Cap. 5

893 55 6
                                    

Entriamo nel locale e vedo già della gente ubriaca, moltissima gente ubriaca.

Io e Maddalena ci dirigiamo al bancone e ordiniamo due drink.
Iniziamo parlare del più e del meno.
-non ci sono ragazzi decenti- fa il labbruccio.
-vorrai dire: non c'è Ferrario- la correggo e le lancio uno sguardo malizioso.
-lo vuoi capire che tra di noi non c'è niente- dice esasperata.
-va bene, ne riparliamo tra qualche mese- alzo gli occhi al cielo e rido.
Continuiamo a parlare.

-aspetta, penso di aver visto un mio amico- le dico e mi alzo.
Seguo la camicia azzurrina, che sembra bianca sotto le luci della sala, fino ad un divanetto.
-Alessio, non si salutano gli amici?- domando retorica.
Mi abbraccia.
-nemmeno ti avevo visto, scusami picciri'-
-sai quanto odio quel soprannome-
-lo so, è per quello che lo faccio, picciri'-
-che ci fai qui, non sei a Milano?-
-sono qui per 'amore'- fa le virgolette.
-quella povera donna, non sa di chi si è innamorata- rido.
-mi conosci sono un dongiovanni- ammicca.
-lo so, e anche molto bene-
Lui è figlio di un collega di mio padre ed abita a Milano.
Quando venne a Roma per la prima volta ci provò così spudoratamente da ricevere un pugno sullo zigomo da parte mia, a partire da quel momento mi venera come l'unica ragazza che è riuscita a resistegli.
-io torno dalla mia amica-
-è carina?-
-sei sempre il solito - gli tiro un pugnetto sulla spalla -fatti sentire eh-
Lo abbraccio ancora e torno da Maddalena.

La trovo in dolce compagnia di Ferrario.
Quello spunta ovunque e in ogni istante ,come i funghi.

Mi siedo da un'altra parte del bancone e ordino una birra.
-hanno scaricato pure te?- sento dire alla mia destra.
-quei due non me la raccontano giusta-
Mi arriva la birra e bevo lunghe sorsate.
-anche io lo dico-
-non è così felice nemmeno dopo essere stata con Martina- continua.
-ve la passate, che schifo!- esclamo disgustata.
-è una cosa complicata, allora io e...-
-non voglio saperlo- lo blocco.
-okay okay, vuoi qualcosa da bere?-
-stai cercando di sedurmi?-
-una specie- sorride.

Ordina due drink di cui non conosco il nome e parliamo del più e del meno.

Si avvicina pericolosamente a me.
Penso di essere rossissima in viso.
-mettimi le mani al collo- dice.
-perché?- chiedo non capendo.
-c'è una tipa che sta continuando a fissarmi e sono sicuro che voglia che io vada da lei-
-e allora?- domando sempre più confusa.
-è cessa- dice come se fosse la cosa più tragica del mondo.
-capirai ...- alzo gli occhi al cielo.
-vuoi mettere le mani attorno al mio collo?-
Sbuffo e aggancio le mani dietro, sulla nuca.
Appoggia le mani sui mio fondoschiena e mi avvicina di più a lui.

Sussulto quando le nostre intimità entrano in contatto.

-sei rossa come un pomodoro- mi informa.
-lo so, mi respiri addosso è logico che sia rossa-
-uff come sei rompipalle-
-ha finito di fissarti?-
Si sporge appena, annuisce e si allontana.

-io esco a fumare- annuncia.
-vengo anch'io- lo seguo.

Usciamo fuori e finalmente posso respirare dell'aria che non sa di sudore e alcol.
Accendiamo entrambi le rispettive sigarette e in silenzio fumiamo.
-il fidanzatino perfetto dove l'hai lasciato?- spezza la pace.
-è a casa, visto che domani ha una partita di rugby ed è dove dovrei essere io-
-competizione di ginnastica?-
È sensitivo.
-si ed ho un ansia tremenda-
-ti ho visto fare la spaccata in modo perfetto oggi, vincerai di sicuro- sbuffa il fumo.
-magari servisse solo la spaccata per vincere-
-ah, sono ignorante in fatto di sport, raccontami-
-okay, domani ho una gara in cui ci sono quattro discipline ed io partecipo a due di quelle ovvero corpo libero in cui esegui un esercizio senza oggetti e trave...-
-quel palo quadrato largo come uno sputo?- mi precede.
-in pratica sì- rido.

Quando abbiamo finito torniamo dentro, io cerco Maddalena.
La trovo che beve con Ferrario e accanto una decina di biccheri.

Senza protestare la conduco fuori, è talmente ubriaca.

