21 Capitolo

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Natale si avvicinava sempre di più, portando con sé speranze assopite ed ultimi complicati esami integrativi ai giovani studenti di Hogwarts. Tuttavia, era una festa che nonostante con sé non avesse altro che la gelida neve d'inverno, la sua atmosfera romantica alleviava il torpore negato da quel gelido clima. Natale è la dolce stagione nella quale dobbiamo accendere il fuoco dell'ospitalità e l'incredibile fiamma della commiserazione, cosicché anche i cuori più gelidi sembrino sciogliersi in questo confortevole calore armonioso.

Draco Malfoy si stava dirigendo nella Stanza delle Necessità, tra le mani un piccolo pacchetto incartato maldestramente, con in cima un fiocchetto disordinato, come a voler rimediare inutilmente a quell'incartamento che lasciava davvero poco a desiderare.
Appena entrato nel luogo prestabilito, poggiò immediatamente il pacchetto su di un tavolo, fissandolo corrucciato.
Certo, avrebbe potuto sistemarlo con un tocco di bacchetta, ma stranamente questa volta preferiva tenerlo così. Forse per semplice incapacità nei lavori manuali, o forse per avere la soddisfazione, seppur minima, di aver contribuito in qualche modo per quel pensierino.

Il ragazzo si passò nervosamente una mano tra i capelli, ormai lasciati quotidianamente spettinati, combattendo contro il proprio disperato istinto di volersela dare a gambe.
Si lasciò cadere su un'impolverata poltrona di scarso valore, facendo saettare continuamente lo sguardo dal pacchetto al portone delle stanza, deglutendo.
Parvero passare ore, ma alla fine fece il suo ingresso nella sala Hermione Granger, infreddolita per il classico rigido clima di Dicembre.

Draco non osò neppure alzarsi per salutarla, abbandonato a sé stesso su quell'antiquata poltrona.
«Quello è per te.» si limitò a dire, con scarso entusiasmo. Al contrario di lui, Hermione, per nulla colpita dal suo atteggiamento distaccato, parve illuminarsi. Prese in mano il pacchetto, intenerendosi nel notare la sua curiosa imperizia dell'involucro, scartandolo rapidamente.
Solamente quando sentì il rumore della carta strappata, Draco osò voltarsi. Ma Hermione non lo stava guardando: osservava con una sorta di sorriso divertito il libro che ormai stringeva tra le mani, ed il ragazzo per un attimo sentì la terra mancargli sotto ai piedi. Poteva forse non piacerle?

«...Qualcosa non va?» chiese Draco con un tono esageratamente acuto, affrettandosi ad affiancarla. Hermione si rigirò più volte il libro tra le mani, per poi alzare lo sguardo su di lui, sempre più divertita.
«I dolori del giovane Werther? È il mio preferito.» disse semplicemente, girandosi a guardandolo. Draco sospirò di sollievo, per poi rendersi conto, solo poco dopo, di quel che gli avesse detto.
«Oh, quindi tu... tu già...» osservò pallido il giovane, sentendo una strana delusione comprimergli lo stomaco, già di per sé piuttosto sottosopra. Di tutta la risposta la ragazza sorrise intenerita.
«Non importa, è il pensiero che conta, no?» pose quella domanda retorica con tranquillità, come se per lei fosse normale ricevere qualcosa di così scontato, forse persino noioso. Draco si vergognò di sé stesso.
«Per me contano sia il pensiero che il regalo in sé, perché è quest'ultimo che va a dimostrare il primo tra i due.» osservò con tono strascicato il biondo, infilandosi le mani in tasca, con aria sconsolata. Hermione si limitò ad alzare gli occhi al cielo, esasperata.
«Buon Natale anche a te, Draco

~•~

Aveva salutato Draco con una certa fretta: il treno stava per partire e prima di giungere alla stazione ci avrebbe messo una buona mezz'ora di viaggio in carrozza.
Dopo aver salutato affettuosamente anche Harry e Ron, era corsa fuori dal castello, mentre il baule le levitava fedelmente accanto. Il cielo era bigio, come sempre, e il lieve vento fischiava tra i rami innevati dei sempreverde che costeggiavano il castello, conferendo in tal modo ad esso un'aurea teneramente fiabesca.
Leggermente ansante, si alzò in punte di piedi per poter scorgere l'arrivo delle carrozze, ma evidentemente era, con sua grande sorpresa, in anticipo.
Si passò una mano tra i capelli, nervosa, per poi scuotere il capo, accennando un sorriso divertito: era più forte di lei, arrivare in ritardo non andava affatto d'accordo con il suo sistema nervoso.

