7 Capitolo

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Blaise Zabini non era tipo dalla ricerca né di amici, né di sostegno. Amava bearsi nella sua silenziosa solitudine e infondersi coraggio da solo, non sopportava il pensiero che potesse condividere con qualcun altro le sue preziose emozioni che spesso custodiva gelosamente nel suo animo.
L'unica persona con il quale si confidava apertamente, più per abitudine che per fiducia, era Draco Malfoy. Lo stesso Draco Malfoy che ora era disteso a terra, inerme tra le braccia pallide e deboli della tanto rinominata Hermione Granger. Di magie ne avevano compiute quelle braccia, e altrettante persone aveva stretto tra di esse, ma mai si sarebbe aspettato che facesse lo stesso con il suo unico fedele compagno di casata.
«Hermione io...» balbettava Harry Potter dietro di lei, protettore delle sue piccole spalle scosse dai singhiozzi. Si piegò nonostante la rigidità del suo corpo, tentando di avere un contatto con la sua amata amica, ma ella si scostò bruscamente, stringendo con più forza la divisa del Serpeverde sotto di lei.
«Vai a chiamare qualcuno, Harry.» la freddezza con la quale pronunciò quell'ordine stupì persino l'impassibile Blaise, che in disparte li fissava con acuta attenzione. Nell'eco tremolante della voce della ragazza si udiva una leggera incrinatura tendente alla disperazione più totale.
Il Bambino Sopravvissuto sgranò gli occhi, probabilmente captando motivazioni che il giovane Zabini non poteva percepire, e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso si diresse a passo sciupato verso il castello.

Rimasti finalmente soli, Blaise prese silenziosamente il posto del Grifondoro dietro alla fanciulla, la quale mormorava, come una dolce cantilena, incantesimi di guarigione. La sua mano, bianca e fredda, agitava con delicatezza la bacchetta sopra il corpo svenuto di Draco Malfoy, e Blaise fu stupito di quel pallore, quasi perlaceo.
Si fissò le mani, e confrontandole velocemente con quelle della ragazza, notò che avevano lo stesso candido colore. Non ne seppe il motivo, ma ne rimase turbato.
«Perché lo hai salvato?- ruppe il silenzio il giovane, accigliandosi nel non udire risposta.
-Devo forse dubitare della tua indifferenza verso di lui?»
«Vedi Zabini, è questo che ci distingue.» mormorò la ragazza, interrompendo l'ennesimo incanto di guarigione.
«Voi Serpeverde salvereste solamente chi più vi aggrada, tenendo in considerazione ciò che potreste ricavare dalla salvezza di quella persona. Draco Malfoy sicuramente non mi avrebbe mai salvata da morte certa, ma se fossi stata in lui, proprio come adesso, non avrei esitato a salvargli la vita. Perché se io vedessi qualcuno, qualsiasi essere umano o vivente in pericolo, non lo lascerei in balia di se stesso, più per il suo rispetto e più per il mio di rispetto» mormorò la ragazza, un tono quasi ipnotico. Zabini ascoltò il suo discorso con attenzione, beandosi del suono di ogni sua singola parola, sussurrata con asprezza da quella voce candida. Era un contrasto interessante, così interessante che lo coinvolgeva più di ogni altra cosa. Incredibilmente quella ragazza, quella famosa ma altrettanto indifferente ragazza, riusciva a stimolargli degli interessi che per anni era stato abituato a reprimere nella parte più inaccessibile del suo logorato animo da Serpeverde.

Prima che il giovane potesse rispondere giunse tutta trafelata Madama Chips, le rughe a solcarle la fronte in segno di un'eterna indaffarata preoccupazione, lasciandolo muto a riflettere sulle parole della Grifondoro. Con un semplice incantesimo fece levitare il corpo svenuto di Draco Malfoy, mentre borbottava complimenti alla signorina Granger per il suo rapido ed efficace intervento. Hermione annuì arrossendo, e la seguì in silenzio fino all'infermeria. Accanto a lei la osservava taciturno Blaise, sempre più a disagio in quella strana e sconosciuta situazione. C'era qualcosa in quella ragazza che lo turbava sin troppo: la sua acida disponibilità verso di loro, e la curiosità che gli faceva inconsciamente provare. Compiva gesti e diceva frasi continuamente in contrapposizione tra di loro, agiva secondo il bene ma dalle sue labbra screpolate veniva sempre espresso il suo fastidioso dissenso. Blaise la osservò per tutto il tragitto, e la osservò ancora mentre lei rifilava una giustificazione qualunque per poter rimanere a vegliare sul biondo. La osservò anche quando, come lui, si sedeva al lato della branda, in una silenziosa ed angosciante veglia.

