Hermione non attese neppure il consenso del professore per uscire, che si ritrovò a seguire a perdifiato Draco Malfoy e il suo accompagnatore. Avevano all'incirca cinque minuti di vantaggio rispetto a lei, ma ricordando lo sguardo poco sveglio del ragazzo e del suo passo traballante, e considerando il fatto che lei sapeva esattamente dove fosse la presidenza(grazie a Ronald ed Harry l'aveva visitata varie volte), aveva all'incirca il 70% di possibilità di riuscire ad anticiparli.
Decise di muoversi attraverso delle scorciatoie, sperando così che neppure Gazza le sarebbe stato d'intralcio. Uscita da un passaggio segreto celato da un quadro d'epoca, si ritrovò davanti ai due guardiani dell'ufficio: due Gargoyle in pietra impedivano l'accesso alla ragazza. Prima che qualcuno la potesse cogliere in flagrante si rifugiò nuovamente nel passaggio da cui proveniva, udendo il rimbombo di vari passi per il grande corridoio. Era consapevole di star infrangendo moltissime regole, tra le quali la peggiore era quella di disobbedire ad un professore, ma pose fiducia nella sua reputazione scolastica immacolata, sperando che Piton non facesse perdere troppi punti alla sua Casata. Quasi poteva sentire le gemme rossastre scomparire velocemente nella loro clessidra di conteggio. Per quanto fosse sbagliato quello che stava facendo, era dilaniata tra un terribile senso di colpa e... uno sconosciuto senso di indipendenza.
Trattenne il respiro quando sentì i Gargoyle strisciare di lato per far passare probabilmente Draco e il suo accompagnatore, e si rimproverò per non aver prestato attenzione alla parola d'ordine.
Quando fu certa che non ci fosse più nessuno, uscì allo scoperto e si fermò ad osservare le due statue in pietra, imponenti e minacciose. Si morse il labbro, pensierosa.
«Quale potrebbe essere la parola d'ordine?» si chiese ad alta voce, domandandosi se avrebbe dovuto sfoderare la sua bacchetta per tentar invano con qualche incantesimo.
«S-Signorina Granger...» balbettò qualcuno. La ragazza si ritrovò a girarsi rapidamente, puntando la bacchetta contro la voce sconosciuta. Riconobbe nella figura tremolante il ragazzo di prima. Abbassò il braccio teso, tentando in qualche modo di riprendere in mano la situazione.
«Sapresti dirmela tu?» chiese con tono autoritario la giovane, indicando l'ingresso celato dalle statue. Il ragazzo trattenne un singhiozzo. Hermione si stupì nel notare che non fosse né impaurito e men che meno timoroso, sembrava in qualche modo eccitato. Lo guardò apertamente, mostrandogli tutta la sua più sincera confusione.
«L-La S-Signorina Granger mi sta parlando...» balbettò il ragazzino, gli occhi velati di lacrime. Hermione si sentì crollare il mondo addosso. Imbarazzata si chinò all'altezza dell'interlocutore, sorridendogli imbarazzata.
«Sì. Stai parlando con me. Ti prego, se puoi dirmi la parola d'ordine, te ne sarò per sempre riconoscente.» tentò. Il ragazzo parve ridestarsi, e la guardò con sguardo rattristato.
«Mi dispiace, Signorina Granger, ma il Signor Malfoy mi ha detto di non rivelarla a nessuno.» Draco! Si ritrovò ad imprecare mentalmente Hermione. Arrivati a quel punto lei non aveva più tempo da perdere, ed alzò il braccio pronta a stregare il ragazzo, cercando di ammorbidire il suo sguardo, in modo da fargli capire che non aveva altra scelta.Prima che potesse enunciare un incantesimo, i Gargoyle dietro di lei si scostarono e la ragazza fece in tempo a nascondersi insieme al ragazzo prima che Draco potesse vederli. Hermione lo fissò fermarsi al centro del corridoio, come se avesse percepito la loro presenza, ma si accorse con stupore che in realtà Draco si era immobilizzato scioccato a mezza strada, le lacrime a rigargli il volto. Hermione non ebbe altra scelta.
«Expulso!» sussurrò, puntando la bacchetta verso il ragazzino rimasto muto accanto a lei. Lui, impreparato, si accasciò al suolo, svenuto.
«Pietrificus Totalus.» continuò lei. Il corpo dello sfortunato si immobilizzò, ghiacciato. Hermione non ebbe tempo per rimpiangerlo, perché tornò a tenere sotto controllo il suo protetto.
