14 Capitolo

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Ginevra Weasley era sempre stata rinomata come una delle ragazze più pettegole del suo anno, se non di tutta la scuola. Interessata dalle vite altrui e dai segreti più intimi che chiunque poteva celare dentro di sé, spesso apriva bocca solo per darle aria, per il semplice gusto di poter illudersi di far parte della ristretta comitiva di ciascuno. Certo, ad ogni vizio il proprio limite. Ella infatti, emotiva com'era, percepiva sin dal primo sguardo se ciò di cui era venuta a sapere fosse in qualche modo inenarrabile, segregando quello scomodo segreto nei meandri della sua affollata mente. E in quell'occasione, con sua immensa disperazione, quel segreto avrebbe preferito non saperlo, ma nemmeno percepirlo pendere dalle labbra silenziose del suo posseditore. O in quel caso, posseditrice.

«Cosa c'entra Blaise Zabini con tutto ciò che mi hai raccontato sinora?» chiese sconvolta la Weasley, massaggiandosi le meningi con aria arrendevolmente esausta. Hermione la fissava incolore dall'altra parte della stanza, incapace di realizzare di aver spifferato per la seconda volta ciò che doveva essere solamente un proprio fatto personale. Alzò gli occhi al cielo, in una silenziosa richiesta di aiuto.
«Vedi Gin, quando Draco Malfoy ha avuto quell'incidente con la scopa, è stato proprio Blaise Zabini ad aiutarmi a soccorrerlo.» spiegò con cautela, temendo una pessima reazione che, come aveva previsto, non tardò ad arrivare.
«Perché avresti dovuto soccorrerlo, Godric?» inveì incredula la rossa, sedendosi meglio sul divano e guardando l'amica come se avesse avuto davanti un irruente Ippogrifo al suo posto. Hermione scosse la testa, esausta.
«Ho dovuto soccorrerlo perché ormai è mio compito proteggerlo, altrimenti verrà messa a rischio l'incolumità dei miei genitori.» sospirò la bruna, facendo trapelare così tutta l'ansia accumulata in quei fatidici giorni. Ginny sembrò calmarsi nel vedere la sua amica così vulnerabile, e provò a sorriderle dolcemente.
«Ma ora, tu lo fai perché è tuo compito, o perché vuoi davvero farlo?» chiese timidamente, cercando di non essere inappropriata. Hermione rise debolmente, sedendosi dall'altra parte del divano e fissandola con sguardo vacuo, come dispersa tra i suoi innumerevoli ricordi.
«Durante l'attacco di Lucius Malfoy è nato questo strano desiderio che mi portava a proteggerlo non per il mio fine, ma per bisogno. Non sempre ci accorgiamo di quel che provano gli altri, ma Draco Malfoy, incredibilmente, non è altro che un povero e solitario burattino, abbandonato alle mercé del fato.» disse lentamente la più grande delle due, scegliendo accuratamente ogni parola del suo breve discorso. Ginny parve non capire immediatamente, ma assunse comunque un'aria comprensiva, annuendo energicamente con la testa.
«Quanto alla sciarpa?» chiese curiosa. Hermione le sorrise, momentaneamente meno agitata di attimi prima.
«Me l'ha consegnata Madama Chips da parte di Blaise Zabini. Inizialmente pensavo fosse sua, ma...» si interruppe, rigirandosi tremolante la sciarpa dai tipici colori da Serpeverde, smeraldo ed argento, tra le lunghe dita affusolate. Voltandola, brillarono sotto la luce del camino le lettere incise nella stoffa: D. L. M.
«Perché pensi te l'abbia data?» domandò allora Ginny, sempre più interessata. Hermione alzò le spalle, incerta.
«Penso perché pensava potesse essermi utile. Ma io, francamente, non so cosa farne!» la lasciò cadere a terra, mentre sospirava esausta. Proprio in quel momento irruppe nella stanza il fratello della giovane Weasley, sudato ed accaldato per un'ipotetica corsa per le scale. Cercando di ricomporsi, salutò amichevolmente le due ragazze, che erano cadute immediatamente in un muto silenzio.
«Ehy Herm, potresti venire un attimo? Avrei bisogno di dirti una cosa.»

Si fermarono solamente una volta giunti in cima alla Torre di Astronomia. Il sole stava calando, regalando ai due amici una bellissima vista sul Lago Nero. Il cielo, avendo ormai assunto delle tonalità di colore che andavano dal blu scuro al rosso fuoco, si rispecchiava sulla superficie del Lago, riflettendosi su tutta la radura. Lo spettacolo era incantevole, ed Hermione, poggiata alla balconata, non poteva che bearsene, osservando le nuvole nel cielo cambiare forma a seconda del soffio leggero del vento.
Ron, dietro di lei, non poteva che torturarsi le mani, ammirandola incantato. La ragazza, sentendosi osservata, si voltò sorridendo.
«Allora Ron, di cosa volevi parlarmi?» chiese ingenuamente, troppo stanca per poter notare il nervosismo dell'amico. Il rosso deglutì, inspirando profondamente. Le si avvicinò di un passo, non osando muoversi oltre.
«Hermione io...» iniziò balbettante, interrompendosi subito dopo. La bruna lo fissava divertita.
«Ron, sicuro di star bene?» chiese preoccupata, ritornando ad ammirare il panorama al di fuori delle mura del castello. Si concentrò principalmente su delle piccole creature magiche, che giocavano allegramente sulle rive dell'acquitrino. Spostò lo sguardo più in basso, seguendo il sentiero di ghiaia che portava alle Serre. Con suo stupore, notò Draco Malfoy correre verso i campi che circondavano la capanna di Hagrid. Si stava guardando intorno preoccupato, con aria circospetta. Si sporse di più, ignorando l'improvviso fastidioso ciarlare del suo amico dietro di lei. Lo inseguivano altre tre figure, che indossavano indistintamente la divisa dei Serpeverde. Si muovevano rapide, maligne e subdole, circondando il biondo, ormai messo con le spalle al muro. Hermione non capì appieno la situazione, ma udendo le loro flebili urla, non poté che preoccuparsi per la sorte del ragazzo, che avrebbe danneggiato di conseguenza quella dei suoi genitori.
Si voltò di scatto, decisa a soccorrerlo, andando a sbattere contro Ron, di cui si era momentaneamente scordata la presenza. Lui ne approfittò per afferrarle le mani, e lei impallidì, leggendo nel suo sguardo un affetto indesiderato.
«Hermione tu mi piaci!» esclamò il ragazzo, guardandola supplichevole. Sembrava infatti essersi accorto della sua disattenzione, perciò provò in tutti i modi di attirare il suo interesse. Hermione si scostò bruscamente, provando a formulare qualche gentile frase di circostanza. Non percepiva neppure il suo tocco su di lei, le sue parole le scivolarono addosso come olio. Non le interessava cosa provasse Ron in quel momento, per lei ora la priorità era accertarsi che Draco Malfoy non venisse ucciso o ferito.
«Ron, mi dispiace tanto, ma devo andare!» esclamò frettolosamente, regalandogli uno sguardo compassionevole, mentre correva all'uscita della Torre. Ron rimase immobile a fissarla, anche quando lei scomparve giù per le scale. L'eco dei suoi passi si affievolì sempre più, fino a scomparire. Solo allora, il ragazzo lasciò che il suo corpo si accasciasse a terra, mentre dentro di sé si malediceva ininterrottamente.

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