-Elena...- sento dire da una voce familiare.
Non l'ho mai sentito dire il mio nome ed è un suono stupendo.
-dimmi-
-tu ce l'hai la patente, vero? Non è che potresti portarci a casa, Giorgio è talmente sbronzo da non poter guidare e io non ho la patente-
Certe volte è bello essere un mese più grande degl'altri, altre volte devi fare da autista.
-va bene, dove sta la macchina?-
-lì-

Con Maddalena mezza addormentata sotto braccio andiamo alla macchina e Giulio mi dà le chiavi che ha preso dalla tasca di Ferrario.
Carichiamo di peso i due ubriaconi e sotto le indicazioni del riccio andiamo a casa sua.

-io prendo la tua amica, tu prendi Giorgio e lo porto in camera di mia madre-
Prende in braccio Madd.
-non stuprarla- gli urlo e in risposta lui mi fa il dito medio.
Se la mora pesava, Ferrario non è da meno.
-ma tu non sei Maddy, dov'è lei?- biascica ubriaco.
-adesso andiamo da lei-

Salgo le scale e mi dirigo nella camera dei genitori di Giulio, o meglio di sua madre.
Appena si sdraia sul letto cerca a tentoni Maddalena, quando la trova, le lascia un bacio sulle labbra e l'abbraccia.

Sapevo che tra si loro c'era qualcosa, devo ricordarmi di sfotterla domani.

Vado nella camera di Sabatello.
È disteso sul letto, a petto nudo.
-si sono addormentati?-
-si e prima si sono baciati-
-sapevo che ci stavano mentendo-
-mmh, hai un pigiama o qualcosa del genere?-
-guarda nel ripiano alto dell armadio- dice.
Apro il suo guardaroba e in punta di piedi cerco qualcosa da mettere.
-facciamo che cerco io-
Si alza e viene accanto a me.
-perché?- inarco un sopracciglio.
-il tuo culo è così perfetto, mi ha quasi fatto venire un erezione solo guardandolo-
Arrossisco.
Mi prende un pantalone grigio della tuta e una maglietta nera.
-dormi con me?-
-in un letto singolo non ci stiamo in due-
-bhe ci stringiamo-
-no grazie, dormo sul divano-
-sicura?-
-sicurissima-

Scendo le scale e vado in bagno a cambiarmi, mi sciacqo il viso e torno in salotto.

Sul divano c'è una coperta, forse l'ha portata il riccio.
Mi sdraio e mi addormento quasi subito.
***
Vengo svegliata improvvisamente da delle voci, delle urla.
Salgo le scale di corsa e vado verso l'origine delle urla.
È Sabatello, forse sta avendo un incubo.
Dice frasi sconnesse.

Lo scuoto per le spalle e si sveglia di soprassalto.
Si mette seduto e si passa una mano sulla fronte sudata.
-ehi tutto apposto?- gli tocco il braccio.
Scuote la testa.
-ha bisogno di qualcosa?-
-un abbraccio-
Mi abbasso per arrivare alla sua altezza e lo abbraccio.

Stringe il mio corpo forte a sè e così sono seduta sulle sue gambe.

Non si sa come mi ritrovo distesa con Giulio disteso sotto di me che mi stringe forte.

Sento la sua mano fredda accarezzare la mia schiena e poi togliermi la maglia.

Lo sento sospirare sul mio collo prima che baci il mio collo, scende verso il petto e gioca con il mio seno coperto solamente dal reggiseno.
-Giulio-
Cerco di bloccarlo ma ho la voce incrinata dal piacere.
-no- riesco a dire fermamente.
-hai paura di stirarti un muscolo e domani non potrai gareggiare?- non riesco a capire se mi sta prendendo per il culo oppure è serio.
-anche quello ma non ricordi il discorso di oggi?-
-giusto certe volte dimentico che sei fidanzata-
-bhe vedi di ricordatelo-
-si, si come ti pare- dice con sufficienza.

Mi alzo alla ricerca della mia maglietta, anzi sua.
-si può sapere dove cazzo hai lanciato la maglia?!- sbuffo dopo aver girato intorno al letto due volte.
-oh intendi questa?- agita in aria quello che stavo cercando.
-si e ora dammela chè sento freddo-
-dormi con me- ordina.
-non ci penso neanche-
-allora dormi solo in reggiseno e per domani sei bella che ammalata- sorride sghembo.
-sei un fottutto figlio di puttana- sibilo.
-hai finito di fissarmi le tette?!- sbraito quando capisco cosa sta guardando.

Sbuffo e torno sui miei passi, verso il suo letto.
Mi dà la maglietta e la indosso.
Mi siedo sullo spazio che ha fatto a me.
-se osi dirlo a qualcuno ti tiro un pugno talmente forte da cavarti tutti i denti- gli punto il dito contro.
-sto tremando...-
Alzo gli occhi al cielo e mi sdraio.
Mi giro e mi addormento dandogli le spalle.

Certe sensazione trapassano il cuore. -LowLowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora