Cap. 7

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Un'altra settimana è passata.
Io ho chiarito con Alessandro.
Giulio è tornato menefreghista nei miei confronti; ci parliamo appena: tutto procede secondo il solito teatrino che recitiamo ogni giorno a scuola.

Ieri sera io e Maddalena al posto di sfondarti, anzi solamente lei, di alcol; abbiamo fatto le brave ragazze siamo rimaste a casa mia a fare le coglione.

-sveglia Elena!- urla mio padre dal piano di sotto.
-mmh- mugolo mentre mi giro tra le coperte nel vano tentativo di riaddormentarmi.
-su, è mezzogiorno e all'una dobbiamo essere da Paola- urla ancora.
Sbuffo e mi alzo dal letto per decidere che indossare.

Opto per un jeans scuro a vita alta, una camicetta bianca infilata dentro i pantaloni e un cardigan nero.
Indosso i tacchi neri, mi trucco, mi faccio una coda alta e sono pronta.

In silenzio andiamo da Giulio...emh da Sabatello...volevo dire da Paola, ceh avete capito!

Entro in casa e subito Paola mi si para davanti e mi abbraccia con foga, mentre io rimango rigida.

Gli adulti si lasciano un bacio a stampo e io mi chiedo dove cavolo è Sabatello.

-penso di aver lasciato il cellulare in auto, torno subito- dice mio padre.

Rimaniamo sole io e Paola.
Mi guardo in giro pur di evitare il suo sguardo.
-bello quel...- sto per complimentarmi del quadro ma lei mi blocca.
-non parlare è insopportabile la tua vocina!-
-ma...-
Quindi anche lei ha un cervello, oltre ad una voce da gallina.
-ma sei de coccio, non voglio sentirti parlare e non voglio che tu interferisca nei rapporti con tuo padre-
Proprio nel mentre in cui sto per ribattere, rientra il mio uomo.
-di che avete parlato?-
-cose di donne- dice lei e con uno sguardo mi intima ad annuire.

Andiamo in sala da pranzo e gli adulti parlano di cose inutili per me.
Mi ignorano addirittura quando vado mi congedo per andare al bagno.

Ricordo di aver visto un bagno alla fine del corridoio al piano superiore.

Busso forte sperando che non ci sia il riccio lì dentro.

Nessuna risposta, apro la porta e appoggio le mani sul bordo del lavello come se fossi stanca, come se dovessi riprendermi da una lunga corsa.
Sono stanca, stanca di tutto: di questa situazione con una persona di cui non mi sarei nemmeno immaginata, della scuola, dell'essere la più popolare di quella giungla dove appena sbagli ti sbranano, del mio litigare sempre con Alessandro e di risolvere il tutto con un inutile bacio. Stanca di essere me.

Sospiro pesantemente e ripasso il rossetto color carne sulle mie labbra piene.
Sono talmente concentrata sul non uscire dal contorno delle labbra che non presto attenzione a ciò che succede dietro di me.
-buongiorno intrusa- sento sussurrare al mio orecchio prima di ricevere un bacio umido sul collo.
Sussulto per lo spavento.
-da dove esci fuori?- dico non capendo.
-dalla doccia- mi lancia un sorrisetto malsano.
Solo ora noto il fatto che sia mezzo nudo, con un asciugamano legato in vita.
-scusa...t-ti lascio sol-lo- balbetto color bordeaux in viso.

Mi dirigo verso la porta ma Sabatello acchiappa tra le dita la mia coda e mi trascina nuovamente verso di lui.

-dove credi di andare?-
-a tavola, così ti lascio cambiare in pace- rispondo facendo la gnorri.
Molla i miei capelli e si posiziona tra me e il bordo del lavandino, bloccandomi.

Sento il suo respiro infrangersi sul mio naso, si sta avvicinando troppo per i miei gusti.

Il suo petto combacia perfettamente con il mio, quasi come se fossimo due parti di un puzzle che si completano a vicenda; ripenso a tutte quelle frasi che ho trovato in giro su internet su questo genere di cose, è strano ma sono vere.

Certe sensazione trapassano il cuore. -LowLowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora