Ecco a voi la seconda parte del capitolo ;) Mi raccomando, votate e commentate, giusto per avere una vostra opinione(mi piacerebbe tantissimo XD). Buona lettura!
Hermione camminava lentamente tra i corridoi di Hogwarts, quasi barcollante sulle sue deboli gambe, così deboli da apparir ad occhio esterno come fuscelli d'erba mossi da un vento funesto.
Ed era propriamente così che si sentiva la ragazza: sbandata dal vento, persa nel suo suono scrosciante e rumoroso, smarrita nella propria fragilità. Ritrovare sé stessa, ritrovare la sua determinazione sembrava quasi come un obbiettivo irraggiungibile, improponibile in una situazione come quella. Mostri si erano depositati nella sua mente, ambigui pensieri ed orribili idee erano insediati ormai nel suo inconscio.
Il primo pensiero tra tutti era: Blaise, Blaise Zabini, era in fin di vita a causa sua?
Nel mentre ci rifletteva, la bruna inciampò sui propri piedi, ma rimase dritta, aggrappata alle fredde mura del castello. Rigida, nobile dinanzi l'intemperie dei propri sensi di colpa.
Nonostante la scioccante notizia, non era coinvolta emotivamente a tal punto di perdere la sua rinomata ragione.
Tutto ciò era successo a causa di un solo nome, che più semplicemente può essere identificato con sei semplici lettere: Malfoy.
Ma in quel momento non pensava di certo solamente a Lucius. Ella affidava la colpa all'intera famiglia dei Serpeverde, talmente stolti da non affrontare le conseguenze dei propri gesti. Come Lucius tentava di prostrare ai suoi voleri la libertà del proprio figlio, persino Narcissa cercava in qualsiasi modo di non condividere con Draco qualsiasi momento che non sia una lettera o noiosi dialoghi che si dilungavano per brevi minuti, giusto il tempo di sfociare in una rumorosa lite.
Hermione questo non poteva saperlo, ma in cuor suo percepiva che era così, come se sfiorasse l'anima di quel ragazzo dannato, condannato ad una vita buia ed infelice. E per quanto potesse essere freddo quell'animo, lei non poteva che scottarsi, solamente toccandolo. Era come se si fosse tramutato in un imponente vulcano, invalicabile, eruttante infiniti maligni auspici.Il verdetto di Silente era stato effimero ed efficace, come lo era di solito. La serena serietà con cui affrontava ogni dilemma la spaventava più di ogni cosa. Come non si poteva temere un uomo che non si smontava neppure dinanzi ad una disgrazia?
In sua presenza si percepiva la sua familiare aura tranquillizzante, potente come nessun'altra.
Hermione sospirò, sconsolata. Questa volta cedette, e lasciò che le sue fragili ginocchia si scontrassero con violenza sul gelido pavimento, facendola singhiozzare dal dolore. Non avrebbe pianto, non di certo in quel luogo, ma il bisogno era talmente tanto che si sentiva affogare lo stomaco, i polmoni, il cuore. Spossata si poggiò col busto al muro accanto a sé, proteggendosi dal freddo con il braccio coperto da un semplice pullover di cotone. I capelli la sfioravano ingenuamente, fruscianti come foglie al vento.
"Come potete costatare voi stessi, il signor Lucius Malfoy andrebbe denunciato per l'atto da lui appena compiuto. Vedremo di provvedere al più presto-" aveva enunciato Silente come introduzione. "-L'unico reale problema siete voi due. Non ho minimamente la più pallida idea di quale sia la possibile causa del litigio tra padre e figlio, l'omonimo qui presente Draco Malfoy, e nemmeno posso spiegarmi la presenza della signorina Granger a quest'ora per i corridoi.
La punizione che vi spetta vi è attribuita non di certo per il disastro causato da Lucius, ma per il vostro non remore rispetto il regolamento scolastico. Oh, prima che ve ne possiate dispiacere, signorina Granger sicuramente questo piccolo incidente di percorso non scalfirà minimamente il suo giudizio finale. Quanto a lei, signorino Malfoy, non sarei certo di poter dire altrettanto." Quel lungo discorso si concluse con una socievole strizzata d'occhio da parte del preside, ricambiata da un verso di dissenso da parte del Serpeverde.
Hermione ritornò al presente, scuotendo la testa. Perché era ancora là a terra? Se avrebbe insistito non sarebbe più riuscita ad alzarsi. Tentò di issarsi su, ma le sue gambe sembravano fatte di piombo, irremovibili.
La ragazza gemette, disperata, lasciando che i capelli le coprissero il volto, rosso di vergogna e di stanchezza. Non si rese neppure conto che qualcuno le aveva fatto chinare il capo con un gesto male avvezzo, lasciandole così scoprire il volto perlaceo.
Hermione si ritrovò a fissare le iridi argentee ed irraggiungibili di Draco Malfoy, il quale la guardava stizzito dall'alto della sua superiorità. Perché era sempre in grado di sottometterla anche con un unico sguardo?
