Cap. 20🎀

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-andiamo a farci un giro?- mi domanda Maddalena per l'ennesima volta.
Scuoto la testa in segno di negazione.
-Elena. Sono tre giorni che stai qui distesa su questo letto, mangi solo gelato e Camilla si è stancata di vedermi girare qui per casa-
-voglio solo stare qui a piangermi addosso-
-santocielo ragazza! Hai un disperato si uscire a divertirti, okay?- sbuffa.
-daje esci con me e Camilla- continua.
-se accetto la smetterai di assillarmi?-
Annuisce contenta.

Sbuffo e mi cambio con un paio di leggins, una maglia a righe e le mie adidas.
Mi trucco appena.

Quando ritorno in salotto vedo Maddalena rimettere in modo sospettoso il telefono nella borsa, come se non volesse farsi notare. Bho.

La piccola Cami mi prende la mano e mi sorride.
-mamma sei più bella adesso-
-anche tu piccolina sei bella- sorrido.
Seguiamo Maddalena fino alla sua auto.

-dove andiamo?- le domando dal posto del passeggero.
-in centro a fare un giro- sorride in un modo strano.
Ci passo sopra e sto in silenzio.

-ma questa non è la strada per il centro- le dico.
-mh? Lasciamo giudare in pace-
Sbuffo e ritorno in silenzio.

Riconosco la strada, perché sta andando a casa di Giulio?
Io non ho niente da dirgli, nè intendo scusarmi anche perché io non devo farmi perdonare un bel niente, al massimo sarei io a doverlo perdonare.

-che c-a-z-z-o ci facciamo qui?- roteo gli occhi.
-la mamma dice le parolacce- mi accusa Camilla.
-la mamma è tanto arrabbiata, la devi perdonare-
-devo prendere solamente il maglione che ha lasciato qui Giorgio l'altro giorno- dice Madd.
Sì, stanno insieme, e da un paio d'anni.
-va bene, ti aspetto qui-

Esce dall'abitacolo ed entra dal cancelletto socchiuso, come sempre.

Ad un tratto sento un urlo femminile, oh cazzo e se fosse successo qualcosa a Madd.

-tu sta' qui, io entro a dare un'occhiata. Non uscire per nulla al mondo- dico a Cami ma lei non sembra per niente preoccupata.

Speriamo che non succeda nulla!
Apro il cancelletto ed entro anche in casa, la porta era socchiusa.

Mi guardo con circospezione intorno, non mi sembra che sia successo qualcosa.

Ad un certo punto vengo presa per la vita e trascinata nella veranda del riccio.
Sento la porta di vetro chiudersi alle mie spalle.

-ma che cazzo?- mi giro verso la porta.
Vedo Maddalena che mi sorride felice e attacca un post-it al vetro della porta.
Lo faccio per te.
E poi un altro.
Torno tra un paio d'ore e se non avrete risolto, non ti farò più uscire da qui.
Poi vedo mia figlia correre vicino a Madd, tira su i pollici e sorride.
Dopo se ne vanno.

Ma che di problemi hanno?
Perché mi hanno rinchiuso qui dentro, in una casa non mia per giunta.

-emh ciao... nel caso non te ne fossi accorta: io sono qui- sento dire da una voce accigliata.

Mi volto di nuovo e accanto al tavolo da esterno noto Sabatello legato con il nastro adesivo ad una sedia, con un post-it rosa flou a forma di cuore.
-dobbiamo parlare- leggo a voce alta.
Poi con 'delicatezza' lo strappo dalla sua fronte provocando un suo gemito di dolore.

-l'hai scritto tu?- domando con il foglietto tra le mani.
-ovvio, l'ho scritto io con una scrittura palesemente da donna, dopo essermi legato da solo con lo scotch- dice annoiato.
-Maddalena...-
-e Ferrario, cazzo. È stato lui a legarmi- finisce la frase per me.
Io e lui abbiamo sempre avuto quel 'talento' se così si può definire, di completarci le frasi a vicenda.

Certe sensazione trapassano il cuore. -LowLowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora