragazzo del secondo anno, minuto e spaesato. Piton si alzò dal suo posto alla cattedra, scrutando l'intruso con aria arcigna.
«L-Lucius Malfoy richiede la presenza di Draco Malfoy in presidenza.» annunciò il poveretto, tremolante. Sembrava potesse svenire da un momento all'altro. Sia Hermione, che Draco e Blaise, si irrigidirono, sgranando gli occhi. Hermione guardò il suo compagno di banco in cerca di risposte, ma egli a sua volta stava fissando il suo amico. Draco era seduto compostamente al suo banco, ogni ingrediente perfettamente sistemato nel suo apposito contenitore. Il fumo turchese che si levava dal suo calderone rendeva sfocata l'espressione impassibile del giovane, che lentamente si alzò dalla sua sedia e quasi sfiorando il pavimento raggiunse lentamente il ragazzino, che lo fissava dal basso come se fosse al cospetto di un dio. Il biondo sembrava emanare un'aurea magnetica, che impediva di distoglierli lo sguardo di dosso, ed Hermione cominciava ad esserne soggiogata. Sarà forse questa strano e noto veleno delle Serpi a conferir loro un insormontabile magnetismo? E specialmente, da quando lei cominciava a subirne le conseguenze? Forse quel poco tempo passato con Blaise la stava influenzando negativamente.
La porta si chiuse con un botto deciso, e tutti ripresero tranquillamente la lezione, come se quel momento non fosse durato che pochi secondi. Persino Blaise, accanto ad Hermione, tagliuzzava la sua radice con indifferenza.
«Devo andare con lui.» annunciò la ragazza ad un certo punto. Zabini la guardò confuso.
«Ho una brutta sensazione... Devo seguirlo.» ripeté decisa lei, alzandosi dal banco.

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