La Grifondoro lo fissò a lungo, lasciandosi sommergere dai ricordi."Non mi ritengo colpevole di nessuna violazione del regolamento." enunciò il biondo, indispettito. Hermione, seduta accanto a quest'ultimo ma diligentemente scostata il più lontano possibile da lui, lo guardò proprio come una madre guarderebbe il proprio figlio: stanca, ansiosa ed irritata. Possibile che fosse ancora così infantile?
"Signorino Malfoy, ha disturbato la quiete pubblica e per di più ha preso parte ad una lite, che non consisteva non solo in una lotta orale, ma uno scontro vero e proprio, con incantesimi e maledizioni. Posso continuare o deve interrompermi nuovamente?" sorrise sornione il buon anziano, suscitando nel giovane ancora più odio e rancore. Draco distolse lo sguardo scocciato, emettendo una specie di grugnito selvatico.
"Tornando a noi, la vostra punizione è semplice, per questo mese dovrete riordinare la biblioteca all'orario di chiusura. Non trovo nulla di più rilassante che sistemare tomi e tomi sulla nostra stessa storia." aveva concluso così il preside, sempre di buon umore. Hermione, presa di contropiede, si ritrovò a guadarsi attorno spaesata, a bocca aperta, mentre Draco, accanto a lei, già aveva iniziato a dimostrare tutto il suo dissenso.
"Non è temporalmente possibile. L'orario di chiusura della biblioteca è previsto per le sei e mezza di sera, e coincide perfettamente con l'apertura della Sala Grande. Con questo vorrebbe dirmi che dovrei consumare queste serate in compagnia di questa qui?" si era eretto furioso il biondo, sull'orlo di una crisi nervosa. Hermione parve dargli man forte, alzatasi anche lei.
"Mi rincresce esser d'accordo con lui, ma non posso assolutamente accettarlo. Non avrò tempo a disposizione per studiare, e la sistemazione quotidiana della biblioteca richiede all'incirca un'ora e mezza di tempo, questo significa che di conseguenza mangeremmo solo noi due assieme, e non posso psicologicamente accettarlo. Per di più non potrebbe darci qualcosa di più utile? Mi piacerebbe impiegare questa punizione come aiuto o sostegno a Blaise Zabini!" Entrambi orgogliosi, entrambi intoccabili, avevano dato vita ad un tumulto inarrestabile, e Silente parve capirlo, ma non ne rimase per niente turbato.
"Così è stato deciso, potete andare-" aveva esclamato infine l'uomo, congedando così i due ragazzi. Draco Malfoy era uscito fulmineo dalla presidenza, lasciando dietro di sé una bigia scia di risentimento ed altrettanti insulti non espressi. Hermione invece tentò di ricomporsi, affrettandosi tuttavia ad uscire da quella stanza, diventata ormai troppo soffocante per i suoi gusti.
"Ah, signorina Granger. Sappia che Draco Malfoy non necessita di una guardia del corpo, necessita di una amica. Buona serata a lei."«Mezzosangue? Che ti è preso?» ringhiò Draco Malfoy, scuotendo la Grifondoro, immobile accanto alle sue scarpe.
Hermione parve ridestarsi, ansimando pesantemente. Deglutì infreddolita, sentendo la saliva corrodere la sua gola irritata.
«Spostati Malfoy, devo alzarmi.» sentenziò la ragazza, senza neppure guardarlo in volto. Tentò nuovamente ad alzarsi, ma le forze sembravano averla abbandonata. Non si arrese, non di fronte a lui. Digrignò i denti e poggiando entrambe le mani al muro provò di nuovo ad issarsi su. Prima che potesse fermarlo, Draco l'aveva afferrata rudemente dal busto e l'aveva alzata con facilità, lasciando la presa in modo talmente frettoloso che quasi Hermione non cadde di nuovo.
«Muoviti Granger, io vado a trovare Blaise. Purtroppo non mi ritrovo nella posizione di poterti cacciare via.» detto ciò, Draco Malfoy iniziò a dissolversi nell'ombra del corridoio. Hermione, quando lo perse di vista, udì solamente il suono dei suoi passi riecheggiare per il vicolo.
E fu proprio quello a spaventarla di più. Quell'eco affievolirsi pian piano, la dubbia lontananza di quell'essere viziato e corrotto, quell'unico remoto rumore scomparire con esso.
Hermione più che mai avrebbe dovuto seguirlo, e la compassione che provava nei confronti di Blaise non sarebbe stata l'unica motivazione a smuoverla da lì. Sempre in un muto silenzio, anche la ragazza scomparve dietro l'avversa scia oscura di Draco Malfoy.
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Dramione - Three Empty Words
FanfictionQuel sesto anno per Hermione non si preannunciava men che meno clemente nei suoi riguardi, presentandosi a lei con una sconvolgente notizia come benvenuto. La ragazza non si aspettava minimamente di poter in qualche modo esser in grado di proteggere...