Draco sembrava combattuto, come se non volesse piangere, ma le lacrime scivolavano inevitabilmente sui suoi zigomi marcati, condannandolo al sacrificio di mostrare anche per un secondo una parte d'anima che sembrava non possedere. Hermione non lo capiva bene, visto che era girato dall'altra parte, ma i sussulti continui delle sue spalle le fecero pensare che fosse in preda ad un pianto nervoso. Non seppe se fosse per il fatto che dovesse proteggerlo, ma in qualche modo si sentì come in colpa per lo stato d'animo del biondo, come se lo avesse protetto solamente fisicamente e non emotivamente. Ma forse... Narcissa intendeva proprio questo? In fondo anche Draco era un mago eccellente, veramente alla pari della sua altezza. Avrebbe persino dovuto lui proteggere lei, secondo le statistiche. Era più veloce, più resistente e, purtroppo, anche più riflessivo. Nonostante i suoi insulti, Hermione non aveva mai dubitato delle capacità del ragazzo, ed in effetti su quel campo non aveva mai osato fronteggiarlo.
Il suo flusso di pensieri venne interrotto dall'ennesimo movimento dei Gargoyle, che spostandosi rivelarono la figura altera del Signor Malfoy. Hermione trovava disgustosa ogni sua caratteristica, a partire dai suoi lunghi capelli color cenere a finire sul suo bastone in mogano scuro. Qualsiasi cosa dell'uomo sembrava voler mostrare un'essenza di austerità, disprezzo ed insensibilità.
«Suvvia Draco, piangi pure?» domandò il nobile, sorridendo teatralmente dispiaciuto. Draco sembrò accorgersene, ma continuò a rivolgergli le spalle, orgoglioso come sempre. Sembrava quasi intoccabile.
«Piangere non farà di te un uomo!» gridò Lucius, negli occhi una luce folle. Draco subì in silenzio quel rimprovero, tentando in qualche modo di mantenere il controllo.
«Ma fa di me un umano. Ciò che tu non sei...» ringhiò il figlio, questa volta voltandosi con rapidità felina, il ciuffo scomposto a nascondere il suo sguardo omicida. Hermione non poté non notare quanto fosse elegante anche in quelle circostanze, ma lasciando da parte certi pensieri, si preparò ad intervenire.
«Come osi parlare così di tuo padre? Ingrato!» sbraitò Lucius. Il figlio non sembrava minimamente turbato, mentre il rossore nei suoi occhi svaniva pian piano e le guance umide cominciavano ad asciugarsi.
«Non dici nulla?» urlò ancora l'uomo, inferocito ancor di più. Draco alzò le spalle.
«Non ho nulla da dire a te.» disse tagliente il ragazzo. Per quanto sembrasse emotivamente instabile, le sue capacità oratorie rimanevano sempre incontrastabili.
«Te la farò pagare... Avada–» Hermione non ci rifletté neppure un secondo, sconvolta. Balzò fuori dal suo nascondiglio, alzando la propria bacchetta con autorità.
«Excelsiosempra!» gridò. Lucius Malfoy fu colto di sorpresa, e venne scagliato in aria accompagnato da un forte boato. Quando cadde al suolo, per l'impatto, perse la sua bacchetta. Draco lì per lì non seppe cosa fare, e si limitò ad osservare incerto lo sguardo algido e pallido della ragazza. Sembrava quasi offesa: qualcuno che osava andar contro le sue regole sotto i suoi stessi occhi, un essere assolutamente da eliminare. Quel senso di giustizia sembrava quasi dittatoriale, e forse era questo a metterlo sempre in guardia in presenza di quell'aggressiva Grifondoro.
«Accio bacchetta!» gridò lei. Lucius non si fece ingannare, balzando ad afferrare la propria bacchetta prima che essa potesse volare via. Hermione si trattenne dall'imprecare.
«Chi abbiamo qui... La Sanguemarcio! Sectumsempra!» Hermione non volle crederci. Era realmente così meschino? Fissò per i suoi ultimi secondi gli occhi grigi di Draco, il quale sembrava essere impallidito con lei, pronta a sacrificarsi pur di salvarlo. Sì, perché questa volta non lo fece per i suoi genitori. Lo fece per lui, per salvarlo dalle angustie del proprio padre, per provare a portare in minima parte serenità nel suo animo.
«HERMIONE, NO!» urlò qualcuno, scostandola con forza, facendola barcollare a terra. Neppure Draco poté fare nulla, mentre sotto i loro occhi increduli Blaise veniva ferito dal mortale incantesimo. Egli cadde in ginocchio, mentre il suo petto cominciava a sanguinare copiosamente. Tutto intorno a loro parve ghiacciarsi, come se il tempo si fosse fermato a cingere i loro corpi immobili.
«S-sono contento... d-di... avervi p-protetto...» tossì il Serpeverde, regalando loro un ultimo sguardo, accasciandosi poi a terra.
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Dramione - Three Empty Words
FanfictionQuel sesto anno per Hermione non si preannunciava men che meno clemente nei suoi riguardi, presentandosi a lei con una sconvolgente notizia come benvenuto. La ragazza non si aspettava minimamente di poter in qualche modo esser in grado di proteggere...