«Hermione!» la chiamò una voce maschile, poco dietro di lei. La ragazza si voltò subito, radiosa.
«Ciao, Blaise.» gli sorrise semplicemente, mentre il ragazzo la affiancava.
«Cosa è?» chiese lui, indicando curioso il libro che lei ancora teneva tra le mani.
«Un regalo da parte di Draco.» rispose radiosa, senza neppure accorgersene. Blaise, avendolo notato, si limitò a fare una smorfia, abbassando lo sguardo.
Calò tra i due un silenzio inaspettato.
«Tra quanto parti?» chiese ad un tratto il Serpeverde, rialzando lo sguardo.
«Non lo so, a momenti.» ridacchiò Hermione, ringraziandolo mentalmente per aver ripreso la conversazione, controllando ancora una volta se stesse arrivando qualche carrozza. Blaise la guardò divertito, e prima di potersene rendere conto, l'aveva tirata delicatamente per un braccio verso di sé e l'aveva baciata.

Il tempo parve fermarsi.
Blaise socchiuse gli occhi, mentre dentro di sé si acquietava quel ruggente mostro che gridava e strideva incontrollato da giorni ormai, ma che ora, con lei tra le braccia, sembrava trovar finalmente pace. Il ragazzo non osò muoversi da quella posizione, fremendo entusiasta per quel semplice contatto.
Hermione ci mise parecchio ad assimilare ciò che stava realmente accadendo, sgranando gli occhi sorpresa, incapace di spostarsi.
Ma non perché non lo volesse, ma perché le sembrava più che le gambe avessero perso contatto con il suo sistema nervoso, rigide e pesanti sotto il peso del suo corpo. Doveva ammetterlo, era qualcosa di molto piacevole sentire delle labbra sottili premere sulle proprie, ma c'era qualcosa di terribilmente e tremendamente sbagliato in quel semplice bacio.

Hermione riuscì finalmente, dopo qualche secondo, a scostarlo rudemente da lei, fissandolo ancora con gli occhi sgranati e le pupille leggermente dilatate per lo sgomento , il cuore che le batteva furiosamente nel petto. Una sola parola le martellava in testa: Draco.
Turbata, la ragazza prese ad allontanarsi di qualche passo, mentre Blaise aveva finalmente alzato gli occhi su di lei, incastrando lo sguardo al suo in un amaro e consapevole sorriso.
Hermione scosse il capo, sempre più incredula, cercando di calmarsi, ma il cervello continuava imperterrito a ripeterle ininterrottamente che non avrebbe dovuto permetterlo, che lei non lo voleva realmente, che era appena stato tutto un'inspiegabile illusione, che era stato un bacio, sì, ma ricevuto dalla persona sbagliata.
Un rumore dietro di loro parve annunciare l'arrivo delle carrozze, salvatore di quella scomoda situazione.

Nessuno dei due, però, si accorse di un paio di bigi occhi fissarli da una finestra sopra, inspiegabilmente velati da un sentimento contrastante che andava a turbare il solito azzurro ghiaccio che li caratterizzava.
Draco Malfoy non era riuscito a resistere all'impulso di rivedere Hermione Granger un'ultima volta, appoggiandosi sciattamente al vetro di una delle tante finestre che si affacciavano all'ingresso, con uno sguardo già visibilmente nostalgico.
Ma l'arrivo di Blaise non era nei suoi piani. Assolutamente no. Men che meno il suo bacio.
Non appena lo aveva visto stringere in quel gesto disgustosamente affettuoso il braccio di Hermione, aveva già intuito con orrore ciò che sarebbe successo.
Aveva appena visto il suo migliore amico baciare Hermione Granger. La stessa Hermione Granger che lui stesso considerava qualcuno di tremendamente importante per la sua monotona vita, qualcuno di così inspiegabilmente essenziale per lui che il suo stesso ideale parve spezzarsi nel vederla baciare un altro.
Draco strinse i pugni, trattenendo a stento un ringhio sommesso, lo sguardo fisso sui due. Non resistendo oltre, si voltò, sempre più furiosamente turbato, allontanandosi da quella maledetta finestra, mentre contro la sua volontà sentì i propri occhi mutare quel pietoso velo che li copriva in una semplice e veloce lacrima, che scomparve contro il tessuto del colletto della sua camicia, rapida come era arrivata.

Nessuno dei due parve notare Draco qualche metro sopra a fissarli, separato da loro solamente da un sottile strato di vetro, corroso da un strano sentimento di gelosia. E nessuno dei due poteva sapere che Draco stesso non avrebbe risposto a nessuna delle loro lettere d'auguri il giorno successivo.

Nota Autorice: Mi scuso per il ritardo! Spero questo capitolo abbia soddisfatto le aspettative, e ne approfitto per ringraziarvi calorosamente per i voti e le visualizzazioni!

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