Cap. 18🍕

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*Arrivo io dopo anni* BUON ANNO NUOVO. Scusate se non l'ho scritto nel capitolo vecchio ma appena ho letto il commento che mi diceva di continuare ho subito pubblicato il capitolo senza nemmeno rileggere. Lol.
Ahhhh sono troppo felice, incontrerò Giulio il 17. Voi lo incontrerete?

Drin drin
Vado ad aprire alla porta visto che hanno suonato il campanello.

Apro la porta e mi ritrovo di fronte un Giulio tutto sorridente, appena il suo sguardo incrocia il mio, un sorriso sincero si fa spazio sulle mie labbra.
-sei occupata?-
-emh...no- balbetto.
-bene, ti andrebbe di fare una passeggiata?-
-vorrei tanto ma Camilla ha la febbre e non può uscire. Vuoi rimanere tu?-
-non vorrei disturbare- si gratta la testa in imbarazzo.
-ma quale disturbo, entra, ho appena preparato la cioccolata calda-
-allora come posso rifiutare- ride.

Entra e si toglie il giubbotto.
Appena Camilla lo vede, si alza in piedi e gli abbraccia le gambe, data la sua scarsa altezza. Per fortuna che era malata.
-Giulio!- urla tutta contenta.
-ciao piccolina- le lascia qualche carezza sui capelli.
Un pensiero balena per la mia mente, in questo momento sembriamo una di quelle famiglie perfette dove il padre torna dal lavoro e la figlia corre ad abbracciarlo.
-Camilla torna sotto le coperte, non vorrai stare ancora peggio-
-okay- ritorna sul divano a testa bassa.

Faccio segno al riccio di seguirmi in cucina per lasciar guardare i cartoni alla mia piccolina distesa sul divano.

Prendo due tazze e ci verso all'interno la cioccolata calda.
Ad un tratto sento due mani poggiarsi sui miei fianchi e un bacio umido su una piccola parte di collo scoperta.

-sai, ti assomiglia davvero tanto-
-bhe i riccioli li ha presi da te- a fatica mi giro e gli scompiglio i capelli.
-ovviamente c'è lo zampino della mia bellezza- ammicca facendo l'occhiolino.
-ti servirebbe un bagno d'umiltà, Sabatello-
-solo se fai con me il bagno- biascica contro le mie labbra.
Recepisco un leggero doppio senso.
Sento il calore delle sue labbra e il suo respiro infrangersi contro le mie.

-mamma, il termocoso ha fatto din din- Camilla corre fino alla porta della cucina.
-che schifo mamma!- si copre gli occhi con le mani.
Giulio si allontana subito con le guance rosse di imbarazzo.

Mi abbasso alla sua altezza e prendo in mano il termometro digitale.
Sgrano gli occhi: 38 e 7.
-corri a letto, sotto le coperte. Ora arrivo-
Stampo un bacio sulle labbra del riccio, lasciandolo più che sorpreso.
Non so cosa sia successo, la paura di fare il primo passo se ne sta lentamente svanendo.

Vado dalla mia piccolina malata.
-piccola, ora te ne stai qui buona buona, dormi un po' e domani mattina vedrai che ti sentirai meglio, okay?-
-va bene mammina- tossisce.
-quindi ora hai un bambino lì?- indica la mia pancia.
-perché?- sorrido divertita dalla sua ingenuità.
-hai baciato Giulio- dice con la faccia di chi la sa lunga.
-ma no tesoro, non si fanno così i bambini- le spettino i capelli.
-e come si fanno allora?- domanda ingenuamente.
-li porta la cicogna- dico subito cercando di sembrare convincente.
Cerca di guardarmi male ma non ci riesce.
-non voglio sentire un'altra parola. A dormire-

Torno di là, in cucina da Giulio.
E lo trovo seduto a tavola che beve alla tazza la cioccolata che avevo preparato.
-scusami se non ti ho aspettato ma si freddava e poi è buonissima- mi dice con i baffi marroni.
Gli passo un tovagliolo e gli indico la cioccolata.
-non preoccuparti, a me è passata la voglia di cioccolata, la berrò dopo-
-okay-
-andiamo a guardare la televisione?- gli chiedo mentre metto le tazze nel lavabo.
-io direi di riprendere da dove avevamo iniziato- rimette le mani sui fianchi.

Come prima mi giro ma stavolta incrocio le dita dietro la sua nuca.
Appoggia le labbra sulle mie.
Picchietta la lingua sul mio labbro inferiore e subito le dischiudo facendo scontrare le nostre lingue.
Ci stacchiamo appena per respirare.