«Potter dove sarebbe in questo momento?» si decise a chiedere Zabini. Hermione lo fulminò con lo sguardo, chiedendosi perché avrebbe dovuto rispondergli. Si girò a controllare che Madama Chips fosse tornata nel suo studio e attraverso le tendine color panna notò la sua ombra chinata su un calderone fumante, intenta a mescolare diversi ingredienti con la sua solita accurata riverenza.
Assicuratasi che la medimaga non stesse ascoltando, ritornò con l'attenzione sul Serpeverde. Lo fissò con attenzione, non basandosi più solamente sul disgusto che le trasmetteva, ma decidendo contrariata di guardarlo anche esteriormente. Era davvero bello, quasi fiabesco. La pelle pallida quasi quanto la sua, intonata all'azzurro spento dei suoi occhi. Hermione si sentì quasi fuori luogo in presenza di quei due ragazzi, talmente affascinanti quanto indisponenti.
Sospirò, mentre ammetteva a se stessa che il coraggio di loro Grifondoro, i Serpeverde lo compensavano con il loro agghiacciante magnetismo. Con lei non aveva mai funzionato, e non avrebbe mai potuto funzionato, per quel che credeva.

Si alzò dalla sedia, continuando a rimproverarsi per non essere stata più puntuale con l'incantesimo di rallentamento della caduta del corpo. Se i suoi riflessi appisolatosi durante le vacanze estive fossero stati più all'erta, sicuramente ora Draco Malfoy non si sarebbe trovato in quel trasandato letto dell'infermeria. Senza accorgersene si ritrovò ad accarezzare il volto pallido del ragazzo, il cui respiro era tornato regolare, ignorando la presenza del giovane Zabini. Perché aveva accettato quel compito? Perché proprio con Draco Malfoy? Perché non con Harry? Le sfuggì una lacrima, mentre i suoi pensieri volavano sui suoi genitori, sperando che non sarebbe capitato loro nulla di brutto. Accettando quel compito ora aveva l'incarico di proteggere non solo Draco Malfoy, ma specialmente loro. Loro, che pur essendo babbani avevano aperto la mente a quel mondo magico che lei tanto amava. La carezza che concesse a Draco Malfoy, in verità, la dedicò ai suoi genitori, nella speranza di riuscire a vegliare anche su di loro.

«Non so dove sia Harry, ma credo sia il caso che io lo raggiunga.» sussurrò la ragazza, ritirando la mano come scottata, nonostante la gelida pelle di Draco Malfoy. Si alzò anche Blaise dal suo posto, mentre seguiva con lo sguardo la ragazza correre all'uscita dell'infermeria, scossa da terribili singhiozzi.
«Puoi concedermi una spiegazione?» chiese il ragazzo quasi preoccupato, non preoccupandosi del suo tono irriverente. Hermione, già con la mano sulla maniglia, si voltò verso di lui, sfidandolo nonostante gli occhi arrossati.
«Cosa vorresti sapere da una Mezzosangue come me?» domandò, tagliente.
«Lo hai fatto per Draco?» sorvolò il ragazzo, ignorando la frecciatina della giovane. La Grifondoro sobbalzò, percossa da un brivido di rabbia. Come osava lui porle quella domanda?
«Non di certo.» si affrettò a rispondere, domandandosi come mai stesse ancora indugiando sull'andarsene via.
«Io non credo.» continuò Blaise. Si guardarono per altri attimi, entrambi fieri ed intoccabili, come due aedi narranti ciascuno della loro sinistra sorte.
«Perché non me ne parli, Granger? Dopo aver notato certi atteggiamenti che rivolgi al mio miglior amico non posso non preoccuparmi. Sono disposto ad ascoltarti, se proprio devo. Per lui.» Seguirono altri secondi di un terrificante e pesante silenzio, che era calato come una maledizione in quella stanza ombrosa.

«...Blaise, lo sapresti mantenere un segreto

Nota autrice:
Ehiehi, sono tornata. Allora, che ne pensate? Mi piacerebbe avere vostre opinioni così per avere una buona idea su come continuare! Vi ringrazio tantissimo per seguire questa storia :)❤️

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