Quando mi sveglio alle 7.45, cazzo sono in ritardissimo. Non ho sentito la sveglia.
Indosso di fretta i primi vestiti che trovo sulla sedia: un paio di leggins, una maglietta grigia e un cardigan lungo fino a metà coscia nero.Mi trucco di fretta, indosso le Converse, prendo lo zaino e corro in fermata.
Cazzo sono le 7.56 dove cazzo è il pullman, se continuerà così sarò davvero in ritardo.
E Maddalena non c'è oggi, perché l'accompagna la madre.
Finalmente l'autobus arriva, salgo di corsa sul mezzo e...neanche un sedile, mi tocca stare in piedi.Scendo di corsa e vedo che non c'è più nessuno fuori dall'edificio, tranne chi fa sega.
Entro di corsa, beccandomi le peggio bestemmie dai bidelli e corro fino alla mia classe.
Appena in tempo: sono le 8.09La professoressa non è ancora arrivata, strano.
-Sabatello fammi passare- sibilo tra i denti.
-e se io non volessi?- sghignazza.
-è una giornata del cazzo, quindi sposta la tua sedia-
Sbuffa e mi lascia passare.Mi lascio cadere di peso sulla sedia scomoda.
È passata una settimana da quando è iniziata la scuola e questa è l'unica volta che parlato con Sabatello, il che è strano visto che siamo vicini di banco.
Qualche minuto dopo entra la professoressa.
-forza ragazzi, aprite il libro a pagina 66, Michelazzi, leggi- dice rivolta al mio fidanzato.Inizia a leggere ma più di tanto non seguo, come d'altronde il resto della classe: diciamocelo francamente, chi ha voglia di fare latino alla prima ora.
****
Finalmente arriva il benedettissimo momento della ricreazione.Cerco la merenda nello zaino; cazzo nella fretta non ho messo la merenda in cartella.
Sbuffo e vado da Maddalena.
-tu sai che ti voglio bene?-
-cerca nell'astuccio degli spicci-
-ti amo, vuoi qualcosa?-
Scuote la testa.Mi dirigo al distributore appena fuori dalla classe e aspetto dietro ad un ragazzo il mio turno.
-ma guarda chi si vede, come va principessina?-
Lo so, fa schifo come soprannome ma per tutti gli studenti degni della mia considerazione sono principessina o principessa o Zarina date le mie origini russe.
-Saccone, è sempre una gioia rivederti- lo saluto schifata.
-mai quanto per me-
-ora se vuoi scusarmi...- lascio sospesa la frase, alludendo al fatto che è arrivato il mio turno al distributore.
Prendo un pacchetto di Oreo e mi assicuro di mostrare il più possibile il mio sedere mentre prendo la confezione dal buco posto sulla parte bassa della macchinetta.
So perfettamente che è un atteggiamento da puttana ma, quando si tratta di quel gruppo è meglio abbondare con l'audacia.Torno alla mia classe, diretta verso i miei amici.
Non ci sono sedie nei dintorni, quindi mi siedo sulle gambe di Alessandro.Suona la campanella e torno svogliatamente al mio posto, accanto a quel coglione di Sabatello.
Ora dovrei avere un'ora di spagnolo ma la professoressa sembra non arrivare.
Dopo circa mezz'ora arriva la prof, che di scolastico ha ben poco.
È alta, riccia, con una gonna un po' troppo striminzita e una maglia che è troppo scollata perfino per la prostituta all'angolo.
Per non parlare della posizione in cui è messa.
Cara, hanno inventata la sedia. Non serve mettersi a novanta per firmare il registro così che tutti possano vedere il tuo reggiseno di pizzo di infima qualità penso.-quanto scommetti che riesco a farmela prima della fine della scuola?- domanda Sabatello.
-blah, io non scommetto su queste cazzate!- dico schifata.
-secondo me hai paura che di perdere, perché sai che riuscirei a farmela!-
-Sabatello, certe volte penso che tu abbia il cervello più piccolo di un fagiolo!-
-prof posso andare in bagno?- dico rivolta alla professoressa.
Annuisce e esco dalla classe.
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Certe sensazione trapassano il cuore. -LowLow
FanfictionAl posto di fare una descrizione della fanfiction andrei volentieri a farmi Giulio Elia Sabatello.