-ora possiamo andare a guardare la televisione- sorride intrecciando le nostre dita.

Giulio si siede sul divano tirando la mia mano facendomi sedere sulle sue cosce.
Passiamo un paio di minuti buoni a fissarci.
-sei più interessante della tv- dice dopo tutto questo silenzio.
Mi morde la guancia.
-ahia!- sussulto.
Poi mi lascia un bacio umido sopra al morso.
-sei tutta da mangiare- dice con uno sguardo malizioso.
-sei pessimo, fattelo dire- scuoto la testa.
Mi guarda con gli occhi di chi chiede compassione.

Alzo gli occhi al cielo e di slancio lo abbraccio.
-se fossi in te la smetterei di muoverti prima che non possa più rispondere delle mie azioni- mi sussurra all'orecchio.
Nemmeno mi ero accorta di muovermi, sono rossissima in viso.

Ad un tratto sento il mio telefono di casa che squilla.
Alzo gli occhi al cielo, sbuffo e butto la testa all'indietro.
Sento le sue labbra posarsi alla base del mio collo, prendendo tra i denti una piccola porzione di pelle. Di sicuro domani avrò un succhiotto enorme. Nel mentre il telefono continua a squillare.

Sento dei passettini leggeri e veloci.
-mammina, c'è una persona che parla in un modo strano al telefono- mi corre incontro con il telefono in mano.
-che schifo mamma!- squadra la posizione in cui sono seduta sul Giulio e il fatto che lui sia ancora appiccicato al mio collo.
-dammi qui e torna a dormire- le ordino cercando di non gemere.

-pronto?- domando con il telefono in mano.
Per fortuna Giulio si è allontanato dal mio collo però ha appoggiato la bocca sul mio petto, lasciandoci dei baci umidi.
-buenos días, ¿está la señora Elena?- domanda una ragazza in spagnolo.
(Buongiorno, c'è la signora Elena?)
-sí, soy yo-
(Sí, sono io)
-el señor Guerrido quería hablar con usted-
(Il signor Guerrido vorrebbe parlare con lei)
È la segreteria del mio amico Miguel che a Barcellona. Fa l'avvocato lì e ogni tanto collaboriamo assieme per alcune cause complicate.
-¡hola Elena!¿como estas?- sento subito la voce roca di Miguel.
(Ciao Elena, come stai?)
-bastante bien-
(Abbastanza bene)
-bueno, tengo un problema, tengo demasiado trabajo y tengo que terminarlo antes del lunes próximo, ¿podrías ayudarme este fin de semana? Pero yo non estoy en Italia, estoy aquí en Barcelona-
(Bhe, ho un problema, ho troppo lavoro e devo terminarlo prima di lunedì prossimo. Vorresti aiutarmi questo weekend? Però non sono in Italia, sono qui a Barcellona)
-me gustaría muchísimo pero mi hija se quedaría sola-
(Mi piacerebbe moltissimo però mia figlia rimarrebbe sola)
-¿el papá?- domanda ovvio.
(Il padre?)
-no creo que está listo para este tipo de 'trabajo'-
(Non credo che sia pronto per questo tipo di 'lavoro')
-pero sé que el quiere mucho estar con Camilla y yo podría ir a Barcelona y ayudarte-
(Ma so che vuole passare del tempo con Camilla e io potrei venire a Barcellona ad aiutarti)
Lo sento sospirare di sollievo.
-¡muchas gracias! Tú eres increíble-
(Grazie mille, sei incredibile)
-¡hasta el viernes, Miguel!-
(A venerdì Miguel)
Giulio mi guarda malissimo, forse capendo che sta parlando con un uomo.
-¡adiós niña!-
(Ciao piccola)

-chi era al telefono?- mi guarda di sbieco.
-un mio collega-
-che tipo di collega?-
Oh gelosone, tenerone.
-vive a Barcellona ed è gay, contento?- alzo gli occhi al cielo.
-mh sí, ora sí- sorride felice come un bimbo.
-sai Maddalena è in vacanza e mi dovresti fare un piccolissimo favore- metto la testa tra il suo collo e la spalla.
-guarda che capisco un po' di spagnolo. Non vedo l'ora di stare con Cami- sorride.
-grazie grazie- gli lascio un bacio sulla clavicola.
-prego piccola- sussurra spostando le mani dalla mia schiena al mio sedere.
-leva le mani, Sabatello-
-mh penso proprio di no- lo sento ridacchiare.
-ma sarai stronzo-
-hai ragione piccola, hai proprio ragione- prende il mio mento tra le dita e mi lascia vari baci a stampo.

Certe sensazione trapassano il cuore. -LowLowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora